MONDRAGONE BENE COMUNE: TRE PRIME PROPOSTE PER IL 2020…E UNA DOMANDA A MARGINE

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La prima. Con il nuovo anno è diffusa abitudine promettere di voler cambiare. Vorremmo tanto che a cambiare fosse anche il modo di amministrare la nostra città, a partire da una ritrovata attenzione per le bambine e i bambini, affinché possano finalmente avere una città a loro misura. Quest’anno si festeggia il centenario della nascita (23 ottobre) di Gianni Rodari. Abbiamo dedicato una scuola e un piazzale al grande scrittore di Omegna, ma poco abbiamo fatto per <tradurlo> in politiche in favore dei più piccoli. Ci appelliamo all’Amministrazione comunale affinché coinvolga le scuole della città, le famiglie, le comunità parrocchiali e l’associazionismo nel progettare ed organizzare un grande evento per celebrare in città i cent’anni dalla nascita di Rodari e per dar vita entro ottobre ad un Progetto per fare di Mondragone la Città delle Bambine e dei Bambini, come da noi proposto da tempo. La seconda. Cambiare comportamenti e stili di vita si può. E a volte è abbastanza facile, come dimostrano le iniziative attivate a Latina per ridurre il consumo di plastica. Tra le prime azioni messe in campo dall’amministrazione vi è stata l’adozione dell’ordinanza sul plastic free, lo scorso 12 giugno, con la si dispone il divieto del consumo di plastica monouso non biodegradabile e non compostabile sul territorio della marina. A operatori, esercenti e utenti viene chiesto di utilizzare contenitori di vetro all’interno dei locali con accesso alla spiaggia. E contenitori per alimenti e bevande destinati al consumo immediato, sul posto o da asporto (sacchetti monouso, posate, piatti, vassoi, contenitori per alimenti, cannucce, paline per il caffè ecc.) in materiale biodegradabile e compostabile e/o riutilizzabile. L’impegno della città è proseguito coinvolgendo anche le scuole del territorio. Con la distribuzione da parte del Servizio pubblica istruzione di 4.100 borracce di alluminio nelle scuole secondarie di primo grado del Comune. La terza. <Se nei prossimi anni non ci sarà un’iniziativa politica di massa per cambiare il corso delle cose, se le si lascerà in balia del mercato della tecnologia o del destino, se in Italia, in Europa e nelle Case Bianche di tutti i continenti il fascismo occulto che vi serpeggia verrà alla luce e al potere, perderemo il controllo del clima e della società e si affacceranno scenari da fine del mondo, non quella raccontata nelle Apocalissi, ma quella prevista e monitorata dagli scienziati>. Così recita l’appello-proposta per una Costituzione della Terra pubblicato su il Manifesto del 27 dicembre scorso. Nel 72° anniversario della promulgazione della Costituzione italiana, Raniero La Valle, Luigi Ferrajoli, Valerio Onida, il vescovo Nogaro, Riccardo Petrella e molti altri hanno lanciato il progetto politico di una Costituzione per la Terra proponendo una Scuola  che elabori il pensiero e prefiguri una nuova soggettività politica del popolo della Terra, <perché la storia continui>. <L’inversione del corso delle cose – prosegue il documento ‒ è possibile. Essa ha un nome: Costituzione della Terra. Il costituzionalismo statuale che ha dato una regola al potere, ha garantito i diritti, affermato l’eguaglianza e assicurato la vita degli Stati non basta più, occorre passare a un costituzionalismo mondiale […]>. E, per concludere, una domanda a margine: abbiamo accolto con favore l’iniziativa di 6 Diocesi a noi vicine sui temi dell’ambiente. Perché non c’è la Diocesi di Sessa Aurunca?  Diocesi di Sessa Aurunca che però ama continuare  <in solitaria> la sua colta attività convegnistica ex cathedra.