LUSCIANO (CE) – Riceviamo dal comune di Lusciano quanto segue:
“Nostro malgrado, per rispetto verso i Luscianesi, è doveroso replicare a tali affermazioni:
qui la camorra non ammazza da molti decenni; c’è e c’è sempre stata una ed una sola filiale bancaria; coloro che si occupano di edilizia, i meglio noti e famigerati speculatori edilizi, testimoniano che Lusciano, da tempo, è un porto franco dove il racket non mette più piede nei cantieri; fino a questa mattina ci risulta che le vicissitudini giudiziarie del Centro commerciale Jambo non hanno riguardato esponenti politici di questa o della passata amministrazione comunale di Lusciano, sia essi di maggioranza che di opposizione.
Comprendiamo che citare il boss Michele Zagaria, provvedimenti di scioglimento, clan dei casalesi, ha certamente grande valenza di informazione e accende l’interesse del lettore, tuttavia seminare panico, discriminare, affermare cose infondate, lavorare di fantasia, proseguendo per luoghi comuni, incitare alla sommossa, tentando di rendere attuale l’esistenza di “una fitta e intricata rete di parentele, affinità, amicizie e frequentazioni, che legavano alcuni amministratori ad esponenti delle locali consorterie criminali”, farebbe impallidire anche l’autore di “Gomorra”.
Ci chiediamo semplicemente: “Chi si vuole assecondare? Cosa stimola a scrivere un articolo dai toni catastrofici, da anni di piombo? A cosa serve raccontare, senza alcun riferimento ne dato probante, di presunti loschi malaffari?
Si può solo pensare che la speculazione politica e la sete di potere non hanno limiti, non c’è termine allo squallore, non si conosce più né decenza né dignità.
Si legge increduli che…… “Al di là di quello che sarà poi l’esito processuale, le indagini hanno svelato l’esistenza di una oligarchia del cemento che ha conquistato il paese”….. fili invisibili e……un sistema clientelare, che nelle indagini del Tribunale di Napoli Nord ha mostrato tutta la sua forza.
Siamo sgomenti, ma di quale indagine parliamo precisamente? Chi sono gli indagati, chi gli imputati, dove è stata presa visione degli atti riguardanti l’indagine denominata: “l’oligarchia del cemento a Lusciano??????????????????????????”. “L’articolo ha come titolo: “Inchiesta sulle scelte urbanistiche”. Ma chi sta facendo questa inchiesta? Il crivello?… ne prendiamo atto e siamo disponibili a fornire tutto quanto necessario alla vostra crociata “politica”. Perché a noi sembra chiaro che di questo si tratti.
Si afferma ancora che “A pochi giorni di distanza dalle notizie che hanno riguardato le indagini e le perquisizioni, il Consiglio comunale di Lusciano, con un’accelerata inaspettata, ha approvato il Piano urbanistico comunale, concludendo così un iter che era iniziato sei anni prima”.
Perché questo ribaltamento della realtà? Il PUC è stato approvato in consiglio Comunale SETTIMANE prima delle PERQUISIZIONI. E non dopo, come stranamente riportato. Notiamo un incipit a cercare il marcio, ad “inventare” la notizia pur di dargli un senso.
Qualche consigliere di minoranza, o meglio di “Opposizione”, quando parla di ritardi nell’approvazione del PUC, tingendo, come una sorta di personale intercalare, ogni fatto di losche tinte grigie, dimentica che la vicenda fogne ha destabilizzato per mesi le attività amministrative, che è sopraggiunta la dipartita del Prof. Paride Caputi (consulente scientifico del progettista del Piano) e che la tempistica per l’ottenimento dei pareri degli enti sovraordinati non è programmabile.
La sensazione è che poco importi di questi aspetti a chi ha firmato l’articolo, anzi che sia orientato esclusivamente a strumentalizzare la notizia a favore di qualcuno e non a “informare” i cittadini in maniera oggettiva e imparziale. Se nella sua disamina del PUC, rispetto a cui egli stesso si dichiara esperto in materia, non ravvede che l’impostazione di base non è indirizzata in alcun modo verso la SPECULAZIONE IMPRENDITORIALE in quanto gli indici edificatori (molto ma molto più bassi di quelli degli altri PUC approvati in prov. di Caserta) non vanno nella direzione dell’accentramento, ma distribuiscono e spalmano sulla più vasta superficie possibile le volumetrie di progetto. In primo luogo, per completare tutti gli insediamenti già presenti e sorti fuori ambito di pianificazione e ancora per non concentrare la ricchezza nelle mani di pochi. Qualcosa, però, non torna. (per citare l’autore dell’articolo). Come fa un esperto di PUC a non notare e sottolineare questa fondamentale peculiarità di questo Piano Urbanistico Comunale. Che tutto è, tranne che votato alla speculazione imprenditoriale. Che è invece il motivo guida dell’articolo.
A noi, dispiace dirlo, sembra un articolo su commissione…. Con la direttiva precisa di incendiare gli animi, di suscitare ira e disprezzo, fare terrorismo psicologico e rendere belva sanguinaria l’avversario politico.
Tra le puntualizzazioni c’è quella che riguarda la fascia di inedificabilità del “vincolo cimiteriale”, quella che i malfattori amministratori avrebbero trovato il modo per riposizionare a 50 mt per favorire brogli, sanatorie, speculazioni e malaffare. Fa decisamente sorridere, noi concordiamo pienamente sul fatto che l’ambiente cimiteriale non ha le caratteristiche a contorno che dovrebbe avere un luogo di culto per nostri cari defunti. Ma vero è, che il tessuto edilizio che lo circonda è lì intatto da decenni, un tessuto consolidato, fitto di abitazioni civili e attività terziarie di cittadini Luscianesi. Oltre tutto, il 90% delle aree che si trovano al di fuori del range di 50mt ed entro i 200mt, hanno caratteristiche di pianificazione tali da non consentire la realizzazione di alcun volume integrativo né ammettere sanatorie. Quindi recuperare un atto del 1969 è funzionale a facilitare la gestione tecnica dell’esistente e non a sommergere il cimitero urbano di cemento.
In merito a quelle che sono state definite con molta fantasia investigativa “informazioni secretate”, si chiarisce che alla data del 03/07/2018 (data di protocollo del permesso 72/2018) il PUC era già stato da mesi adottato con delibera del 19/02/2018 e quindi era NERO SU BIANCO che i lotti ex B1 del PRG sarebbero diventati saturi e/o standard urbanistici come da indirizzi delle conferenze nazionali INU, mentre i lotti ex B2 ed ex B3 del PRG sarebbero stati consolidati e riportati con i medesimi indici edificatori nel PUC. Ma ad ulteriore chiarimento si rammenda, a chi non vuole ricordare, che questi concetti erano stati già esplicitati, trasferiti e resi pubblici in maniera continuata, specie ai tecnici del territorio, già molti mesi prima, per consentire a chi fosse in possesso di lotti ex B1 del PRG di richiedere eventualmente i titoli abilitativi sui loro terreni prima dell’adozione del piano, onde evitare di perdere definitivamente la potenzialità edificatoria. E i tanti permessi presentati e rilasciati in zona ex B1 del PRG ne sono riscontro incontestabile e certo.
Relativamente alla presunta “coincidenza temporale” tra protocollo pratica e “delibera di recepimento delle osservazioni” si precisa che nulla è cambiato nella potenzialità edificatoria del lotto, tra prima e dopo detta delibera, per tanto protocollarla il 3 Luglio o il 3 Dicembre o tra 5 anni non cambiava assolutamente nulla. “E se hai accesso alle “informazioni SECRETATE” lo sai benissimo…. Perché tanta fretta?.”
Inoltre in ordine a questo Permesso l’ufficio urbanistica precisa che lo stesso è risultato pienamente conforme sia alla disciplina del PRG uscente che a quella del PUC adottato. Specificando che il lotto in oggetto aveva caratteristiche di edificabilità sin dal 1980 – (Zona territoriale omogenea del tipo B3 – Residenziale a caratteristiche rurali). E che la medesima destinazione con il medesimo indice edificatorio è stato confermato nel PUC adottato.
Per tanto ai sensi dell’art.12 comma 3 del DPR. 380 lo stesso era ASSOLUTAMENTE RILASCIABILE ANCHE IN REGIME DI SALVAGUARDIA.
Ma tutte queste cose ormai sono note ed ampiamente dibattute, il permesso in questione è stato radiografato in più sedi e contesti, e ci si dispiace che questo venga riproposto ciclicamente in maniera artata per cercare di posare ombre di autarchia sull’operato del Sindaco e della sua amministrazione.
Infine siamo sinceramente dispiaciuti che tra la minoranza consiliare e il dirigente dell’ufficio lavori pubblici si siano create divergenze importanti, ma sostenere che le mancanze siano unilaterali e/o strumentali non è serio né realistico. È sicuramente doveroso rimarcare come le divergenze siano di tipo “caratteriale” tra i soggetti in gioco, e che, in alcun modo, la maggioranza consiliare si intrometta nelle modalità relazionali, verificando la disponibilità degli uffici, il rispetto dei principi normativi, e chiedendo continuamente di mantenere i toni bassi.