Il segretario territoriale del Nursind Antonio Eliseo, ha inviato una nota al Direttore generale dell’Aorn Gaetano Gubitosa, in cui si legge: “Il Nursind è venuto a conoscenza che verosimilmente nella Azienda Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta stanno avvenendo trasferimenti di personale con profilo di coordinamento da una unità operativa ad un’altra. Questa Organizzazione aveva già precedentemente segnalato alla S.V. che questa ricerca irrazionale, spasmodica, era figlia di una strategia non risolutiva delle discrasie organizzative di una Azienda che dovrebbe sempre ricercare le più opportune soluzioni, specialmente quando parliamo di coordinamento delle unità operative. Oggi assistiamo (sperando di sbagliarci), agli ennesimi trasferimenti di coordinatori che andranno ad allocarsi nelle nuove realtà lasciando scoperti i posti precedentemente occupati, a mattinieri organizzativi (quindi ulteriori unità infermieristiche sottratte all’assistenza). Questa metodologia è inaccettabile, incomprensibile, inapplicabile in un’Azienda che si propone di essere il punto di riferimento nella Sanità Casertana. Lei ha il compito di dare a questa Azienda tutte le migliori opportunità Organizzative a partire dalla nascita della Dirigenza Infermieristica. Applichi come le abbiamo chiesto la 251/2000, risolva la questione ormai annosa, della graduatoria dei coordinatori assumendo con chiarezza tutte le decisioni che mettano nelle migliori condizioni la AORN per funzionare. Si metta fine una volta e per tutte a trasferimenti privi di qualsiasi logica. Questa pandemia ci ha insegnato che la prima risposta assistenziale che un luogo di cura deve essere in grado di offrire è l’organizzazione del lavoro che l’Azienda deve essere in grado di offrire. Avere oggi, con una probabile terza ondata in arrivo, una organizzazione delle unità operative prive di personale di coordinamento perché bisognava dare luogo a trasferimenti senza gli opportuni ricambi non è accettabile. Vi voglio ricordare Direttore, che abbiamo dovuto assistere per necessità alla rimodulazione di unità operative da non Covid a Covid , con relativo trasferimento di personale e riduzione dei posti letto. Questa Azienda DEA di II livello non può permettersi una organizzazione del lavoro che non sia in grado di reggere l’urto della pandemia, perché le responsabilità morali di una mancata risposta assistenziale sarebbero enormi”.