“SCHEGGE DI PAURA”: SI È INNOCENTI FINO A PROVA CONTRARIA

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di Mariantonietta Losanno 

“Presto o tardi un uomo che indossa due facce dimentica qual è quella vera”.

33918 big 300x169 “SCHEGGE DI PAURA”: SI È INNOCENTI FINO A PROVA CONTRARIAAaron Stampler -interpretato da Edward Norton al suo esordio sul grande schermo- è un chierichetto timido e impacciato, accusato dell’efferato omicidio dell’Arcivescovo Rushman. Tutte le prove sono a suo carico: Aaron viene trovato in un bagno di sangue poco lontano dall’abitazione del religioso. Ad occuparsi del caso è Martin Vail (Richard Gere), un brillante avvocato amante delle sfide: come dimostrare che il ragazzo non sia realmente l’assassino dell’alto prelato? Nonostante in principio la sua scelta sia stata dettata dall’ego, ossessionato dall’idea di vincere ad ogni costo, l’avvocato si adopera con tutto se stesso per fare emergere la verità.

Schegge di paura. Il significato del finale del film 4 300x169 “SCHEGGE DI PAURA”: SI È INNOCENTI FINO A PROVA CONTRARIAIndizi schiaccianti, un mix di ingredienti giusti (sesso, perversioni, dissociazioni della mente) e un epilogo a sorpresa: “Schegge di paura” affascina lo spettatore, e al tempo stesso lo illude di poter prevedere il corso della narrazione. Quella che sembra essere una storia semplice con una conclusione altrettanto semplice, si trasforma in una vicenda appassionante e inaspettata. Il regista si focalizza sulla caratterizzazione dei personaggi, sui loro demoni interiori e sulla loro capacità di distorcere la realtà: mostrando le loro debolezze, costruisce una storia secondaria che si muove parallelamente a quella principale. Martin mette da parte la voglia di successo, i soldi, la popolarità a favore di una causa in cui crede sempre di più; si lascia condizionare dal fatto che il suo assistito sia fragile, abbia vuoti di memoria e per riempirli si costruisca un “gemello cattivo”. 

EDmaxresdefault 300x165 “SCHEGGE DI PAURA”: SI È INNOCENTI FINO A PROVA CONTRARIATutto sembra volgere, dunque, verso un lieto fine: Martin ottiene la tanto sperata vittoria e Aaron risulta innocente. Ogni cosa, però, cambia direzione. L’avvocato e l’imputato si trovano di nuovo faccia e faccia, come nel primo incontro, ma questa volta c’è molto di più: ci sono dei sentimenti che li legano dopo aver compiuto questo “viaggio” insieme. Martin assume un atteggiamento quasi paterno, atterrito dalle ferite di quel ragazzo fragile e traumatizzato; Aaron, allora, abbassa le difese e si tradisce. Prima o poi, una verità scomoda deve venire fuori, anche soltanto per sfidare l’avvocato che proprio per sfida aveva accettato il suo caso. La vicenda, dunque, si conclude con una “doppia vittoria”, totalmente inaspettata. D’altronde, Edward Norton è perfettamente a suo agio ad interpretrare un “doppio ruolo”, come quello in “Fight Club”