Nella domenica del buon pastore, preghiamo per le vocazioni e – in questo momento così difficile – facciamo nostra l’esortazione presente nella seconda lettura di Pietro: essere pazienti nella sofferenza
La quarta domenica di Pasqua, tradizionalmente definita la domenica del buon pastore, è dedicata alla preghiera per le vocazioni. Celebriamo la vocazione alla vita religiosa, ma anche alla vita cristiana in generale. Essere chiamati è un dono grande, rispondere alla chiamata è farsi partecipi dello stesso cammino di fede e di attenzione alla vita. In questa domenica, però, poniamo la nostra attenzione anche alla seconda lettura, ovvero la prima lettera di San Pietro apostolo, che si apre con queste parole: “Carissimi, se, facendo il bene, sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio.” Quale miglior consiglio, in questo momento di grande sofferenza e sacrificio? L’impazienza genera confusione e distorsione ma, se sapremo essere pazienti nella sofferenza, saremo generosi e attenti alla vita: ciò sarà gradito a Dio, aggiunge Pietro, “perché anche Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio”.