OSPEDALE, IL MEMORIALE DELLA DOMENICA 123

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(f.n.) – All’alba della creazione di una nuova e necessaria consapevolezza… in prossimità del disastro, il dato allarmante che ha mandato in tilt i “reali dormienti” della palazzina “grigiotopospento” in fondo al parco dell’Aorn, è stata una percentuale, che fa drizzare i capelli in testa.  Risulta infatti che il tasso di mortalità, registrato all’interno del Covid modulare, sia del 98.5 per cento in aggiunta al fatto, che l’età media dei deceduti, sembra non possa essere considerata un’età avanzata.  Se si tiene conto che, recentemente il personale competente, ha rilevato su tutte le superfici interne del Modulo, la presenza di batteri come acinetobacter baumannii e klebsiella, non possiamo fare a meno di ricordare, con grande preoccupazione, i periodi più oscuri di questo Ospedale e le inchieste sulle morti per infezione, che si sono registrate nel reparto di Rianimazione. Non possiamo non ricordare con raccapriccio, le reazioni scomposte di qualche primario e le pezze a colori che, assai squallidamente, e con il beneplacito della Direzione, si sono poste a riparo dell’irreparabile.  Il dato di oggi non ha bisogno di commenti…sullo sfondo resta il fondato timore che possano essersi create le stesse condizioni che, a suo tempo, conferirono un triste primato alla Rianimazione del Sant’Anna e San Sebastiano. Avevamo sperato che la storia di quel dirigente medico che decide di mettere provvisoriamente nella stessa area, pazienti settici e pazienti Covid, fosse soltanto una leggenda horror del tempo del Covid, ma alla luce di quanto sta emergendo, le storie vere in progress, arrivano direttamente dal primo piano dell’inferno. Ci si chiede che fine abbiano fatto le strutture intermedie…dove sia rintanato il sacro CIO…se esista ancora… o sia finito in gloria, Detto questo e sarebbe abbastanza, vogliamo sottolineare che… sette mesi per accorgersi che all’interno di un Covid modulare, le cose che non quadrano in termini di arredo e comfort, siano parecchie, lasciano intendere una certa sportiva rilassatezza, da parte della Direzione Sanitaria dell’Aorn di Caserta, giustificata soltanto dal fatto che, dopo l’inaugurazione dello scorso mese di maggio, con De Luca in mascherina da cerimonia e codazzo, a nessuno è punta vaghezza di farsi un giro di ricognizione. Il fatto che, in fretta e furia, l’altro giorno sia stato installato un distributore di bevande calde e bibite, dopo sette, diciamo sette mesi e soltanto dopo che qualcosa è trasudato, faticosamente, dal piombo fuso con cui virtualmente ed intenzionalmente, si riveste l’ensemble, è assolutamente indecoroso. Eppure ne avete avuto di tempo, come sovente ricordiamo e le varie colonne, colonnette e colonnine, invece di indulgere a inciuci, favoritismi e spedizioni punitive, avrebbero potuto organizzare, organizzarsi e soprattutto non farsi cogliere impreparati dall’ondata Covid autunnale. Gli operatori sanitari hanno compiti ben precisi, che non sono quelli di creare dal nulla le condizioni per operare…   Ma a quanto pare, dai primi di ottobre, cioè da quando il Covid modulare è diventato operativo, l’unica ricognizione, per così dire, da parte della Direzione Sanitaria è stata effettuata due giorni fa, con risultati, che oseremmo definire, ridicoli più che sconcertanti. Un’arrampicata acrobatica lungo specchi ben insaponati…non avrebbe potuto apparire più scenografica,  Nel territorio di stretta competenza degli anestesisti, supercoordinati da un cattedratico che organizza master esilaranti, sull’impossibilità del virus di librarsi in volo e che in maniera sconsiderata, gira senza tuta di biocontenimento, la troupe sanitaria ha scoperto, caruccia, che, essendo limitato sia lo spazio, che il numero degli armadietti e non solo, gli infermieri sono costretti a recarsi per il cambio abiti, all’edificio N, nei locali della ex Rianimazione. E pensare che quando sono arrivati, per effettuare un blitz ispettivo e hanno notato che vi erano soltanto tre infermieri dei sei previsti dal turno, quelli della Ds & CO. hanno subito tentato di “intostarsi” e indossare il piglio dei censori che colgono il peccatore in fallo, per poi ammosciarsi di colpo, quando sono stati informati che i tre infermieri assenti, erano andati a cambiarsi a un chilometro di distanza, come avviene quotidianamente, grazie alla perfetta organizzazione della Direzione Strategica, supportata e sostenuta da eleganti colonne doriche. Passando da una figurella all’altra, perché di questo si è trattato,  la troupe scopriva che non vi erano scaffali per farmaci e noi ci chiediamo con sommo orrore… chissà mai in quale luogo o sito, erano stati sistemati gli stessi, fino al momento della triste scoperta, come appare davvero originale, che i superprofessori anestesisti o lo stesso genio primariale, non si siano mai preoccupati di presentare una “vrenzola” di richiesta di attenzione alla Direzione Sanitaria, per i disagi che subiva il personale infermieristico…La troupe ispettiva scopriva infine, la legittimità delle lamentele del personale, costretto a restare “bardato” per offrire assistenza continuativa per l’intera durata del turno e prevedeva la pausa ogni tre ore, ricordando all’uopo che il Covid modulare era provvisto di una sala relax, come se la sosta dopo tre ore di “bardatura” non fosse prevista dalle linee guida e come se nessuno fosse a conoscenza dell’esistenza di un’area relax…peccato che nessuno abbia loro ricordato, che la stessa era occupata da medici e interdetta al personale infermieristico. E non finisce qui…poiché il verbale redatto dopo il tour evidenzia persino “l’utilizzo non rigoroso” dei percorsi sporco-pulito…ma quali percorsi?, ma quando avete previsto i percorsi?, ma voi pensate davvero che chi legge digerisca tutto ciò che scrivete, unicamente per giustificare manchevolezze che sono imputabili esclusivamente a voi, in quanto “direttive zero” e a chi avete conferito l’incarico e la responsabilità di organizzare…a questo punto vorremmo sapere… cosa.   Noi ne abbiamo abbastanza e voi? Hasta el Domingo!

4 Commenti

  1. Gentile Carozza ti chiedo di di specificare il tuo vero nome e cognome, non giocare sugli equivoci del cognome ma abbi il coraggio di firmarlo con le tue vere generalità, lo so che non sarà per te facile visto che usi certe piccole bassezze per infangare con il mio cognome il nome di una persona, che a mio avviso sta facendo tanto per questo ospedale in un momento di cosi grave crisi, è bello dire degli altri solo cattiverie ma tu cosa saresti in grado di fare, quando saresti in grado di cambiare le cose, dal dire ed il fare c’è il mare ricorda.
    Comunque io sono Michele Carozza e prendo le distanze da quando scritto da te in un commento che avresti anche potuto evitarti.

  2. Gubitosa è solo un quaquaraquà…..! Caro Gaetano per arrivare al più stimato Ferrante ne deve passare di acqua sotto ai ponti, vorresti imitarlo ma non ne sei capace.
    Questo è un ospedale dì quattro ladroni….
    Ci vuole un altro commissario per sanare le schifezze di questa A.O.R.N.

  3. Gentile Maria io mi riferisco alla Direzione Sanitaria. come centro di potere ed alle sue logiche perniciose che sono le logiche di un sistema consolidato, fondato ed edificato su clientele, favoritismi, silenzi di opportunità e paure. Chi fa parte del sistema tace, al massimo si barcamena…del resto se arriva a presiedere quel bel sito turistico, è perché qualcuno ce l’ha mandato con una finalità, o no?, perché è funzionale a quel momento politico ed alle sue diramazioni periferiche, o no? Non metto in dubbio che la dottoressa Annecchiarico sia persona di buona volontà e mossa da buoni propositi e che si trovi a combattere contro il muro dell’ottusità in questo caso maschile…cioè le succitate colonne, colonnine e colonnette con relative foglie d’acanto in mancanza di quelle di fico gigante, con le quali dovrebbero coprirsi integralmente e non limitarsi ai cosiddetti gioielli. Non credo però che sia dipeso da altri, se non dalla sua stessa volontà, la scelta di non aver gettato neppure un’occhiata “pe fa vede” in quel covid modulare, per registrarne razionalmente le deficienze, finché non è scoppiato il caso. Ed inoltre…non credo che una Direttrice Sanitaria debba scontrarsi con qualcuno se decide di far volare “virtualmente” dall’incarico, uno che in piena emergenza Covid dice: non mi bardo perché il virus non vola. Lei cosa ne dice?

  4. Molto dettagliata la Sua disamina. Mi è sembrato di entrarci in quel modulo….! Sono del parere però che la responsabilità del mal funzionamento non sia da attribuire alla attuale direttrice sanitaria ma piuttosto al direttore di tale uoc e al direttore della uoc programmazione e organizzazione sanitaria. Colpa della attuale direzione sanitaria è continuare a non prendere provvedimenti drastici nei confronti di quei dirigenti non in grado di assolvere ai propri compiti dirigenziali. Non prevedere gli spogliatoi per il personale è da dilettanti ma mi domando anche, come il grande commissario al covid ingegnere Patitucci che peraltro è stato pure “datore di lavoro” , non abbia potuto pensarci. Dilettanti o superficiali. Come anche la presenza di stanze per la svestizione situate in modo per così dire ‘anomali’ . Io, l’ho letto il verbale dell’ispezione fatto dalla direzione sanitaria. E le posso assicurare che chi lo ha redatto è stata molto scrupolosa e dettagliata come solo le donne sanno essere. Non sono stati fatti sconti di responsabilità a nessuno. Lei sa quanto la stimo ma mi creda ci sono donne in azienda che oltre a combattere la disorganizzazione devono combattere contro l’incompetenza e l’arroganza maschile.

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