IL COLPO DI SPUGNA

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  –        di Vincenzo D’Anna *        –                      

Ho le carte in regola per poter dire, insieme ad altri e ben più autorevoli uomini di scienza, “l’avevamo detto!”. Il titolo che ci garantisce questa lapidaria affermazione ci proviene da improperi, delegittimazione, l’isolamento morale e sberleffi ricevuti, oltre alle querele che abbiamo dovuto presentare all’autorità giudiziaria per tutelare decoro professionale e personale, in riferimento alla vicenda del Covid-19.

Tutto ciò, dopo mesi di comunicazione controllata dalle forze politiche di Governo, di vero e proprio allarmismo con numeri di decessi gonfiati che venivano sparati ogni sera dai video televisivi. Un’orgia di numeri farlocchi, di percentuali di letalità decuplicate calcolate non sui cento casi infetti, ma solo su quei dieci casi manifesti, diffondendo il panico necessario per chiudere in casa, in quarantena, un intero popolo. E cosa dire delle carenze di posti in rianimazione, della mancanza di autorespiratori per curare polmoniti interstiziali nel mentre la gente moriva per altra, diversa causa? Chi furono coloro che impartirono il divieto di eseguire autopsie sui cadaveri per conoscere le cause vere dei decessi, ovvero della coagulazione intravasale diffusa causata dalla mancata cura dell’infiammazione nei pazienti? Chi furono coloro che diedero per buona la teoria, proveniente dalla Cina, che non bisognasse somministrare ai pazienti colpiti da Covid 19 sia gli antinfiammatori che gli antibiotici? Chi furono coloro che ci irrisero quando affermammo che i virus e le epidemie erano addirittura due, una delle quali da virus autoctono già preesistente sul territorio delle province di Bergamo e Brescia, e della Lombardia in seguito, ignorando gli allarmi di Giulio Tarro? Chi dispose che fossero accreditati come scienziati credibili Burioni & co. della famigerata associazione meta-scientifica e para-politica detta “Patto per la Scienza” che delegittimò le voci fuori dal coro? Perché non fu accolto il lavoro dello stesso ISS che controllando le cartelle cliniche dei deceduti stimava solo nel 3% la casistica dei deceduti sicuramente per Covid-19 senza altre gravi concause presenti in quei decessi? Chi dispose di accatastare gli anziani gravi e moribondi in RSA prive di percorsi e spazi idonei a garantirne l’isolamento?

Ora che le nebbie si diradano, si alza il brusio della richiesta della cosiddetta immunità per tutti gli operatori medici, per quegli eroi che di nulla si accorsero se non quando per autonoma iniziativa di altri medici come Paolo Ascierto di Napoli, Gianpiero Perna di Bologna e Giuseppe De Donno di Mantova, l’italico ed autonomo ingegno ha dipanato la matassa. Non so se in quel simulacro vuoto ed inoperoso, in cui è ridotto il Parlamento, qualcuno abbia posto uno o più degli interrogativi sopra indicati.

Non mi illudo che si possa celebrare un giusto processo che non esamini solo le personali responsabilità, ma che si allarghi alla gestione politico-amministrativa di un evento straordinario e luttuoso. Ma alla tragedia si accompagna sempre la farsa. Ed ecco che viene fuori che gli stessi scienziati accreditati si scoprano prezzolati oratori, con qualche migliaio di euro di parcella, nel mentre altri funzionari ministeriali si rivelano imprenditori sanitari, fabbricanti di derivati immunologici e vaccini. Insomma, trova conferma il sospetto che tutti gli allarmi infondati ed esagerati sul morbo fossero indirizzati a rendere indispensabile in vaccino. Non è un caso che l’Italia acquisti preventivamente quattrocentomila dosi di un vaccino che non ha ancora superato le prove di tossicità.

Non mancano le Cassandre che fanno previsioni sul ritorno del virus ad ottobre, sostenendo la necessità della doppia vaccinazione di massa obbligatoria per influenze e Covid-19. A ben vedere, sono le stesse persone che non seppero prevedere che quel virus pascolava, infettando centinaia di migliaia di persone, in Italia già da novembre del 2019. E che dire della convenienza a non bloccare le produzioni agricole padane? Ecco perché nessuno ebbe interesse a credere al ruolo delle polveri sottili e delle sostanze tossiche sparse come fanghi industriali sui terreni a modo di concime. Particelle veicolo della diffusione del virus in quelle province lombarde e della sua maggiore infettività. Fosse accaduto nella nostra Campania, nella terra dei fuochi, avremmo avuto di nuovo bloccata per anni l’esportazione dei prodotti agricoli che nella Padania nessuno ha contestato. Chi pagherà le spese del collasso economico di portata epocale che fronteggiamo a stento solo togliendoci il cappello a Bruxelles per chiedere finanche agli olandesi un briciolo di considerazione?

Quale sarà la scena finale, non è dato sapere. Per ora, sullo sfondo si staglia la scena luttuosa di chi ha perso i propri cari. Non c’è rumore, perché’ il dolore si spende in silenzio.

* ex parlamentare