– di Michele Falcone –
La parola d’ordine della sinistra è che il Covid americano sia diverso da quello italiano, molto meno infettivo, anzi quasi benigno.
Per i sinistrati italioti vanno infatti giustificate se non applaudite le manifestazioni di oltreoceano che, oltre a bombe molotov contro i poliziotti, incendi di palazzi ed espropri proletari a negozi, hanno generato assembramenti con il conseguente pericolo che il virus possa dilagare in un Paese che si trova nella fase più violenta di diffusione dell’infezione. Però se in Italia si organizzano manifestazioni civili, tranquille, in cui non girano energumeni con spranghe e fucili ma brave persone, quasi tutte con mascherine tranne qualche piccola calca inevitabile, allora la sinistra grida agli untori. Addirittura uno degli esponenti più ridicoli di questa anacronistica sinistra, quel Sala da Milano vorrebbe fare arrestare i manifestanti quando poi nello stesso tempo elogia i devastatori americani.
E allora difronte alla protesta del popolo che non sopporta più questo governo di intrallazzatori, inetti e vanitosi, i pentastellati destinati a sparire e gli eredi spuri di Lenin si attaccano al coronavirus paventando una improbabile diffusione dei contagi.
Naturalmente la Pravda italiana, La Repubblica, ha urlato alla piazza fascista invocando lo spauracchio del coronavirus che questa volta però non è riuscito a mantenere il coprifuoco imposto per zittire l’opposizione.
Ammesso che sia credibile il pericolo del contagio, allora è possibile che costoro non riescano a comprendere a che punto sia giunta l’esasperazione della gente che, pur consapevole del rischio di una eventuale trasmissione del virus, è scesa numerosa in piazza per mandare a casa questo governo, che si è rivelato il peggiore nella storia del Paese.