AZIONE LIBERA E LAVORO COSTANTE

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     –         di Ciro Esposito        –                                      racconto caserta ciro esposito scaled AZIONE LIBERA E LAVORO COSTANTE

Tanto tuonò che piovve! Sono arrivato, finalmente alla conclusione della narrativa che riguarda i problemi del “Quartiere Alto”; la parte della città a cui ho dato moltissimo ma ritengo di aver fatto altrettanto per Caserta tutta ( mi sono sempre ritenuto un amministratore di tutta la città che grata mi votava a iosa perché lavoravo incessantemente) .Dedicavo molto tempo a Casertavecchia perché non era stata mai adeguatamente considerata per la sua Storia e il suo Valore culturale e per questi riguardi ,il solito sindaco, mi accusò di occuparmene per i miei interessi personali…quali?…Forse perché la parte femminile della mia famiglia viene da Casertavecchia? Anche se lo ritengo superfluo, devo chiarire. Ho dato tanto a quella Delegazione, perché ero sollecitato dai parroci di Sommana (Iodice) e di Pozzovetere… (Siniscalchi che in cabina votata il DC De Crescenzo ma pressava me) e anche se constatavo che gli elettori del Quartiere snobbavano il mio impegno …i voti che ricevevo si contavano sulle dita delle due mani …ma questa è un’altra storia della quale non me ne sono mai crucciato perché non avevo dubbi sulla mia elezione…risultavo sempre il primo eletto! Forse perché Sant’Antuòno s’annammuràje do’ puòrco e i Casertani di me? …può darsi!

E siamo arrivati ai Campi di Calcio e agli edifici polifunzionali ma prima bisogna precisare che anche per le opere pubbliche, al Comune di Caserta, si adottava il Manuale Centelli e se stavi in Giunta ottenevi di più: sempre se eri capace di farti rispettare. Corbo ed io eravamo quelli con più esperienza, cercavamo le occasioni, studiavamo “il Libro”, controllavamo i provvedimenti Regionali e Nazionali, facevamo gli appositi progetti e ottenevamo quanto necessitava. La città aveva bisogno di strutture sportive e di aule scolastiche…ci demmo da fare. Per i campi sportivi tutto filò liscio mentre per le aule necessarie alla popolazione scolastica ricorremmo alla furbizia aggirando l’ostacolo e progettando la realizzazione dei Centri Polifunzionali…ln questi edifici ci si poteva mettere di tutto. Intanto, trasformai il mercato coperto di Piazza Cavour al Rione Tescione in asilo nido… progettammo 5 campi di calcio e 5 Centri polifunzionali, portammo i progetti in Consiglio, a torta regolarmente divisa. A Ciro Esposito toccarono i Campi di Casertavecchia e quello del Rione Vanvitelli; all’assessore Pacifico quello di Casolla. a Iaselli quello di Ercole, a Corbo gli impianti di S. Clemente. Lo stesso criterio fu adottato per la costruzione dei Centri polifunzionali: a Esposito quelli di S. Benedetto e quello di Casertavecchia, a Iaselli quello di Puccianiello, a Pacifico quello di Casolla, a Corbo l’altro.

Tutte queste opere pubbliche furono realizzate tranne quelle di Casertavecchia che dovevano sorgere, facendo degli espropri, nella zona di fronte alla chiesetta di S. Rocco, in prossimità del sito che doveva ospitare il pozzo semi artesiano per la fornitura idrica del Quartiere ma i vari adempimenti non furono fatti perché l’amministrazione cambiò e il nuovo sindaco, col suo vice Della Valle la pensarono diversamente…ah proposito: insieme a padre Siniscalchi mi ero anche attivato per fare di Casertavecchia un Comune a se stante e la documentazione era a buon punto… e finalmente, per le problematiche del Quartiere di Casertavecchia posso , in coscienza, pronunciare la parola FINE e dare anche …a Cesare quello che è di Cesare.

Però una cosa mi è rimasta nel gozzo: Il Campo di Calcio di Casolla è intestato ad una certa Ferone…ma chi è? Ninì Pacifico ne fu l’artefice e nessuno se lo ricorda; eppure Casolla gli deve tanto… la gratitudine non è di questo mondo e nessuno lo sa meglio di me…tutti la fingono prima di ottenere il richiesto!

Col prossimo impegno inizieremo a dilettarci raccontando tutto quanto ho fatto anche manualmente, oltre che con la testa, nell’interesse dei cittadini che mi collocavano sulla “sedia” perché facessi il mio dovere. Inizierò dal punto dove tutto finisce; per quello che feci per renderlo idoneo alla ricezione onde non aver critiche dai visitatori. Ma, a proposito dell’ultimo alloggio devo dare una informativa: il giorno 18 settembre, insieme al Giornale mi è stata consegnata una copia di un giornale periodico Provinciale è vi ho letto la notizia…il 19 alle ore 21,30 si sarebbe tenuta in S. Maria C.V. una serata in ricordo della memoria per la morte avvenuta il 10 luglio di un giornalista di cui non faccio il nome ma dico che era il famigerato pennivendolo di cui ho precedentemente scritto, il quale, sulla Gazzetta di Caserta mi copriva di ingiurie, di accuse, di fango e di calunnie perché era animato da sordido rancore ideologico. Non c’è più ma se ci fosse gli direi che lo avevo perdonato tanto tempo fa però, a quanto pare, qualche altro non lo ha fatto! A S. Benedetto, mio paese natale, dicono: chi fa mal’ e muònece San Francisco se ne pava e, il pennivendolo, schizzandomi addosso il suo fango fece, all’epoca, parecchio male ad una intera confraternita …riposi in pace… Dei cospiratori e dei golpisti ne è rimasto ancora uno!