MANCHEVOLEZZE E CAPACITÀ

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racconto caserta ciro esposito scaled MANCHEVOLEZZE E CAPACITÀ          –        di Ciro Esposito       –              

Ho saltato un giovedì e sono stato subito rimproverato da alcuni, mentre altri, mi rimproverano di essere nostalgico: rispondo tosto sulla “nostalgia“.

Un grande scrittore, Cesare Pavese, diceva che non è bello essere nostalgici ma è invece bellissimo, da anziani, pensare a quando lo eravamo…sarà il mio caso?

Per il salto di giovedì scorso devo precisare che se “non mi sono presentato all’appello” non è stato per causa della calura estiva ma soltanto a motivi tecnici, con i quali sto ancora lottando e, soprattutto per la mia incapacità a gestire i mezzi che la tecnologia moderna ci offre… il mio cervello si rifiuta … i limiti sono limiti e quando ci sono è bene ammetterli…si chiama onestà mentale attribuibile al mio bagaglio culturale. Il COMPUTER è, per me, soltanto una macchina da scrivere; chi la ricorda la gloriosa Olivetti 22? Mi dilettavo a scrivere il Controcronaca portando al mio pubblico i colloqui coll’Asino Custode; facevamo commenti sullo stato della nostra città che allora era ancora decente ma, lanciavamo anche anatemi e invettive contro un certo tipo di autorità che, in verità, le meritavano ampiamente e proprio perché le meritavano non accennavano alla benché minima difesa…le carte mi davano ragione. La mia mancata presenza su AppiaPolis è stata determinata dal toner (non è una cosa che si mangia) della mia stampante: è finito e non sono capace di cambiare la cartuccia per cui devo attendere, ancora oggi 21 agosto, che venga “l’anima buona” a cambiarla. Però mi fa piacere che, anche se minimamente e impercettibilmente si sente la mancanza del vecchio “rinco”. Giro Esposito”.

Ma, messo da parte i giochi, parliamo di cose serie. Nella chiusura dell’ultimo appunto ho accennato a due articoli de “Il Mattino” che avrei commentato per ristabilire la verità su fatti che il cronista non conosce appieno… è giovane.

Il primo “pezzo“; quello del 2 Agosto u.s. parla di un fatto molto importante per la città e mi dà lo spunto per qualche correzione doverosa per far conoscere ai giovani la stazza dei politici che hanno diretto la cosa pubblica cittadina. Uomini che ho conosciuto; con alcuni ho avuto l’onore di collaborare mentre con altri eravamo soltanto colleghi. Ho conosciuto giganti e gnomi, dotti e analfabeti, politici e arrivisti, galantuomini e ribaldi, vanagloriosi e modesti, faziosi e obiettivi…tutta una varia umanità che a torto o a ragione, ma sempre eletta, ha frequentato Palazzo Castropignano…per buona parte di essi, soltanto come comparse…non avrebbero potuto e saputo fare altro … ma la gente li votava!

Il cronista ricorda l’apertura di Via Roma e il suo collegamento con Piazza Amico (era il 1955) e accenna al politico di lungo corso Ciro Esposito, estimatore di Marco Antonio Fusco, il Sindaco della bonifica della prima Caserta perché a bonificare la seconda fu il suo allievo che oggi narra i fatti. I giovani debbono sapere che via Roma si collegò con Piazza Amico mediante l’abbattimento del Palazzo Fiano e questo la nostra città lo deve a uno dei progetti di Marco Antonio Fusco il quale, con le sue iniziative operose bonificò anche la frazione di S. Clemente che era attraversata da Est a Ovest da un ruscello di acque luride provenienti dagli scoli delle civili abitazioni …un corposo e rumoroso ruscello che soltanto un politico di iniziative lungimiranti riuscì a decretarne la fine …coadiuvato dall’assessore ai LL.PP. l’ing. Vincenzo Varone cittadino sanclementese, ottimo. Questo discorso ci porta, ineluttabilmente a parlare della toponomastica cittadina. A Caserta la toponomastica, come è dimostrato, non è questione di meriti acquisiti, per aver dato alla città o alla Patria qualche importante contributo, ma soltanto l’effetto dell’appartenenza al partito X o Y, di conoscenze, di amicizie e presenze di parenti in Consiglio Comunale …puoi essere stato anche un coglione …! Le strade più belle, le più lunghe e le più larghe portano toponimi di sconosciuti o di “individui” che per la città o per l’Italia non hanno fatto nulla e questo dato acquisito ci obbliga, giocoforza, alla valutazione del peso specifico, politico culturale, di quanti nel tempo, si sono avvicendati sugli scranni di palazzo Castropignano (ovviamente, durate la mia permanenza). Nella graduatoria dei sindaci migliori, il primo posto va all’ ing. Marco Antonio Fusco, (a cui è intitolata una stradina tra i giardini reali e la Sannitica…una vergogna per chi lo ha fatto, forse soltanto perché Fusco era Liberale e non D.C.) lo segue il preside Salvatore Di Nardo, gli altri, per me sono stati dei travet, degli impiegati che hanno fatto il loro dovere ma anche qualcuno che, per partigianeria, ha nociuto alla cittadinanza eppure gode del toponimo di una grossa arteria cittadina… quando si dice la parentela!

Poi abbiamo gli sconosciuti ma importanti per l’appartenenza al “Partito”: a Casola, ridente frazione collinare, una stradina è intitolata all’Avv. De Franchis, ottimo avvocato, bravo e onesto cittadino… come tanti altri… era socialista e nulla più. Un’altra strada è attribuita al dott. Russo…ottimo medico che ho conosciuto …cosa ha fatto per Caserta…? Nulla!! È stato Consigliere Comunale per il PCI, senza infamia e senza lode ma contava il partito. A Sommana, la piazza è intitolata a un signore che, pare, sia stato consigliere comunale soltanto per alcuni giorni…i Sommanesi, ogni qual volta è stata affissa la targa col toponimo l’anno divelta e buttata via …Chissà perché!! Per non parlare della strada ove io abito, con tanto di tabella… “Paride Bronzetti“…Chi cazzo è? Avevo suggerito di intitolarla a Giuseppantonio Luserta ma quando me lo hanno chiesto la mia forza politica contava poco o nulla! Poi vi è la stronzata del secolo … ma di questo parleremo nel prossimo numero…non voglio costringervi a letture faticose.