(f.n.) – L’Asl di Caserta ha necessità urgente di un ufficio stampa…la direzione strategica metta le carte a posto, segua le regole, deponga la spocchia che in questi casi e in tempi come questi, è inutile, applichi le norme e organizzi un ufficio, che fornisca notizie ed informazioni utili all’utenza, in maniera rapida, corretta e puntuale. Il Dg Ferdinando Russo, non si rende conto del danno che provoca la sua apparente indolenza, né sembra avvedersi che sta generando una “libera”, perniciosa ma paradossalmente naturale, disinformazione, sulla quale, forse si illude, al momento opportuno di pasteggiare a suo piacimento, magari cambiando le carte in tavola? Non è così che funziona! Soprattutto in questo periodo e con tutte le falle della cui apertura, l’Asl si è resa responsabile ed in considerazione del silenzio ottuso, lasciato calare volutamente, sull’Ospedale Covid di Maddaloni e che ha guadagnato al presidio, la definizione di “misterioso” ed intorno al quale, tutti noi abbiamo scritto e soprattutto sospettato, le peggio cose…almeno un minimo di informazione, chiara, veritiera, esplicativa, intellettualmente onesta, che ripulisse il tavolo dalle briciole in fermentazione del dubbio, la direzione dell’Asl avrebbe dovuto e dovrebbe avvertire, l’esigenza “civica” di fornirla. I dati che faticosamente siamo riusciti a raccogliere, riportano che dall’inizio dell’emergenza, all’interno dell’Ospedale Covid di Maddaloni, nell’Area subintensiva, coordinata dal dottor Pellegrino De Lucia Sposito, richiamato al fronte per l’emergenza, che comprende 30 posti letto di Terapia Subintensiva, 30 di Medicina e 10 per la degenza dei pazienti in via di negativizzazione, sono stati ricoverati circa 450 malati positivi al coronavirus. I decessi registrati in quel dipartimento ad oggi, sono 18. Dal reparto di Rianimazione che comprende 15 posti letto, nessuna informazione giunge invece, ad abbattere il pessimismo, derivante dalle notizie allarmanti che, ritualmente, aggrediscono l’immaginario collettivo e vi insediano i peggiori pronostici. Un altro argomento sul quale il Dg Russo, nonostante le sollecitazioni, ha lasciato che si raccontassero le più coreografiche frottole, sul tipo delle dichiarazioni della consigliera normanna di Italia Viva, senza degnarsi di rettificare una sola virgola, nel bene e nel male, è quello relativo alla “terapia con plasma iperimmune”. Viene addirittura il dubbio che lo stesso Dg, non abbia contezza o non si ricordi di ciò che firma, dal momento che non si spiega, il suo ostinato ed arrogante silenzio, sull’argomento. Eppure, in data 9 giugno u.s. con delibera 735, visto che il PO di Maddaloni aveva aderito allo studio interventistico Tsunami, autorizzava lo studio stesso e confermava la nomina di Sperimentatore Responsabile al dottore Pellegrino De Lucia Sposito. Quindi, l’unico presidio in cui si effettua il trattamento con plasma iperimmune, è quello di Maddaloni ed al momento vi sono 6 pazienti in terapia. Forse sarà utile sapere, che il protocollo è assai restrittivo, ad esempio, non tutti i pazienti guariti dal coronavirus risultano essere donatori adeguati; innanzitutto, il protocollo prevede che accedano alla donazione soltanto persone di sesso maschile e con il titolo adeguato di anticorpi neutralizzanti, quindi, la quantità raccolta ed utile alla funzione è assai ridotta. Contrariamente a quanto si pensa, il trattamento con plasma iperimmune, si attua soltanto su pazienti nella fase iniziale della malattia coronavirus e che rientrino in determinati parametri respiratori, quindi, non si attua su pazienti in ventilazione polmonare oppure intubati, sui quali la terapia risulterebbe inefficace. Il trattamento con plasma iperimmune, dovrebbe evitare che si arrivi alla fase più grave della malattia, che è appunto quella che rende necessaria la ventilazione o l’intubazione. Il plasma raccolto dai donatori deve essere trattato e la fase immunologica è affidata al servizio trasfusionale del Moscati di Aversa. Quindi, sarà opportuno che l’Asl corregga il tiro deviato di certe mission politico-sanitarie di provenienza normanna, senza temere di pestare i calli a qualcuno. Sulla fase dell’operazione affidata al Moscati, non abbiamo alcuna carta che ne attesti l’ufficialità, anche perché le delibere dell’Asl sono secretate, in omaggio alla legge sulla trasparenza, ma ci fidiamo di qualcuno che non appartiene alla cricca normanna…Inoltre, ripetiamo che, per le difficoltà di cui abbiamo fatto cenno, la quantità di plasma iperimmune pronto per il trattamento non è altissima e qualcuno dall’interno del Covid Hospital di Maddaloni, tiene a far sapere, che il medico di cui si è parlato nei giorni scorsi, come se fosse un privilegiato, non soltanto è affetto da altre patologie serie, ma purtroppo non può completare il trattamento, proprio perché manca il plasma. Chiudiamo con la richiesta ufficiale al Dg, di dotare al più presto l’Asl di un ufficio stampa, perché l’ostinata resistenza sta diventando sospetta… Hasta la vista!