“A QUIET PLACE – UN POSTO TRANQUILLO”: HORROR O CINEMA MUTO?

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         –        di Mariantonietta Losanno       –                      onesheet “A QUIET PLACE   UN POSTO TRANQUILLO”: HORROR O CINEMA MUTO?Il silenzio terrorizza più delle urla, e questo è certo. Ma se un’intera pellicola si basa solo sul fatto che per sopravvivere non si debbano emettere rumori, allora forse si sta esagerando. “A Quiet Place – Un posto tranquillo”, diretto da John Krasinski e interpretato da Emily Blunt e da Krasinski stesso, è ambientato nel 2020: la Terra è stata invasa da predatori alieni (che sono più dei mostri, simili ai “demo gorgoni”, per gli appassionati della serie televisiva “Stranger Things”), privi di vista ma con un udito sensibilissimo. La famiglia Abbott comunica, infatti, attraverso il linguaggio dei segni e cerca di restare in vita. Per 472 giorni gli Abbott sopravvivono, ma con un figlio in arrivo non fare rumore diventa sempre più difficile.

a quiet place 659x330 1 “A QUIET PLACE   UN POSTO TRANQUILLO”: HORROR O CINEMA MUTO?Il vero nemico è la comunicazione. Ci sono talmente pochi dialoghi che sembra di essere tornati indietro di quasi cento anni, e pare si stia guardando un film muto. È strano pensare ad un film in cui non ci sono dialoghi nell’epoca in cui comunicare è tutto: i social, i mass media, le fake news, gli scandali e i pettegolezzi. Oggi si fa a gara a chi alza di più la voce. Basti pensare ai dibattiti politici in cui per farsi valere bisogna urlare, o a tutte le pubblicità, le discussioni, gli “scoop”. Sembra che la nostra epoca stoni parecchio con la pellicola. La scelta di Krasinski è assolutamente coraggiosa, perché basare un’intera pellicola sul silenzio e riuscire a mantenere gli spettatori concentrati, è complesso. Al tempo stesso, forse, Krasinski ha cercato di essere furbo, provando a creare una tensione particolare: è come se avesse voluto trasmettere nel pubblico la stessa preoccupazione dei protagonisti della pellicola, ovvero quella di non farsi sentire, quindi di non fare rumore. Il risultato finale non convince a pieno. Il motivo principale è che la pellicola non si inserisce in nessun genere (parte dall’idea di essere un a quiet place un posto tranquillo “A QUIET PLACE   UN POSTO TRANQUILLO”: HORROR O CINEMA MUTO?horror, successivamente sembra un film muto, e infine pare che sia una pellicola drammatica che ha come tema la famiglia), e né ha la forza di essere un film a sé stante. In secondo luogo, tutto è estremamente statico, non ci sono molte azioni (a parte poche scene prevedibili, dato che facilmente ipotizzabile pensare che prima o poi i “mostri” arrivino): il pubblico, quindi, non può far altro che assistere senza troppo coinvolgimento.

L’attenzione è rivolta agli sguardi di terrore, e al concetto di comunicazione nel contesto familiare. Krasinski forse, consapevole di questo contesto sociologico e psicologico complesso, avrebbe dovuto affrontarlo diversamente insistendo maggiormente su queste tematiche. Aspettiamo l’uscita (con la speranza che la riuscita sia diversa) di “A Quiet Place II”, prevista per il 2021, che è sia prequel che sequel.A Quiet Place Un posto tranquillo scaled “A QUIET PLACE   UN POSTO TRANQUILLO”: HORROR O CINEMA MUTO?