A TRE GIORNI DAI FATTI, NON UNA VOCE SI È ALZATA A SUO SOSTEGNO…ANZI, PARTONO LE BORDATE
– di Salvatore Zinno –
In merito alla dura denuncia posta in essere qualche giorno (LEGGI) fa dal parroco del Duomo di Sessa Aurunca – Don Roberto Palazzo – eccoci alla fase in cui si deve trasformare l’avversario politico in nemico, e si deve contestare la sua legittimità come competitore nel dibattito, sia esso politico, sociale o anche religioso. È una delle tecniche più in voga negli ultimi anni, che i politici, moto spesso autoreferenziali ed inconcludenti mettono in campo per delegittimare colui che si pone in contrasto con il loro modo di fare.
Questo giornale, ha sposato molto ben volentieri la contestazione lanciata da don Roberto, per un motivo molto semplice: perché noi, da anni, stiamo portando avanti una vera e propria battaglia contro la malasanità – impersonata dalla mala gestione manageriale e politica della ASL casertana.
I vari “Troll” auto-pilotati dal politico di turno, lanciati come cani famelici contro questo giornale, accusandolo di voler “strumentalizzare” lo sfogo del prete, trovano una netta e facile opposizione nelle centinaia di articoli che quasi quotidianamente abbiamo pubblicato sul tema sanità-pubblica-casertana.
L’ospedale San Rocco di Sessa Aurunca è stato in questi ultimi anni, un fulgido esempio di mala gestione politica; come non tenere a memoria, la figuraccia nazionale trasmessa dal programma “Le iene”, con i farfuglianti argomenti dell’allora direttore sanitario, in carica senza titoli e per solo volere politico.
Gli stessi Troll, accompagnati da una claque di tifosi da cortile, in queste ore, stanno anche conducendo una sottile (secondo loro, ma sgamatissima) campagna di delegittimazione verso il parroco, indicandolo come un burattino nelle mani di abili manipolatori oppure come un intruso nel salotto buono della politica…faccia il prete se ci riesce, questo è uno dei vari siluri lanciati verso don Roberto.
Beh, cari Troll vi possiamo garantire che lui il prete lo fa e lo sa fare anche molto bene.
Detto ciò, in questi giorni sono colpevolmente mancate voci istituzionali a sostegno del sacerdote; lo abbiamo raccontato a caldo ma lo constatiamo anche oggi a freddo. Nessuno dei politici locali, si è sognato di spendere una sola parola a supporto di quanto denunciato, nonostante che la denuncia stessa abbia sortito una fortissima onda di indignazione e di approvazione da parte della cosiddetta società civile. Infatti sono state centinaia le testimonianze di vicinanza al parroco sessano, i commenti di approvazione sulle pagine social si sono susseguiti copiosi come pure i “mi piace” e le condivisioni; addirittura è stato lanciato un hashtag dal titolo #iostocondonroberto, moltiplicatosi rapidamente con un tam tam spontaneo.
Ciò nonostante, come già detto, qualche commiserevole tentativo di sminuire la portata della denuncia c’è stato ed è riconducibile esclusivamente all’entourage del politico locale maggiormente colpevole dello sfascio sanitario-amministrativo in atto, il Presidente del Consiglio regionale Gennaro Oliviero.
Sarebbe stato interessante seguire un dibattito serio e franco, innescato dalla denuncia del parroco, invece niente; solo un deprimente silenzio venuto da tutte le figure istituzionali presenti sul territorio. Silenzio dalla politica di maggioranza, ma anche da quella di opposizione, silenzio dagli ambienti religiosi e silenzio anche dalla maggioranza delle entità associative attive nell’area aurunca. Tutto questo silenzio, se da un lato è mortificante perché dà la cifra del livello di coraggio che c’è nell’affrontare certe argomentazioni, dall’altro lato conferma che il prete ha centrato il bersaglio avendo raccontato una verità talmente scomoda da aver lasciato senza parole tutti.
Ciò che è stato denunciato qualche giorno fa, altro non è che la punta dell’esasperazione di un popolo, raccolta da colui che cerca di portare avanti il suo ministero di fede in maniera decorosa.
È anche la conferma alla giustezza della battaglia intrapresa da questo giornale verso quel sistema equiparabile ad associazione delinquenziale politico-amministrativa, per la quale il primario obiettivo è “affossare la sanità pubblica per favorire la sanità privata” (cit. On. Nicola MORRA – Presidente Commissione Bicamerale Antimafia); Morra lo ha detto in maniera chiara proprio questa mattina nel corso di un intervista radiofonica su Radio24, e visto il ruolo che ricopre ha senz’altro gli elementi per poter fare certe affermazioni: “in molte regioni italiane, dopo l’approvazione della modifica costituzionale del Titolo V che vede assegnata in capo alle amministrazioni regionali la gestione della sanità, tanti politici – per lo più consiglieri regionali – hanno sviluppato interessi personali economici nel campo della sanità privata”. Questo fenomeno deve interrogare la gente o no? Vedersi spogliati lentamente, di un sacrosanto diritto costituzionale all’assistenza sanitaria pubblica può far incazzare la gente o no?
E se questa incazzatura, questi interrogativi, vengono raccolti quotidianamente da chi la gente la vede, la ascolta, la cura nell’anima, e vengono poi espulsi in maniera anche impetuosa, chi vogliamo colpevolizzare?
Perché non iniziamo a colpevolizzare quei politici che hanno interessi economici nella sanità privata. I Troll o i tifosi da cortile, si sono mai chiesti come mai il loro politico di riferimento abbia tutti i parenti più diretti (figli, nuore, nipoti) dipendenti di cliniche private? Non se lo chiedono perché sono lì, sotto la tavola del politico ad attendere la briciola che cade dal piatto per partecipare al banchetto fatto con i soldi pubblici nella sanità privata.
Il circuito è semplice, una picconata alla volta si demolisce il sistema di welfare sanitario pubblico: un giorno sposti due infermieri da un reparto mettendolo in affanno, il giorno dopo prendi un macchinario da un ospedale e lo fai girare per altre strutture montandolo e smontandolo e lentamente danneggiandolo rendendolo inoperativo, poi non permetti che vengano espletati i concorsi per medici ed infermieri e i primari li piazzi lì solo come facenti funzioni e quindi con la consegna del silenzio sennò saltano, appalti per le forniture ed i servizi esterni solo con i massimi ribassi per cui le ditte per rientrarci devono tagliare sul personale e sulla qualità del servizio, ecc.ecc. Contemporaneamente, le strutture private offrono servizi migliori, rapidi ed efficienti, in convenzione con il servizio sanitario regionale, per cui al cittadino non costano niente…nell’immediato, ma costano un botto in termini di rimborsi che le ASL mensilmente sborsano. Ma le Asl chi sono? Non sono altro che l’Amministrazione Regionale, la stessa Regione che da un lato toglie alla sanità pubblica e dall’altro versa a quella privata; la stessa amministrazione i cui eletti sono sempre più spesso azionisti nelle società di sanità privata…Ecco quindi il riferimento attualissimo ai “grandi leader politici del nostro territorio che vivono beatamente nei palazzi della loro corruzione”!
Il cattivo quindi è il parroco, lo “sbagliato” è lui e appresso a lui questo giornalaccio che strepita contro questa diffusa corruzione diventata normalità!
Stiano tranquilli i Troll, i tifosi da cortile e tutte le anime belle che credono di volare sempre una spanna più in alto di chi denuncia e di chi pone in evidenza lo schifo che questo territorio subisce oramai da troppo tempo, noi ci faremo trovare sempre qui in prima linea.
Ci eravamo ieri, ci siamo oggi con don Roberto ma anche senza di lui e ci saremo domani…AppiaPolis non ha bisogno di nessun paravento per portare avanti i propri argomenti, lo abbiamo lungamente dimostrato.
Nel frattempo, a coloro che pavidi sono rimasti silenziosi nei loro gusci timorosi di essere schiacciati dalla propaganda dominante, diciamo: “Maria Vi aiuti” (cit. don R. Palazzo).