Il Presidente del Sindacato Infermieri Italiani denuncia: «Riceviamo ogni giorno, da diverse Regioni, richieste di colleghi che aspirano a tornare nella sanità pubblica con il miraggio di un contratto migliore. Ma non possiamo abbandonare a se stesse le strutture private in un momento in cui, con il pericoloso ritorno del Covid, gli anziani tornano ad essere i soggetti a rischio verso cui va posta la maggiore attenzione possibile»
ROMA – Il pericoloso aumento dei contagi e la difficile situazione della sanità pubblica con gli infermieri costantemente e legittimamente sul piede di guerra, pronti a “impugnare la spada” per far valere i propri diritti, non rappresentano le uniche problematiche contro cui dover fare i conti.
Anche la situazione della sanità privata e in particolare delle Rsa non attraversa, da tempo, un momento felice.
Il Presidente del Nursing Up, Sindacato Infermieri Italiani, Antonio De Palma, a capo di un soggetto vicino, da sempre, anche alle esigenze dei colleghi che lavorano nel contesto privato, denuncia e solleva la questione della delicata emorragia di infermieri che si registra negli ultimi mesi in tali strutture e in particolare nei presidi dove sono ricoverati anziani.
«Come sindacato, esordisce De Palma, facciamo notare come da mesi riceviamo telefonate di colleghi che ci chiedono di tornare nella sanità pubblica. Con il miraggio poi di un contratto continuativo, salvo accorgersi che forse, vista la situazione attuale, stavano meglio prima. Insomma se da un lato la coperta è davvero corta, sia da una parte che dall’altra, registriamo, denuncia De Palma, una pericolosa situazione di allarme tra gli infermieri, che vogliono andar via, in particolare i colleghi delle Rsa.
Sorvegliate speciali sono il Piemonte, la Lombardia, l’Emilia Romagna ecc…
La situazione della sanità privata è delicatissima: si attende da tempo immemore un rinnovo contrattuale che ancora non arriva, quando invece andrebbe finalmente ricreata quella serenità atta a dare impulso ad un settore fondamentale dell’assistenza sanitaria italiana.
Non possiamo non pensare al particolare frangente in cui ci troviamo: con gli anziani costantemente a rischio, per il pericoloso e graduale ritorno del Covid.
I datori di lavoro comprendano, una volta per tutte, che anche nella sanità privata senza gli infermieri si rischia il crollo inesorabile su tutti i fronti.
Gli operatori di supporto, che troppo spesso si pensa di poter utilizzare con pericolose ed illegittime surroghe, non possiedono i requisiti professionali di legge “che invece sono indispensabili per offrire prestazioni sanitarie infermieristiche agli anziani”, quindi una assistenza qualificata ed autonoma a 360 gradi.
Le persone fragili della nostra società vanno tutelate e protette, particolarmente in un periodo come questo, funestato dalla presenza del Covid 19, chiosa De Palma: laddove mancasse, nella sanità privata e nelle RSA, quel presidio assistenziale h24 incentrato ineludibilmente sulla responsabilità e sulla competenza professionale degli infermieri, rischierebbe di venir meno quel dispiegamento di professionisti che possiedono conoscenze e competenze per individuare e segnalare i primi segni della presenza del Covid 19.
Nessuno sottovaluti questo aspetto, perchè quando si parla di competenze infermieristiche ci riferiamo a leve particolari e non fungibili da parte di chi non possiede analoga preparazione e qualificazione, che devono essere attivate per contrastare in maniera adeguata la malattia quando ancora è possibile farlo, quindi al primo verificarsi di condizioni sospette, allertando i servizi della ASL competenti e mettendo in campo tutte le prescrizioni previste dai protocolli.
E’ solo con strategie di questo tipo che sarà possibile preservare e salvare numerose vite umane, conclude De Palma, ed è per questo che la nostra competenza professionale non può in nessun modo essere surrogata, se si desidera spezzare sul nascere le catene di contagio anche nella sanità privata e nelle RSA oggi più di ieri, visto che tutti siamo impegnati a combattere contro un agente biologico pericoloso e pervasivo come il Covid 19, conclude De Palma.