DELOCALIZZAZIONE ISTITUTO VIA ROMA, SpC SI OPPONE

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“IPOTESI ASSURDA PER UNA SCUOLA DELL’OBBLIGO”

CASERTA – Può una scuola definita nel mese di agosto “in precarie condizioni statiche ed igienico sanitarie” ottenere tutti i certificati di agibilità il mese successivo? Può una amministrazione comunale lasciare una vasta area del centro cittadino senza neanche un plesso di scuola pubblica dell’infanzia ed elementare? Si può ipotizzare tutto ciò, quando è in corso la fase cruciale della redazione del Piano Urbanistico Comunale, che si muove (almeno nelle intenzioni palesate nel preliminare di piano) su strategie diametralmente opposte, ossia di “densificazione” in termini di servizi degli spazi urbani?

Sono queste le domande che pongono in una interrogazione i consiglieri di Speranza per Caserta al Sindaco Marino ed alla sua Giunta che, in pieno agosto (mese in cui, la storia di questo paese ci insegna, i governi preferiscono amano deliberare i provvedimenti più spregiudicati), ha approvato il progetto di fattibilità tecnico economica per la realizzazione di un polo scolastico nell’area “ex Saint Gobain” con l’intento di “delocalizzare” il Plesso della Scuola dell’Infanzia e Primaria “Lombardo Radice” di via Roma. “Per giustificare l’ipotesi di delocalizzazione – argomentano i consiglieri Apperti, Naim e Fabrocile – la scuola in delibera viene dipinta come fatiscente, ma poi a settembre vengono rilasciati, come sempre, le certificazioni di agibilità: dove sta la verità? E come si fa a parlare di riqualificare un’area attualmente priva di scuole dell’obbligo e con una popolazione crescente in relazione al completamento del quartiere, quando lo sviluppo residenziale nell’area ex Saint Gobain interessa quasi esclusivamente il limitrofo comune di San Nicola La Strada?”. Peraltro, i consiglieri fanno notare anche come esistano normative molto precise in termini di edilizia scolastica, per quanto riguarda le distanze massime consentite che un cittadino deve coprire per raggiungere le scuole dell’obbligo, in particolare le materne e le elementari: normative che sarebbero completamente eluse con questa delocalizzazione. Infine, la questione PUC: “Si continua – lamenta il consigliere Apperti – ad agire in maniera confusa e contorta: da un lato si progetta un PUC con criteri anche condivisibili, ma quanto progettato rischia di essere demolito ancor prima di vedere la luce. Ci provò Del Gaudio con i suoi project financing, poi fortunatamente revocati dal primo all’ultimo durante il periodo commissariale, ci riprova Marino con questo progetto assolutamente inammissibile. Con oltre nove milioni di euro (a tanto ammonta la stima del finanziamento richiesto) si può progettare qualsiasi intervento di riqualificazione ed adeguamento in loco, senza privare centinaia di famiglie di uno storico punto di riferimento scolastico, senza svendere l’immobile di via Roma, e mettendo a tacere qualche malpensante che già ipotizza che tutto ciò sia anche un favore verso diversi istituti scolastici privati che insistono nella stessa zona”.