LETTERA DI UN PROFESSIONISTA CHE GETTA LA SPUGNA
Il dottor Giulio Liberatore ha inviato una lettera al giornale di riferimento della Sanità in Campania, in cui esausto, spiega le ragioni per le quali ha deciso di rinunciare a presentare la domanda di partecipazione all’avviso pubblico per manager del SSN
Gentile direttore,
sono uno di quelli che, alla fine, ha rinunciato… Ebbene sì, ha rinunciato a presentare la domanda di partecipazione all’avviso pubblico per la selezione dei direttori generali del Servizio Sanitario Nazionale. Eppure un curriculum decente lo possedevo, anche un pochino di esperienza sul campo l’avevo fatta…fino ad un paio di mesi fa ho anche fatto il direttore sanitario aziendale della unica azienda sanitaria in Italia commissariata, con decreto del Presidente della Repubblica, per infiltrazioni camorristiche. Per carità, ci saranno tantissime persone con curricula molto più corposi ed esclusivi del mio. Penso a tutti i grandi professori, con carriere prestigiose negli atenei.
Ma, se altri, come me, per le motivazioni che le rappresento, dovessero aver rinunciato, la sensazione è quella che, in Italia, le cose si fanno sempre in modo “alla italiana “.
Le modalità del bando, sono approssimative e già qualcuno, ha fatto notare alcune criticità, ci aggiungo altre mie considerazioni. Già per l’inserimento nella piattaforma, dopo aver dovuto fare una casella di posta certificata personale, perché quella dello studio del mio legale, non era valida per ricevere le comunicazioni, ho riscontrato delle difficoltà.
Dopo aver provato, inutilmente, a chiamare il numero verde indicato dal ministero, e, peraltro non dedicato, visto che la voce registrata faceva riferimento a farmacie ed altre attività, sono stato invitato a lasciare un recapito telefonico. La cosa mi ha ricordato tanto quelle chiamate ai gestori di telefonia, ma ho lasciato comunque il mio cellulare, è passata una settimana…il bando scade domani….la telefonata ancora la sto aspettando.
Il bando fa riferimento, inoltre alla necessità di possedere, pena la non ammissione, un certificato che attesti la partecipazione ad un corso di formazione manageriale organizzato dalle regioni o dalle provincie autonome di Trento o Bolzano. Mi è sembrata una stranezza ed ho telefonato al numero del ministero indicato. Stavolta, per fortuna, non un numero verde, dove una gentile funzionaria mi ha risposto che non ero l’unico che aveva posto il problema, ma che nel bando così era scritto e lei non poteva farci nulla.
La mia perplessità si riferiva al fatto che mi sembrava strano che un corso di formazione manageriale fatto alla Bocconi o alla Columbia University, non fosse considerato valido ai fini della ammissione ma, evidentemente, ignoravo che le regioni italiane facessero dei corsi talmente esclusivi che, se avessi fatto un corso di management in sanità ad Harvard, non avrei ottenuto le stesse competenze….
Ho fatto anche notare che avevo chiesto di iscrivermi ad uno dei corsi che la mia regione stava organizzando, ma che i primi corsi erano riservati ai direttori generali ed ai direttori sanitari ed amministrativi in carica. His fretus, ossia su questi bei fondamenti, avrebbe detto il Manzoni, nelle regioni si sarebbero scelti gli stessi che finora hanno retto le aziende, con buona pace delle motivazioni poste dalla Madia alla base della pubblicazione di un bando unico nazionale.
Fuor di metafora, sarebbe stato meglio fare un bando più snello e semplice, magari anche più tradizionale…vista la complicazione della piattaforma telematica…..magari si sarebbe potuto scrivere che, come si fa nella selezione per i direttori di U.O.C., si sarebbe posto l’obbligo di fare poi, quando le regioni avessero organizzato un numero sufficiente di corsi di formazione manageriale, il corso organizzato dalle strutture del S.S.N. In questo modo, nella mia regione, visto il numero limitato degli ammessi ai corsi, ed il considerevole numero di colleghi che hanno fatto corsi non organizzati dalla regione, si riduce di moltissimo la possibilità di partecipare.
La sensazione che traspare è che si fanno sempre le cose “alla italiana “ dove, nella migliore delle ipotesi, tanto, nel bando si scrive sempre che il ministero si riserva la facoltà di sospendere o annullare il presente bando e ,se vi dovessero essere profili di illegittimità, c’è sempre questa possibilità. Se si vuol essere un pochino più maligni, oppure più realisti, visto i balletti fatti da governo e regioni sul tema, si potrebbe pensare che, gattopardescamente, si cambia tutto per non cambiare nulla, tanto lo sanno tutti che alla fine, al governo, come alle regioni, ci sono dei politici…ed ai politici non conviene togliere il peso della politica sulla sanità pubblica, sulle scelte dei manager e sul resto.
E’ assolutamente certo, inoltre, che, chiunque dovesse vincere le prossime elezioni, con queste risorse, il S.S.N. ed ancor più i Servizi Regionali Sanitari delle regioni in piano di rientro, o, più o meno da Roma in giù sono destinati ad essere un servizio sanitario povero per i poveri.
Giulio Liberatore
Segretario Generale Aggiunto COSMED