CAPODRISE – Un’indagine storico-artistica e una rapida ricognizione dei vincoli della Sovrintendenza sulla struttura, cui seguiranno un progetto di risanamento strutturale e funzionale e la bonifica dei luoghi. Insomma, si fa sul serio. Nel pomeriggio del 9 ottobre, nella chiesa di Sant’Andrea Apostolo, a Capodrise, il Centro studi De Gasperi ha incontrato don Giuseppe Di Bernardo; per il De Gasperi c’erano il presidente Salvatore Liquori, Gaetano Argenziano del direttivo e l’architetto Raffaele Cutillo, che ha accolto l’appello del Centro studi a costituire un comitato il recupero della chiesetta di San Donato, oggi un rudere abbandonato a sé stesso. Tutti hanno ribadito la necessità, non più rinviabile, di ridare un futuro a un luogo della memoria e dello spirito, caro a tutti i capodrisani, per secoli unico tempio di un’area con poche case sparse abitate da contadini. «L’idea è ambiziosa e complessa – ha dichiarato Liquori –, ne siamo consapevoli; ma oggi, per la prima volta, esiste una volontà condivisa e una direzione chiara». Quel che resta di San Donato è una testimonianza della nostra terra, che va ben oltre i fasti borbonici conosciuti dalla massa; il sito, con il suo valore architettonico, segna anche il tracciato territoriale più antico che caratterizzava, e in parte ancora caratterizza, il paesaggio della Campania Felix. Insomma, una vestigia preziosa di un’identità popolare e di orgoglioso riscatto sociale, la cui riemersione è un diritto e dovere per tutti. Al termine dell’incontro, don Giuseppe si è impegnato a fornire la massima collaborazione al tavolo tecnico, coordinato da Cutillo; mentre Liquori e Argenziano, a studiare possibili fonti di finanziamento.
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