E POI ACCADDE CHE… settima puntata

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–     di Francesca Nardi    –

E poi accadde che un giorno qualsiasi di un anno qualsiasi, un 17enne venisse ucciso e dimenticato…ed accadde che ci accorgemmo che il mondo era diviso in due monoliti e che le alternative erano morte con quel ragazzo biondo come il sole e dimenticato come la verità…

…e poi accadde che la Giustizia Ingiusta, esercitata dalla Parte Giusta del mondo, uccidesse la storia e la libertà affondasse nell’acquitrinio dell’infamia…e poi accadde che il silenzio oscurasse le Idee e pervadesse il nulla e restituisse il vento alle paludi, che ribollirono nella notte …ma  quando gli Uomini Giusti schierati dalla parte sbagliata, mostrarono le loro piaghe, qualcuno parlò di mistificazione ed il cemento si rapprese nuovamente sul petto dell’Uomo Giusto, che guardò il Lupo e chiese perdono per i giorni passati e per quelli che sarebbero venuti…

…e poi accadde che i figli e le figlie di Uomini Ingiusti e di Donne Ingiuste che scrivevano editti nella parte Giusta del Mondo e che monitoravano le vite altrui nella maniera Ingiusta che si professa dalla parte Giusta, affondassero i coltelli nelle carni del tempo e lo piagassero e conficcassero i denti nel collo delle donne e uccidessero un uomo e le mura si chiudessero sulle parole e la gente perdesse l’udito e la vista…e poi accadde che ancora una volta, qualcuno cambiasse la storia degli Uomini Giusti gettati a  morire nella parte Ingiusta del Mondo…

…e poi accadde che uno qualsiasi, uno dei tanti che cercavano notizie e le scrivevano, avesse desiderio di conoscenza e tracimasse per questo nella parte sbagliata del mondo…e volesse andare oltre le righe che qualcun altro aveva tracciato arbitrariamente, per contenere all’interno dei limiti consentiti, ogni singulto, ogni presunta fuga in avanti, ogni aspirazione…e poi accadde che quelle righe scritte da Uomini Ingiusti nella parte Giusta, violentassero la libertà individuale e decretassero la condanna alla mediocrità collettiva per camuffare l’insipienza individuale e legittimare i percorsi di cartapesta, che glorificavano il nulla e lo santificavano e lo imbalsamavano tra le pagine dei libri di storia…

…e poi accadde che coloro che avevano sussurrato parole tiepide nei confessionali e affondato i talloni nello sterco, diventassero eroi …

…e poi accadde che quello che scriveva notizie e andò oltre e parlò con un uomo oltre le barriere imposte da altri uomini ed accadde che i rimescolatori di sterco non potessero accettare di non essere stati i primi ..

…e poi accadde che la parte ingiusta del mondo si muovesse come un monolito e condannasse quello che aveva parlato con il vento e la pioggia ed aveva mostrato ribrezzo per i benefici, che si concedono ai servi…

E poi accadde che la Giustizia riprendesse la sua corsa…e non riuscissimo a distinguere nella nebbia del nuovo mattino quali fossero gli Uomini Giusti e quali fossero i Dannati ed avessimo nuovamente paura…

ed accadde che avessimo paura degli Eroi

Ed allora tornammo da quell’uomo che era stato accusato dei reati di atti persecutori, maltrattamenti e violenza sessuale nei confronti di una donna, quell’uomo che aveva faticosamente superato i silenzi degli Uomini Giusti imposti dagli Uomini Ingiusti che stavano dalla parte giusta…accadde che tornammo da quell’uomo e ci interrogassimo sugli architetti della palude che l’aveva inghiottito e ne stava lentamente restituendo i brani al sole e alla verità…e accadde che incontrassimo parole diverse e diversi scenari si delineassero oltre il tramonto…

Come abbiamo riportato nella puntata precedente, il vice comandante della stazione di…che aveva tenuto nei confronti dell’uomo di cui stiamo raccontando la storia allucinante, un atteggiamento partigiano, fosse interrogato dalla difesa in un’aula di giustizia… e riportiamo il prosieguo dell’esposto presentato al comando generale dei Carabinieri dal signor…contro il vice comandante della stazione dei carabinieri di…

Dopo avere riportato stralci di interrogatorio che abbiamo pubblicato nelle precedenti puntate il signor… continua:

“La lunga riproposizione del verbale di udienza appare necessaria per evidenziare a mio parere, la poca linearità di condotta del maresciallo… inna     nzitutto sotto un profilo logico, se si va poi a leggere in una delle integrazioni di denuncia della signora…in particolar modo quella del…il testuale seguente ADR:

“ADR: Mi chiedete se sia in possesso di altra conversazione con messaggi avvenuta a mezzo whatsapp antecedente alla data della denuncia e al riguardo le riferisco che le uniche conversazioni da me in possesso le ho depositate presso questo Comando, poiché quelle precedenti le ho eliminate tutte per paura che le stesse fossero visualizzate da mio marito”

Sicché pare che il maresciallo …sia un po’ confuso ovvero sono confuso io che non comprendo come sia possibile che chi segue e dirige le indagini chieda alla presunta persona offesa un materiale (che la stessa non possiede) che poi offertogli dal presunto indagato egli sdegnosamente rifiuta di consultare, nascondendosi nel corso del dibattimento in scuse del tipo di quelle che abbiamo letto sopra (dove sembrerebbe che il m…voglia dare la colpa al suo comandante di essersi tenuto questo materiale per sé, senza averne fatto alcun ulteriore uso tranne che redigere la relativa informativa) Non è questo comportamento nella fase genetica di un processo deve le prove vanno raccolte secondo tutte le direzioni possibili e non innamorandosi esclusivamente di una tesi, grave da meritare una censura? Può un cittadino così comprendere – perché è questo che sembra desumersi dallo svolgimento dei fatti-  che alla Giustizia arriva chi per primo viene ascoltato da un rappresentante delle Forze dell’Ordine? Cosa sarebbe accaduto se io fossi stato fatto entrare per primo dal maresciallo… D’altra parte, non può essere una indolenza o negligenza tipica del maresciallo…quella dimostrata nei miei confronti, giacché da un processo parallelo (nato da una denuncia sempre nei  confronti dello scrivente da parte di…nuovo compagno, sempre in costanza del di lei matrimonio, della signora… il maresciallo…provvede a sbobinare personalmente alcune telefonate consegnategli dal denunciante, senza alcuna delega specifica del magistrato, ma appunto perseguendo il fine della ricerca della verità. Orbene se in questo caso il maresciallo… redige una querela, ascolta il denunciate che gli racconta cose che egli, il maresciallo, può verificare ascoltando le registrazioni a lui consegnate ed egli non solo le ascolta ma si prende la briga di impegnare tempo nel trascriverle personalmente, appare evidente che sa come si ricerca la verità?”…Perché non ha ritenuto necessario e/o importante e/o interessante adoperare la stessa tecnica investigativa anche con il materiale fornito dallo scrivente? Materiale che lui stesso si era premurato- almeno per quel che riguarda la messaggistica WhatsApp – di richiedere alla signora… Non ha questa “scelta” segnato il percorso delle indagini, in modo non corretto? A mio parere assolutamente si!

Accadde che la paura torni ad impossessarsi di noi ed imbrigli la nostra ragione e le nostre emozioni ed attenti alla fiducia in una Giustizia che corre e scalpita e si arena e si riprende e decolla ed atterra e si dissolve e si ricompone secondo la luce dell’anima o il buio del rancore di chi la esercita e sembra egli stesso prigioniero delle diverse emozioni…Accadde che noi abbiamo paura…

Continueremo il racconto di noi e di voi e delle nostre paure presunte, attraverso le parole di quell’uomo ancora fermo all’uscita del tunnel…