(f.n.) – Ai negazionisti delle vergogne organizzative del PO San Rocco di Sessa, ai negazionisti di periferia, che ungono le terga ai potenti e cambiano nome per insultarti meglio, vorremmo chiedere se hanno qualche commento da fare su quell’unico cardiologo, che nella notte scorsa ha dovuto fare i salti mortali per dividersi su tre o quattro postazioni, dopo le ultime bravate logistiche della direzione sanitaria… Infatti, dopo avere dedicato l’ex reparto di Chirurgia ai pazienti Covid , averlo successivamente smantellato e ritrasferito i pazienti Covid in Pronto Soccorso, bloccandone l’accesso all’utenza, pur non essendo Ospedale Covid, la direzione sanitaria, assumeva un’altra decisione e destinava ufficialmente i locali del Pronto Soccorso, al ricovero dei pazienti Covid, trasformando il reparto dell’ex Chirurgia in Pronto Soccorso, in cui ricoverare i pazienti non Covid e poterli poi indirizzare nei reparti di competenza. Al momento, in Pronto Soccorso vi sono sette pazienti Covid che dovrebbero, per logica, essere trasferiti nelle strutture ospedaliere destinate al Covid. In Pronto Soccorso vi è un solo medico, bardato come prevede il protocollo e che ovviamente non può spostarsi dal reparto e quindi sia nella tenda del pretriage sia nel nuovo Pronto Soccorso i pazienti hanno avuto a disposizione un unico medico, quel cardiologo appunto che da ieri sera riteniamo abbia dovuto fare i salti mortali e di cui purtroppo non conosciamo il nome ma ricorderemo con riconoscenza l’impegno. Ma non finisce qui e poiché noi siamo cattivi, a detta di qualche imbecille che tre volte al giorno, prima e dopo i pasti si esibisce nella ruota davanti alla casa del potente di turno, è appena il caso di evidenziare che nel reparto dell’ex Chirurgia in cui in materia di attrezzature indispensabili o quanto meno necessarie, non c’era niente ieri, quando ospitava i pazienti Covid e non c’è nulla oggi che è diventato ufficialmente Pronto Soccorso, manca anche la linea internet, quindi, tanto per fare un esempio…non si possono stampare le etichette da apporre sulle provette relative ai prelievi che di solito si effettuano ad un paziente che arriva in Pronto Soccorso…e quindi le stesse devono essere stampate al piano terra, nei locali dell’ex Pronto Soccorso, oggi reparto Covid , quindi “caricate” nell’ascensore che verrà chiamato dal primo piano…quindi giunto, una manina si allungherà verso l’interno della cabina e le preleverà… Potremmo fermarci qui ma aggiungeremo qualcosa per i critici d ‘arte al servizio del padrone…Per quale motivo non si preoccupano di “pizzicare” quegli infermieri che pur avendo seguito un corso specifico per assistenza Covid oggi, grazie alle opportune protezioni, invece di prodigarsi nell’assistenza dei pazienti Covid si riposano, è il caso di dire, dato il momento e la scarsa affluenza chirurgica, nella sala operatoria? Hasta la vista!
Concordo con il medico. Giusto puntualizzare le cose che non vanno bene, ma accanirsi senza sapere bene la realtà e viverla di persona non è normale. Non sopporto i raccomandati o i protetti, ma di sicuro so che anche per i migliori, per quelli che il posto davvero se lo sono guadagnati….. non è una organizzazione facile….anzi.
Andate a vedere la situazione negli ospedali dal vivo……poi mettete nero su bianco!!!
capire le difficolta’ organizzative in un periodo cosi’ delicato non e’ da tutti. E’ facile parlare,
penso che sia nota la situazione in cui versano tutti gli ospedali campani e non solo quelli campani
purtroppo stazionano i covid a sessa aurunca in pronto soccorso perche’ non ci sono più posti in tutta la campania ….nessuno li prende e hanno bisogno di cure anche complesse
un consiglio spassionato alla signora Nardi da parte di qualcuno che segue il cerusico da sempre e vi stima per la vostra professionalita’ e non ha mai venerato i potenti, venite a vedere come lavorano quei ragazzi a sessa coi covid sono da ammirare…
ma scelga fonti piu’ attendibili di qualche pseudoinfermiera che sa solo dire cose senza senso invece di andare in prima linea come fanno molti suoi colleghi
Gentile medico del San Rocco, non credo di avere mai messo in dubbio il lavoro ed il sacrificio degli operatori del San Rocco, tanto è vero che ho messo in evidenza l’impegno dell’unico medico in turno l’altra notte. Ho sempre e soltanto puntato il dito contro l’incapacità organizzativa di chi continua ad occupare posizioni privilegiate non per merito ma per sponsorizzazioni politiche. Non capisco cosa mi stia rimproverando e quando ho criticato il lavoro di coloro che lavorano. Se l’accusa è costruttiva e documentata, io sono prontissima ad accettarla. A me certamente non può dire che “è facile parlare” dal momento che per aver messo il dito nei possedimenti aurunci di qualcuno, mi provoca soltanto insulti. Grazie
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