SIGILLI AL LIDO BAGNO PARADISO DI BAIA DOMIZIA…FORSE PERCHÉ I PROPRIETARI HANNO VOTATO SCHIAVONE ALLE REGIONALI?
– di Salvatore Zinno – L’impressione di questo giornale è che si sta vivendo a Sessa Aurunca, seppur in maniera morbida, una sorta di rifacimento storico del “periodo del terrore” – ricorderete il periodo seguente alla rivoluzione francese, durante il quale le teste venivano mozzate così come un casaro mozzerebbe la pasta filata durante un normale giorno di lavoro. Questa impressione (ma neanche tanto) è data dal fatto che uno alla volta, sono stati individuati dei bersagli da abbattere e con scientifica perizia ed in silenzio, vengono abbattuti.
Ma perché succede questo? Perché, non tutti a Sessa e dintorni hanno voluto scegliere di votare colui che poi ha stravinto le elezioni regionali di settembre scorso; e lo sappiamo, il personaggio è di indole altamente vendicativa, anche se nasconde la sua vendicatività dietro quel suo famoso sorriso sornione… quindi, in una opera di eliminazione assoluta del dissenso, come a dire: “ridendo e scherzando… ti faccio male”!
A questo proposito, è sempre nostra impressione che un’altra “tacca” si è andata ad aggiungere al manico della scure del dominus della politica sessana, una nuova testa è stata fatta rotolare giù dal patibolo.
Ma vediamo i fatti: “il caso” ha voluto che appena cacciato Silvio Sasso dalla casa comunale ad opera sempre del nostro novello Robespierre, il quale faceva parte della cordata politica di Massimo Schiavone, un paio di giorni fa i Vigili Urbani si sono accorti che nella frazione di baia Domizia ci sarebbe uno stabilimento balneare costruito senza le dovute autorizzazioni, all’interno del quale sarebbe presente addirittura, audite audite…un locale per la ristorazione! Scandaloso, un lido con ristorante annesso, in una località turistica!!!
Ora voi lettori vi chiederete: che c’azzecca un abuso edilizio (o presunto tale) con il patibolo allestito in una immaginaria piazza della rivoluzione, dove un Robespierre al sapore di “tracchiulelle e baccalà alla sessana” sta giustiziando (sempre immaginariamente) i suoi oppositori politici all’alba del suo trionfo elettorale?
Ve lo spieghiamo con le dovute considerazioni, dopo però aver fatto una breve ma obbligatoria premessa.
Premessa: Appia Polis, ha sempre denunciato qualsiasi tipo di abuso o illecito perpetrato nel territorio casertano, senza mai fare sconti a nessuno e senza avere mai timori reverenziali per chiunque ne abbia commesso, sia esso l’impiegato delle poste o il grand commis di stato; ragion per cui, se in quel di Baia Domizia è stato commesso un abuso, l’autore ha tutto il biasimo di questo giornale e non sarà questa occasione a farci mutare orientamento.
Completata la premessa, veniamo al dunque.
Come detto, due giorni fa, i Vigili Urbani di Sessa Aurunca, si recano nella frazione marinara e appongono i sigilli al lido “Bagno Paradiso” ed all’annesso ristorante. Motivo?
La struttura, ristrutturata tre anni fa circa, non possiederebbe il parere della soprintendenza archeologica e paesaggistica in ossequio al vincolo della Legge Galasso.
Il primo quesito che ci poniamo è: perché ve ne accorgete solo dopo tre anni, nonostante in questo lasso di tempo, la struttura in questione sia diventata una delle più in voga della zona, ospitando a tavola e in spiaggia sia dipendenti comunali che vigili urbani fuori servizio? Ragion per cui, l’odioso abuso edilizio oggi rilevato, è sempre stato sotto gli occhi di tutti.
Proseguiamo, il lido Bagno Paradiso, non è certo sorto come d’incanto tre anni fa? No, esiste da una cinquantina di anni, mese più mese meno; ed occupava già da lustri una certa porzione di area demaniale con un basamento in muratura ove insistevano le strutture di spiaggia. Da quello che ci perviene, la proprietà del lido non ha fatto altro che demolire le strutture vetuste e riedificarle con criteri più moderni ed anche più graziosi dal punto di vista estetico – ma queste son considerazioni personali – utilizzando sempre la stessa struttura di base di cinquant’anni fa e presentando regolare SCIA in luogo del permesso a costruire.
A questa attività burocratica sarebbe dovuto seguire l’esame della pratica da parte della commissione tecnica paesaggistica istituita presso il comune di Sessa; peccato però che questa commissione non esiste per cui, il cittadino imprenditore in un caso come questo, come potrebbe far valere il proprio diritto a fare impresa nel migliore dei modi possibili?
Veniamo ora agli aspetti “politici” che hanno fatto sorgere il dubbio per il quale si tratti non solo di “repressione dell’abusivismo” (da dimostrare), ma di una vera e propria “esecuzione” di un oppositore politico.
Per affermare questo dobbiamo fare un passo indietro, e spiegare a chi appartiene la società Bagno Paradiso, proprietaria del lido in questione. Appartiene alla famiglia di Raffaele Aceti, uno degli spin doctor del giovane esponente della politica locale Massimo Schiavone, il quale ha la colpa o il merito – decidete voi – di aver condotto per mano il rampollo di casa Schiavone fino alla collocazione nella lista del Partito Democratico, causando un discreto dispiacere a Gennaro Oliviero.
Ragion per cui, alle scorse regionali, nella stessa lista del PD erano candidati due sessani che concorrevano al medesimo posto – circostanza mai capitata nella storia politica sessana; lo abbiamo raccontato ampiamente in precedenza e l’epilogo vi è già arci-noto, per cui passiamo oltre.
Ora, sulla scorta delle considerazioni fin qui edotte, seppur con una punta di malizia ci viene facile mettere assieme le prove per arrivare alla sentenza di “decapitazione”, ovvero: 1) il Bagno Paradiso con la mancanza di un adempimento burocratico, 2) la proprietà della famiglia Aceti, 3) la decisione di Aceti di sfidare Oliviero in favore di Schiavone, 4) l’eliminazione del sindaco facente parte della stessa cordata politica ostile al dominus. Messe assieme queste quattro cose, unite alla solita delazione anonima (ma manco tanto) del “vicino di casa” – a Baia Domizia di questi periodi non sono tanti quelli che ci abitano – ecco che parte la solerte squadra di Vigili Urbani comandati da un’altra vecchia conoscenza di questo giornale, il dott. Pasqualino Emerito, il quale non ha mai vacillato nella professione di fede al succitato politico.
D’altra parte, che fosse iniziata una stagione di vendette ed epurazioni, lo abbiamo scritto già qualche settimana fa (LEGGI) e questo ultimo episodio non fa altro che dare conferma alle nostre tesi.
Sotto a chi tocca allora, la lista del boia è ancora lunga…. “o con me o contro di me…e se sei contro di me, allora son guai”!!!
Evviva la democrazia….bravi, applausi!