“FAVOLACCE”: L’OSCURITÀ SI ANNIDA DOVE MENO CI SI ASPETTA 

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          –        di Mariantonietta Losanno       –                    favolacce 3 scaled “FAVOLACCE”: L’OSCURITÀ SI ANNIDA DOVE MENO CI SI ASPETTA C’era una volta una piccola comunità di famiglie della periferia sud di Roma, un mondo apparentemente normale in cui dietro all’ostentazione del benessere, alla felicità fittizia e ai sorrisi forzati si nasconde una profonda disperazione. I genitori apparentemente amorevoli sono in realtà orchi, i figli – incapaci di farsi ascoltare – sono strumentalizzati o ignorati: inevitabilmente la rabbia esplode e porta verso la sconfitta di tutti.

Partiamo da una fondamentale asserzione: “Favolacce” non è un film per tutti. La pellicola dei fratelli D’Innocenzo è cupa, rassegnata, caratterizzata da una tensione latente quasi insostenibile. Si presenta come una vera e propria favola (con tanto di voce narrante, quella di Max Tortora) ma nasconde una complessità che, per essere compresa, necessita di uno studio approfondito. È un tipo di cinema a cui in Italia non siamo abituati e che lascia lo spettatore sorpreso, ma anche insicuro, spaesato, alienato. Sono tutti sentimenti che affascinano e spingono ad addentrarsi all’interno di quest’opera che si serve delle contraddizioni per esprimere i propri contenuti. “Favolacce”, dunque, è una sorta di ibrido, che impedisce la collocazione in un preciso genere. favolacce x “FAVOLACCE”: L’OSCURITÀ SI ANNIDA DOVE MENO CI SI ASPETTA 

L’idea alla base di questo progetto coraggiosissimo è rappresentare quanto conta l’apparenza. Quello che viene mostrato è un quartiere tranquillo in cui famiglie medio-borghesi condividono piacevoli serate, i figli sono tutti ben vestiti, educati e con delle pagelle quasi perfette. Eppure si ha subito l’impressione che qualcosa si celi dietro questa facciata “perbenista”: la stessa famiglia “normale” è capace di ascoltare una notizia di cronaca nera (quella che riguarda due genitori che, prima di suicidarsi, hanno annegato la loro figlia neonata) senza battere ciglio, restando impassibili. È proprio quel silenzio a spaventare: tutto si basa su un’apparenza fragile a cui nessuno crede e che è sul punto di spezzarsi per dare sfogo a rabbia e violenza. Sono famiglie che vivono in un limbo esistenziale, in cui non sono mai pienamente felici o infelici, ricchi o poveri, né mai esprimono un’opinione “fuori dal comune” per non far crollare l’idea di “normalità”.

d innocenzo “FAVOLACCE”: L’OSCURITÀ SI ANNIDA DOVE MENO CI SI ASPETTA “Favolacce” è un film doloroso e disturbante, in cui lo spettatore subisce le scelte dei personaggi costantemente incastrati in un disagio senza speranza. Una visione per certi versi insostenibile: a conti fatti, allora, “Favolacce” è un dramma sociale? Un film d’autore? Una sorta di horror? Un po’ tutte queste cose insieme. La pellicola dei fratelli D’Innocenzo trasmette una sensazione di oppressione, un’assoluta impossibilità di una via di fuga. Silenzi, famiglie senza amore, tensioni, bambini non amati e adulti che si comportano da bestie: in “Favolacce” non ci sono filtri o scappatoie, ogni cosa è vera e brutale. I dolori sono insopprimibili, le esistenze prive di aspirazioni provocano rabbia e indignazione, le prigioni familiari in cui vivono i personaggi e l’indifferenza che li contraddistingue feriscono e annientano.

favolacce scaled “FAVOLACCE”: L’OSCURITÀ SI ANNIDA DOVE MENO CI SI ASPETTA Non c’è un lieto fine né un principe azzurro: “Favolacce” ha solo la facciata della favola ma è a tutti gli effetti un’opera perversa e sadica con uno spiccato gusto dell’orrido e del grottesco, che si discosta notevolmente dal panorama cinematografico italiano. È un racconto senza scampo, in cui la mediocrità resta insanabile. La pellicola – per quanto ambiziosa e ben costruita – non è esente dai difetti, primo tra tutti indubbiamente quello della dizione che rende difficile la comprensione di tutte le battute. “Favolacce” è una “favola sulla maturità” di grande potenza che al tempo stesso attrae e allontana, destinata a far parlare di sé. favolacce 1 scaled “FAVOLACCE”: L’OSCURITÀ SI ANNIDA DOVE MENO CI SI ASPETTA