– servizio a cura di Giovanna Longobardi – riprese di Gianfranco Carozza
SANTA MARIA CAPUA VETERE (CE) – A seguito della rivolta dei detenuti del carcere di S. Maria C.V. avvenuta il 6 aprile u.s. durante l’emergenza sanitaria, la locale Procura ha notificato degli avvisi di garanzia a carico di circa 44 agenti della Polizia Penitenziaria nell’ambito di un’indagine su presunti pestaggi. Attimi di tensione si sono verificati nella mattinata di ieri, giovedì 11 giugno, quando alcuni agenti sono saliti sul tetto dell’istituto di pena per protestare fermamente contro le modalità impiegate dalla polizia giudiziaria e dalla Procura per notificare gli avvisi; modus operandi che avrebbe esposto gli agenti ai commenti delle famiglie dei detenuti e inficiato l’importanza del loro ruolo dall’interno. In un incontro tra gli esponenti di polizia è intervenuto presso la struttura casertana anche Matteo Salvini che al suo arrivo ha rilasciato alcune dichiarazioni e mostrato piena solidarietà agli agenti della penitenziaria:
“Non si possono indagare e perquisire come delinquenti 44 agenti della penitenziaria. Non esiste né in cielo, né in terra che si deve arrivare a perquisire dei poliziotti davanti ai parenti dei detenuti, anche perché mi domando poi come verrete a lavorare? Di certo le rivolte non si possono sedare con le margherite e vorrei vedere il garante dei detenuti con cento delinquenti in rivolta come si difende…”.
Il leader della Lega attraverso un messaggio Facebook ha poi aggiunto: “Non hanno pagato nulla i delinquenti che hanno distrutto le carceri e ferito i poliziotti. A pagare per tortura ora dovrebbero essere i poliziotti che hanno riportato in cella i delinquenti? E’ una follia”.
Parla di un mancato rispetto tra Corpi dello Stato l’assistente capo della Polizia Penitenziaria di S. Maria C. V., Gaetano Napoleone, asserendo che “in uno stato di agitazione generale si è tentato solo di riportare la calma tra i detenuti che hanno causato danni per centinaia di migliaia di euro”.
“La spettacolarizzazione è una conseguenza nociva per i servitori dello Stato – afferma Aldo Di Giacomo, Segretario Generale del Sindacato SPP – . La magistratura ha il dovere di indagare, ma farlo in questo modo, ossia notificare avvisi di garanzia davanti ai familiari dei detenuti è sicuramente fuori luogo e inopportuno e bisognava prevedere le gravi conseguenze. Noi abbiamo subìto una destabilizzazione del sistema penitenziario a partire dall’introduzione della vigilanza dinamica seguita da un insieme di altri provvedimenti che sono serviti soltanto a generare la crisi all’interno delle carceri e a mettere in ginocchio la nostra sicurezza. Né il Garante dei detenuti, né l’associazione dei detenuti al momento sembrano che si siano discostati dalle violenze che si sono verificate in modo forte all’interno degli istituti penitenziari o abbiano proposto, come abbiamo fatto noi, un nuovo piano di edilizia carceraria che vada a dare dignità sia alla vita dei detenuti, che dei poliziotti garantendo la certezza della pena”.