Scuola chiusa? “Destabilizzante” il commento a bruciapelo di Flavia Sagnelli, già avvocato del Foro di Roma, presidente dell’Associazione Women Empowerment, curatrice d’arte e organizzatrice di eventi. Una donna impegnata nel lavoro e nel sociale, un riferimento per le persone che si affidano a lei per motivi di lavoro e personali. Oltre a tutto questo è anche madre di un bambino di quattro anni.
Com’è la vita famigliare ai tempi del Coronavirus lo ha rivelato in un servizio andato in onda al TG1 giovedì sera, il 5 marzo. Se è normale sentirsi allo sbando quando tutte le certezze crollano e la routine è solo un lontano ricordo, con i figli a casa, il lavoro momentaneamente fermo oppure da reinventare, e mille altre limitazioni, lo è anche la necessità di rimettersi in gioco. In tutti i sensi.
A tutti, ma alle donne in particolare, è richiesta efficienza in ogni campo della propria vita e quotidianità. Lavoro, famiglia, rapporti sociali, organizzazione, casa: le donne sono come abili giocolieri che devono e riescono a incastrare gli impegni e le responsabilità più disparati nell’arco di una sola giornata, settimana, mese o anno. Le donne hanno però anche un’altra qualità: quella di riuscire a trovare soluzioni immediate di fronte agli imprevisti.
In situazioni di normalità, nella vita quotidiana di una madre lavoratrice, ci sono aiuti esterni che le permettono di avere del tempo per occuparsi dei propri impegni, che siano di natura professionale e casalinga. La più importante realtà è sicuramente la scuola, quel luogo sicuro in cui un figlio è seguito, protetto e istruito per un numero di ore sufficiente affinché i genitori possano dedicarsi a provvedere alla famiglia in altri modi.
Ma non oggi, non in questo inverno del 2020 in cui niente più è familiare e sa di quotidiano. Scuole chiuse, attività sospese e impossibilità di far giocare i bambini insieme.
In questo scenario le mamme sono chiamate a “ricalcolare” tutto meglio di come farebbe un navigatore che lotta contro un conducente ostinato a scegliere un percorso alternativo.
Se la mamma è una lavoratrice, poi, tutto diventa più complicato: come gestire uno o più figli, il lavoro e i cambiamenti del lavoro in questo periodo?
A questi interrogativi ha cercato di rispondere Flavia Sagnelli, una mamma lavoratrice che gestisce un’associazione finalizzata a sostenere il lavoro femminile.
- Come avete preso la notizia della chiusura della scuola?
- Inizialmente è stato destabilizzante, saperlo di sera non ha dato modo di riorganizzarsi in tempo. Ma poi ho pensato che poteva essere un’opportunità: per rallentare e per passare del tempo con mio figlio che non fosse sempre di corsa.
Penso che l’inevitabilità di tutto questo abbia un lato positivo. Dà la possibilità di ridimensionarci e tornare a godere di ciò che davvero ci appartiene e spero che, quando sarà finito, ce lo ricorderemo tutti e avremo cambiato qualche abitudine malsana.
- Come vi organizzerete nei prossimi giorni con il lavoro e il bimbo a casa e cosa cambierà rispetto alla vita di ieri?
- Ci organizzeremo il lavoro e le giornate in base agli impegni di entrambi che saranno per forza diversi rispetto al solito. Quello che non cambierà è l’aiuto reciproco che normalmente mio marito e io ci diamo avendo fatto la scelta di crescere nostro figlio senza terze persone. Siamo alla pari come genitori e come lavoratori. Sarà più complicato senza scuola, ma anche questa la trovo un’opportunità: siamo tutti troppo abituati a considerare la scuola come un “parcheggio” dove lasciare i figli. Adesso abbiamo la possibilità di insegnare, giocare, educare, ridere, annoiarci e anche scoprire dove arriva davvero la nostra pazienza.
Sicuramente tutto questo sta avendo conseguenze spiacevoli e porterà difficoltà, soprattutto per il lavoro. Ma sono una persona positiva e ottimista e voglio vedere solo la parte buona di quello che sta succedendo: i cambiamenti portano sempre buone possibilità e miglioramenti se si sa dove guardare per cercarli.
Nel lavoro sto modificando le modalità di svolgimento delle attività programmate, in modo tale da evitare che le donne che si affidano a me e credono nel progetto non rimangano inattive e, allo stesso tempo, cercare di facilitare la vita alle famiglie che devono restare a casa.
Io intanto mi godo il mio bambino. Perderò la pazienza e mi annoierò, ma posso vederlo ogni minuto della giornata e questa cosa la trovo preziosa.
Credo che ogni momento sia regalato e che non bisogna mai dare niente per scontato. Quello che sta accadendo in questo periodo lo mostra chiaramente, ci mette davanti agli occhi una realtà spesso sottovalutata: tutto può cambiare in un istante. Noi abbiamo il diritto e il dovere di godere della nostra vita e, dopo aver vacillato di fronte a cambiamenti importanti, dobbiamo reagire e prenderne il buono, che c’è sempre.