(f.n.) – Rientrati nella normalità o quasi ed in attesa di iniziare a registrare gli effetti inevitabili delle elezioni regionali sulla Sanità…in attesa che svettino magicamente verso l’alto i policlinici, veniamo a conoscenza di un episodio accaduto ieri all’Aorn di Caserta… “Quando ti rechi all’ospedale provinciale di Caserta l’unica cosa certa è il pagamento di 2,50 euro di parcheggio. Quello che accadrà dopo sarà solo il caso a determinarlo” – esordisce un caro amico la cui moglie è stata protagonista di una vicenda che definire paradossale è un eufemismo – “Quattro anni, quattro anni capisci?, – continua l’amico- questo è il tempo trascorso tra la visita preliminare, medico- ortopedica, effettuata da mia moglie, in regime di intramoenia in un centro privato casertano, perché, non avendo l’Ospedale ambulatori disponibili, si appoggiava a questo centro. Per la visita quattro anni fa mia moglie ha pagato 119,00 euro, ricevendo una fattura ospedaliera e l’impegno di convocazione per l’intervento. Ha quindi avuto inizio una lunghissima paziente attesa… La prima chiamata (dopo costanti e ripetute telefonate di sollecito al medico interessato dottor Emilio Taglialatela) avviene allo scadere dei 3 anni. Nel dicembre 2019 arriva l’agognata convocazione per gli accertamenti pre-operatori da effettuarsi all’ Ospedale. Lungo calvario, al termine del quale vedono la luce gli accertamenti clinici. L’avvento del Covid 19, con il conseguente lock-down, interrompe l’iter per l’intervento, fissato il 12 marzo 2020. Superata la chiusura “da virus” riparte il nuovo conto alla rovescia. Pazienza, pazienza, fede e perseveranza, telefonate, telefonate e telefonate. Giunge infine la chiamata dal “nosocomio provinciale” (dal tel. 0823-232271), appuntamento a stomaco vuoto martedì 22 settembre ore 8,30 al padiglione D. Meglio giungere qualche minuto prima, infatti ieri mattina ore 8, corridoio d’attesa (padiglione D piano rialzato) stracolmo di persone con mascherina, distanziamento zero. Attesa ed ancora attesa, passa il tempo senza alcuna informazione da parte di nessuno. Di tanto in tanto appare e scompare un agente della sicurezza, che, investito da domande di ogni genere, non rilascia, ovviamente, indicazioni. Degenti, utenti esterni e convocati per tampone covid 19, TUTTI insieme appassionatamente ed accomunati dalla snervante attesa. Verso le 11 sale la tensione, caldo, sudore, c’è chi va e chi arriva ancora, qualcuno inizia a dare segni d’impazienza. Mia moglie è stanca, stanca e priva di qualsiasi indicazione decide di abbandonare il corridoio e di recarsi all’URP – Ufficio Relazioni col Pubblico. Attraversata tutta la struttura ospedaliera fino al padiglione A con ingresso da via Tescione, trova gli uffici CHIUSI e senza personale. Insistendo riesce ad incontrare un responsabile della Direzione Sanitaria del presidio, tale dottor Melone. Questi, non appare molto convinto delle denunce verbali di mia moglie, forse viene da un altro pianeta e trovandosi lì per caso crede, si rifiuta di ritenere possibile che all’Ospedale di Caserta vi siano inefficienze e tenta la strada telefonica appurando per quella via della chiusura dell’URP. Declina responsabilità consigliando a mia moglie avvilita di fare ritorno al padiglione di partenza”. Il caro amico è addirittura frastornato… sembra quasi che fatichi a rendersi conto che questa è la nostra sanità ed è così che si tutela e si difende il nostro diritto alla salute…ma ha capito certamente che così non si va da nessuna parte e che quello che è successo a sua moglie è esattamente quello che succede alle persone perbene, miti, indifese, senza santi protettori né padrini, i contribuenti non disponibili all’assoggettamento al “padrone di turno”, ai cialtroni usurpatori di beni pubblici, gestiti a piacimento da incapaci, raccomandati dalla mala-politica, usurpatori di beni collettivi padri e padroni della salute della gente. “Alle 12, mia moglie, avvilita e delusa – conclude l’amico – riprende l’auto dal parcheggio, un parcheggio sudicio, indecoroso, caotico e simile in tutto e per tutto all’Ospedale, per recarsi alla locale stazione dei Carabinieri di via Laviano. In zona cesarini riesco a convincerla a non perdere ulteriormente tempo e rientrare a casa. Questa la sanità pubblica, quella in cui certi personaggi sguazzano senza vergogna. Personaggi che sono “minoranza”, ma fanno si adoperano “affinché si faccia di ogni erba un fascio… Peccato che la maggioranza buona, competente e professionale in questo nostro Paese sia destinata a soccombere ad un branco di incapaci. Quando e chi riuscirà a restituire la speranza a chi ormai non crede più in nulla?” Noi possiamo solo aggiungere: per caso qualcuno ha qualcosa da eccepire anche questa volta?, qualcuno si rizelerà anche questa volta?, avanti c’è posto… ma fateci il piacere! Hasta la suerte, amigo!