OSPEDALE IL MEMORIALE DELLA DOMENICA 110

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(f.n.) – Per evidenziare le criticità di un Ospedale, verificarne l’inefficienza, stigmatizzarne le perle gestionali o valutarne le eccellenze e le priorità, non sono sufficienti le chiacchiere, più o meno fantasiose e neppure le lamentele e neppure le autocelebrazioni, ma è indispensabile la materia prima, cioè appunto…l’Ospedale. La tragedia consiste nel fatto che… è l’Ospedale che manca all’appello e di questo passo, in breve, dimenticheremo persino, che sia esistito un tempo in cui, sottoporsi ad un intervento chirurgico al Sant’Anna e San Sebastiano rappresentava una scelta precisa e non un’emergenza. Siamo alla resa dei conti e a costo di essere noiosi, continueremo a sottolinearlo. Tramontato il commissariamento, considerato una felice pausa all’interno del nulla costituito o una sorta di parcheggio provvisorio per le idee in via di formulazione; superato il lock down a colpi di “premialità sì e premialità no e premialità riservate”; avvilito l’Ospedale stesso, con l’accorpamento selvaggio dei reparti, che ha contribuito in maniera determinante, ad evidenziare una pessima organizzazione dei servizi sanitari ed a favorire le cofecchie, più o meno storiche del cerchio magico; sfangato anche il Ferragosto, in attesa che qualcuno si decida a ridiscutere della fascia retributiva ed a farlo, si spera in maniera intelligente e razionale, lasciando che siano i sindacati a decidere; constatato che, nonostante si blocchino le graduatorie della mobilità, si continuano a concedere straordinari per carenza di personale che, peraltro non vengono interamente conteggiati in busta paga…   oggi ci troviamo dinanzi ad un drammatico interrogativo: dov’è il nostro Ospedale? L’Aorn Sant’Anna e San Sebastiano, oggi svolge la sua funzione di Dea di II livello ed Azienda di Rilievo Nazionale ad Alta Specializzazione in tre aree…area oncologica, area materno-infantile… (si continua a nascere per fortuna, anche se per interventi chirurgici importanti si veleggia verso l’altrove…) ed il Pronto Soccorso che smista i malati che hanno necessità di ricovero dove capita…. Il fiore all’occhiello dell’Aorn la Cardiochirurgia grida “bingo” quando riesce a mettere insieme due interventi alla settimana e non vogliamo riaprire la piaga della terapia intensiva cardiochirurgica, la cui organizzazione, dovrebbe impedire sonni tranquilli alla direzione strategica… ma di cosa parliamo?, la favola della riapertura delle attività ospedaliere, prevista il 1 settembre, non regge più di quanto regga la capanna dello zio Tom alla prima grandine…Le problematiche rimandate nel tempo, la soluzione delle “pecche” organizzative rinviate a data da destinarsi, lo sgomitare cronico dei soliti noti, l’autoincensarsi ed il proporsi come rimedio per tutti i mali possibili, le rendite di posizione e soprattutto l’incapacità di verifica e di controllo di cui hanno dato prova provata, vuoi per convenienza spicciola e amor di pace o per dolo, le varie direzioni strategiche degli stivali del marchese di Carabas…oggi hanno spiaggiato l’Ospedale, come una gigantesca tartaruga in asfissia…La triade dirigenziale, intanto, producendosi in un singulto ferragostano,  segnale di esistenza in vita in attesa del 21 settembre…(perché, parliamoci chiaro…tutta la manfrina dell’empasse, delle nomine mancate, delle graduatorie bloccate e via col tango, consiste esclusivamente nella trepidante attesa del consigliere regionale giusto, quello che farà la parte del leone nella sanità locale dal 21 settembre in poi…si accettano scommesse) ha pubblicato la delibera 133 del 5 agosto u.s. annunciando la costituzione di un collegio tecnico, per la verifica e la valutazione dei risultati e delle attività dei dirigenti medici e non medici, del dipartimento di Scienze chirurgiche…Ed ovviamente a presiedere il collegio, è stato nominato il capodipartimento Ferdinando Salzano de Luna che, non avendo in tanti anni di titoli e contro titoli ed incarichi, avuto il tempo di imparare ad operare la tiroide, costringendo l’Azienda a pagare un chirurgo esterno, oggi dovrebbe essere in grado di valutare l’altrui lavoro…Non si comprende inoltre quali attività si dovrebbero valutare, visto che abbiamo appena finito di registrare la calma piatta che sta facendo scomparire l’Ospedale di Caserta, dalle cartine geografiche della Sanità. La politica o presunta tale, ha praticamente distrutto l’Ospedale di Caserta…diciamo che si è divertita parecchio, ma anche questa, rischia di essere una descrizione sommaria ed assai approssimativa del disastro; la politica gestisce la sanità nella misura in cui la sanità cammina sulle gambe e sull’intelligenza di uomini e donne, la qualità della cui natura è di tale infima specie,  da consentire ad altri di gestirla…dilungarsi sul tipo di prebenda che caratterizza lo scambio, offenderebbe più chi scrive che chi legge…quindi andiamo oltre…Hasta el Domingo!