“IL PROFESSORE E IL PAZZO”: L’ELOGIO DELLA FOLLIA (ACCADEMICA)

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di Mariantonietta Losanno 

C’erano una volta un professore e un “pazzo”: due uomini straordinari che diedero vita a uno dei progetti più arditi della storia della letteratura, l’Oxford English Dictionary.

%name “IL PROFESSORE E IL PAZZO”: L’ELOGIO DELLA FOLLIA (ACCADEMICA)Adattamento cinematografico del libro del 1998 “L’assassino più colto del mondo”, scritto da Simon Winchester, “Il professore e il pazzo” è un film intenso       e coraggioso, che sceglie di aderire ad un realismo crudo -mostrando l’agghiacciante realtà dei manicomi- e di esaltare la passione e l’erudizione. “Il professore” è James Murray (interpretato da Mel Gibson), figlio di un sarto che ha studiato da autodidatta; “il pazzo” è William Chester Minor (interpretato da Sean Penn), un uomo di grande cultura, una mente geniale seppure sia affetta da schizofrenia, medico chirurgo rinchiuso all’interno del manicomio criminale Broadmoor per l’omicidio di un uomo innocente. Durante l’assassinio, William, preda dei suoi deliri e delle sue allucinazioni, credeva che il malcapitato fosse un suo persecutore immaginario: oltre ad essere traumatizzato dalla guerra, dunque, è ossessionato dal suo più grande nemico -se stesso- e dal suo senso di colpa. È un progetto così ambizioso a presentarsi come un’ “occasione di redenzione”, e un’opportunità di legare due personalità così diverse, ma che sono accumunate dall’estraneità per le convenzioni. I loro dialoghi sono uno sfoggio di cultura, un intreccio tra lingua e scienza, tra follia e ossessione per la ricerca. La pellicola esalta il valore delle parole e il peso della responsabilità di portare a termine una missione “pazza”, in cui possano coesistere ragione e follia, sapere scientifico e sregolatezza.

%name “IL PROFESSORE E IL PAZZO”: L’ELOGIO DELLA FOLLIA (ACCADEMICA) “Il professore e il pazzo” si focalizza sull’incontro tra due personaggi apparentemente agli antipodi, che, trovandosi a dover compiere un’impresa che non si credeva potesse avere alcuna possibilità di riuscita, si equilibrano: la loro fuga dalle convenzioni li conduce verso un’evoluzione. Ancora una volta sono l’amore e la cultura (e soprattutto l’amore per la cultura) a sanare le ferite più profonde e ad essere il mezzo per il raggiungimento di un qualcosa di incredibile. Quella che lega James e William è una profonda amicizia -senza patetismi o retorica- che colpisce lo spettatore, e lo spinge ad immedesimarsi provando empatia. Chiunque sia appassionato della lingua, poi, potrà trovare spunti, riflessioni e citazioni (come quella di “Paradiso perduto” di Milton, o “Grandi speranze” di Dickens) che contribuiscono a rendere quest’opera colossale, che ricorda “A beautiful mind”, per il binomio “genio e schizofrenia”, ma che si presenta come un prodotto originale per la capacità di affrontare la colpa e il perdono, l’amore e l’amicizia, nella loro accezione più umana -e, dunque, meno banale- possibile.

%name “IL PROFESSORE E IL PAZZO”: L’ELOGIO DELLA FOLLIA (ACCADEMICA)La portata grandiosa di quest’opera incoraggia il pubblico ad appassionarsi, a mettere in pratica quella stessa ostinata e faticosa ricerca delle parole compiuta dai due protagonisti: il perdono e la redenzione (non per forza da concepire nell’ambito religioso) esistono per tutti, e il male può essere ripagato. “Le parole sono importanti”, diceva Nanni Moretti in una celebre scena di “Palombella rossa”, o ancora “Io credo soltanto nella parola. La parola ferisce, la parola convince, la parola placa. Questo, per me, è il senso dello scrivere”, ha detto Ennio Flaino. “Il professore e il pazzo” è un pellicola impegnativa ed impegnata che esalta, in modo forte ed esplicito, l’importanza della cultura e al tempo stesso il peso dei valori.