OPEROSITÀ, ONORI ED ONERI

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        –        di Ciro Esposito        –                  racconto caserta ciro esposito scaled OPEROSITÀ, ONORI ED ONERIEra il 1954 quando iniziai a frequentare Palazzo Castropignano; ero stato nominato dal Sindaco (la S è maiuscola) Marco Antonio Fusco suo Delegato Municipale per le frazioni di Falciano e S. Benedetto…le due borgate che mi hanno dato sempre almeno il 60% dei consensi…nella sezione 43%, alla mia prima candidatura, ottenni 599 voti su 600 elettori …un voto fu annullato per scheda scarabocchiata: la elettrice Sacco Anna aveva il morbo di Parchinson…mi aveva votato. Il modo corretto di comportarmi e di propormi mi procurò la simpatia e l’amicizia di Giuseppe Antonio Luserta…tra i suoi consigli ne ricordo uno: quando comandi ricordati di applicare l’articolo quinto. “Chi tèn’ mmàno ‘a vinto”. e fatti rispettare. Totonno era persona intelligente, furba, di gran cuore e ottimo imprenditore: Mi prese sotto la sua ala e mi scafò nella vita mentre Emanuele Ciocia mi insegnò i rudimenti dell’arte di amministrare. Con tali maestri, diventai GIRO ESPOSITO e diedi a Caserta tutto quanto potevo; avrò anche messo qualche firma storta ma sempre in buona fede e mai ho fatto schifezze di cui pentirmi…mi hanno fatto correre, hanno creato problemi ai miei cari…ma a guardare l’anagrafe si nota che loro stanno a via cappellone e io sto ancora qui.

Nella puntata precedente ho chiuso con il Gas a Casertavecchia ma per portarcelo non fu semplice, come non fu facile portarlo nelle frazioni di S. Benedetto e Falciano. La conduttura principale del Gas di città fu costruita fino a Caserta dalla ditta Impregeco e proveniva dal Beneventano…attraversando le colline tifatine, passava per S. Benedetto e arrivava alla cabina principale ma la rete non serviva le frazioni che attraversava …una presa di posizione del direttore provinciale della SNAM che adduceva, a sostegno della sua tesi, motivi tecnici e burocratici…per me erano pretesti e null’altro. Ero un assessore “di peso” del Comune e la decisione non mi garbava per cui ogni qual volta che la SNAM interveniva con un qualsiasi lavoro sulla rete trovavo pretesti ed erano contravvenzioni salatissime e sospensione dei lavori…voi direte che era un ricatto? Lo era… eccome! Le liti tra me e il Nicola della SNAM erano all’ordine del giorno…ma “u’ rispètt ‘e rispètt”. Uno dei due doveva cedere ma il verbo cedere non è mai esistito nel mio vocabolario…cedette il sig. direttore che provvide alla estensione e agli allacciamenti alla rete per le due frazioni. Per il Quartiere Alto il discorso fu più complicato: La SNAM pensava di portare il Gas attraverso la Mezzano-Casertavecchia; il percorso era lungo e la spesa enorme; erano riluttanti. Sapevo del percorso della condotta e feci rilevare che poteva essere portato a Casertavecchia scavallando la collina, riducendo percorso e spesa …loro non avevano mai considerato tale itinerario…In Consiglio, all’atto della approvazione e assegnazione trentennale dell’appalto, feci il resto…non mi fidavo e feci inserire nel verbale di seduta i nomi delle frazioni da servire…è scritto agli atti del Consiglio.

 La Piazza a S. Benedetto…qualcuno direbbe un’aspirazione dei residenti dal tempo do cipp ‘a Furcèlla. Ero ottimo amico del Vescovo Roberti il quale mi sollecitava sempre il progetto della costruzione della Chiesa del Buon Pastore di Piazza Pitesti. Una Domenica, mentre pranzavamo, gli parlai della Piazza che volevo realizzare in S. Benedetto; il terreno era di proprietà della parrocchia di S. Maria Degli Angeli di S. Nicola L.S. il cui parroco Don Antonio Pasquariello era ed è mio amico. Il Vescovo che oltre a essere intelligente era anche un mio sostenitore …approntò gli atti e metà del terreno, fu ceduto gratuitamente al Comune e vi realizzai la Piazza…intanto il progetto della chiesa era stato approvato dalla Commissione come lo era stato il progetto della Croce sulla collina che tutti possono ammirare. La Croce mi veniva raccomandata dalla mia mamma a cui si rivolgeva colui che aveva presentato il progetto: Mons. Rossetti, un anziano prete di Casola; ci teneva tantissimo. A pratica completata portai la licenza edilizia al reverendo il bravo prelato per ringraziarmi portò alla mia mamma un barattolo di miele delle sue api che mia mamma regalò alla vicina di casa perché noi soffrivamo già di diabete. Quel regalo mi sarebbe costato, oggi, un avviso di garanzia per corruzione…anche se dolce!

I posti di lavoro: l’art. 24 e la legge 285. Non ricordo a quante persone ho dato un lavoro…tantissime: era gente che aveva bisogno, sono diventati bidelli, netturbini, impiegati…quanti eventi ho propiziato e determinato…sono contento di averlo fatto e devo ringraziare soltanto LUI che me lo ha permesso…quanti giovani hanno trovato lavoro e retta via e poi … si ricordavano di me quanto votavano …era un interesse privato al contrario…oggi , sarei condannato a morte per traffico di influenze…soltanto che io, prima davo e poi, forse, ricevevo la gratitudine col voto. Con il Ministro Preti diedi lavoro, nella Amm.ne Finanziaria Statale, con il famoso Art.24 mentre con la legge 285 feci il pieno …110 giovani provenienti dai Rioni popolari e dalle Borgate ebbero il lavoro nel Comune soltanto per merito del sottoscritto…IL FATTO: Ero il segretario dell’Assessore per le finanze della Regione Campania Vincenzo Russo, al 4° piano in via S. Lucia. Al terzo piano vi era il responsabile della formazione che mi consigliò su come fare formazione e creare lavoro. In una notte preparai un progetto, lo feci approvare dalla Giunta, lo portai al collega che lo istruì e ne parlai all’assessore mio capo… lo sponsorizzò e in pochi giorni il mio progetto, a cui avevo dato il nome di “Reggia e Pertinenze”, fu approvato dalla Giunta Regionale; prevedeva l’impiego di 25 cantonieri 75 giardinieri e 10 istruttori. I giovani da impiegare sostennero un esame preliminare presso la ditta Mazzitelli e attraverso l’Ufficio Collocamento furono reclutati ed iniziarono a frequentare il corso: Il Comune non sborsò un soldo e il pagamento delle spettanze e del funzionamento era a totale carico della Regione e della C.E.E.. Dopo il corso di formazione il Comune li inglobò nel suo organico e se Ciro Esposito, quella notte, anziché lavorare al progetto avesse dormito, quei giovani come sarebbero finiti? Mi gratificarono votandomi e facendo baldoria dopo le elezioni e per tutta risposta fui incriminato come camorrista…ma di questo parleremo la prossima volta…..