Che non possiamo uscire di casa ormai lo sappiamo bene, è necessario. Uscire senza motivo sarebbe non solo da irresponsabili ma anche da scemi. Possiamo uscire per acquistare beni alimentari di prima necessità.
Vivendo in una società moderna e capitalistica la voglia di uscire è irrefrenabile si sa, voglio dire, stiamo lottando contro un virus cinese ma noi non siamo cinesi in Cina, loro sono una “Repubblica socialista monopartitica con caratteristiche di mercato” che con una ciotola di riso e tutto ok. I cinesi si sono efficacemente murati in casa e hanno risolto il problema. Noi invece essendo italiani in Italia a quanto pare risulta difficilissimo restarci, ogni giorno si sente di qualcuno a spasso, così alla cazzo. Probabilmente se continua così il governo dovrà mettere un soldato democratico e gentile ma con un AK-47 all’uscita di ogni condominio.
Comunque la spesa bisogna farla ma non vorrei che, una volta entrati al supermercato, ci fosse un addetto che dice cosa è necessità e cosa no.
Non lo dico tanto per, sta già succedendo in questi giorni. Un tizio è stato multato perché ha comprato solo bottiglie di vino, e la cosa non è considerata una prima necessità. Prego? Già vivere in quarantena è molto difficile, poi ci vogliono togliere pure gli alcolici? E pensare che gli alcolici sono il motivo per cui l’Unione Sovietica sono riusciti a tenere i russi lì immobili per decenni: non avevano un cazzo, ma almeno avevano la vodka. Insomma, penso in quale modo è reputata una spesa di necessità? Da chi? Chi la stabilisce la spesa necessaria? Il concetto di necessità è un tantino soggettivo. Se questo tizio avesse preso bottiglie di vino e un formaggino era tutto ok? Come quando da ragazzini andavamo a prendere una rivista pornografica insieme ad un quotidiano, per giustificarci di fronte all’edicolante. Che poi se gli alcolici non sono una necessità, perché il tabacco sì? Tranquilli, lo dico giusto per fare un semplice esempio, non vorrei mettere in testa certe idee al Primo Ministro Conte che poi magari fa chiudere pure i tabacchini e molti per non impazzire uscirebbero con una ruspa per sfondarne uno, e allora poi altro che multa. Comunque i parametri di necessità sono molto vaghi, prefigurano una specie di moralismo alimentare. Perché compri la cioccolata? Sarà mica una cazzo di necessità prenderla, stai senza!
Un altro caso di moralismo è avvenuto ad una coppia di conviventi, multata perché erano usciti a comprare i preservativi. Ditemi voi se non era una necessità. Il sesso è una necessità. A meno che lo Stato non vuole anche imporre di fare bambini per decreto legge. Il sesso già, guardando alcuni programmi certi opinionisti fanno ridere quando consigliano di praticare la castità. Facile per loro che hanno 70 anni, mi sarei stupito del contrario, e anche lì comunque non avrebbero certo bisogno di preservativi. In conclusione, vino e preservativi a parte, che sono indispensabili per affrontare la quarantena, sul concetto di necessità tenete sempre presente il famosissimo aforisma di Oscar Wilde: «Posso fare a meno del necessario ma non del superfluo». Altrimenti è come se chiudessero Netflix o Youporn per farci vedere solo i telegiornali Rai di prima necessità che tra l’altro trovo davvero inutili visto che Conte trasmette su Facebook.
Buon proseguimento di quarantena a tutti.
PepPe Røck SupPa