(f.n.) – I misteri irrisolti dell’Asl, sui quali nessuno si interroga, ma molti ne subiscono gli effetti negativi, sono una vera rappresentazione sacral-paesana… Sarà un vero spasso sgranare il rosario profano, di alcune delle “cofecchie”, di cui la nostra bella sanità territoriale consente la nascita e la legittimazione nel tempo, mentre chi subisce, continua ad interrogare il vento della sera ed a restare privo di risposte. Per molti la reclusione forzata è stata una prova dura da affrontare, per altri un invito alla riflessione e….rifletti oggi, rifletti domani… ti accorgi che, molte delle ingiustizie, dei disagi e delle storture di cui, giustamente, ci si lamenta, sarebbero nate vissute e defunte in uno spazio temporale limitato, se soltanto la classe dirigente dell’Asl, non fosse stata e non fosse, così barbaramente poco incline alla riflessione…o così tenacemente avvinghiata alla poltrona e sottomessa all’obbligo di tacere, obbedire e assolutamente non combattere…Prendiamo un mistero a caso…uno sui quali ci si sofferma poco, o non ci si sofferma affatto…Sbirciando negli uffici amministrativi, osservando i vari dirigenti, registrando i loro incarichi, sovente prestigiosi, anzi più di un incarico ciascuno…meditando sul loro stressante via vai da un luogo all’altro…ad esempio il medico competente…si muove, necessariamente si sposta…secondo il caso….e cosa dire dei direttori sanitari, dei direttori di UOC…insomma di un sacco di gente che si agita indefessamente sottoponendosi a stress notevoli? Ad una visione di insieme, il tutto si traduce in un vivace brulicare di gente che conta, che assume decisioni, che dispone, che si muove con destrezza nelle maglie del potere…ma il potere stressa e sicuramente chi non gode di una salute perfetta, non è idoneo a gestire responsabilità e ritmi pesanti, come quelli che ti piovono addosso, quando in un’Asl importante come quella di Caserta, sei uno che conta…ma guardiamone qualcuno da vicino di questi uomini che contano…e soprattutto controlliamo se siano in salute e in grado di reggere…a noi sembra di si…quindi scopriamo che molti di essi, hanno un denominatore comune… provengono da un gruppo di 150/160 medici assunti per l’emergenza con contratto di dipendenti regionali… diciamo che i due terzi di quel gruppo, dopo l’assunzione ed un breve periodo in servizio sulle ambulanze, sono stati distaccati altrove, verso frontiere che non hanno nulla da dividere con lo spirito, ma molto con il pratico e la carriera…La domanda sorge spontanea, ma come è possibile?,…uno viene assunto per l’emergenza e poi va a fare il dirigente in un ufficio dell’Asl?, semplice…si sono accorti di essere “delicati di salute” ed il medico competente del caso, ne ha confermato la fragilità…pertanto le “diafane crisalidi” non possono subire lo stress dell’ambulanza ma, a quanto pare, possono fare gli straordinari, partecipare ai progetti che, come si sa in Asl, nascono come i funghi dopo l’acquazzone, insomma, possono fare tutto quello che altri, se non avessero partecipato ad un concorso non avrebbero potuto fare…Ma il DG è al corrente del ruolo di appartenenza di un bel numero di suoi prodi?, se facesse due conti e soprattutto facesse il conto delle cofecchie e tirasse i remi in barca, imponendo il ritorno alle origini…si troverebbe allo sportello una carica di moribondi che marcano visita…Forse, vuoi vedere che… con quei due terzi di 150 che hanno disertato le ambulanze, si comincia a spiegare anche il ricorso ai volontari?…o no? Hasta la suerte companeros de merienda!