NCO CHIUDE: LE PROTESTE

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news204634 NCO CHIUDE: LE PROTESTEPasquale Iorio, presidente de “Le Piazze del Sapere”, fornisce la nota inviata al presidente della Regione Campania dopo la conferenza stampa di questa mattina…

“Stamattina nella conferenza stampa a Napoli la NCO ufficializza la pesante decisione di chiudere le attività del ristorante che viene gestito su uno dei tanti beni confiscati a Casal di Principe. A seguito di atti amministrativi discutibili e discriminatori della Regione Campania in merito alla gestione del budget di salute, viene inferto un duro colpo a tante attività su cui si può fondare il riscatto culturale e produttivo del nostro territorio attraverso l’uso sociale dei beni confiscati alla camorra. In primo luogo pagheranno un costo economico notevole i soci (soprattutto giovani) e gli operatori del settore ristorazione, a partire da quelli in cura e vittime di disagio sociale. Così le istituzioni, a partire da quelle dell’ambito sociale di Casaluce, danno un duro colpo ad una delle esperienze più avanzate a livello nazionale ed europeo, tese a costruire e realizzare progetti di riscatto civile con una nuova economia di ti tipo sociale e cooperativo (come già hanno sottolineato autorevoli esponenti sul fronte della legalità democratica, a partire da Toni Mira fino a Sergio Nazzaro.

Per queste ragioni chiediamo al Forum del Terzo Settore, alle forze sociali del mondo del lavoro ed anche delle imprese di scendere in campo a sostegno di questa lotta. In primo luogo rinnoviamo il pressante appello già rivolto al Presidente della Regione Campania di intervenire per sanare la stortura normativa che penalizza e discrimina le piccole realtà. Con forza va ribadito l’appoggio a chi invece da tempo ha fondato una parte del proprio lavoro proprio sui budget di salute che, tra l’altro, in molti casi hanno rappresentato una delle poche opportunità di finanziamento. Il problema dei ritardi dei finanziamenti da parte degli ambiti territoriali è purtroppo un caso diffuso e condiviso anche per altre aree (non ultimi i fondi della 119 che pure arrivano dalla regione ma si perdono inesorabilmente nel passaggio dagli ambiti agli Enti Gestori). Su queste storture nessuno può lavarsi le mani, nemmeno il Governatore De Luca.

Su questo problema – così come sul generale depotenziamento del sistema di welfare nel nostro territorio che continua ad essere luogo di clientele e di favori piuttosto che di riconoscimento di diritti – è necessario mobilitare tutte le forze democratiche: chiediamo al Portavoce ed all’Esecutivo del FTS Casertano di convocare con urgenza una assemblea pubblica a Caserta, aperta a tutte le forze sane e produttive, ed anche alle istituzioni che gestiscono gli ambiti sociali in Terra di Lavoro. A tal fine va accolto anche l’invito a partecipare alla cena di solidarietà già promossa da NCO per martedì 7 gennaio pv, per continuare la pressione nei confronti della Regione e degli enti locali responsabili di questi danni economici e sociali.

Come ha scritto lella Palladino di Coop Eva: “In ogni caso è inaccettabile che un’esperienza come quella di NCO debba rinunciare a proseguire e non bisogna assolutamente restare in silenzio”.

Intervengo anche io per evidenziare a tutti che il problema per i PTRI e del sistema delle cooperative ad esso collegato esiste. Nel merito della questione, la vicenda emersa con l’iniziativa posta da NCO non riguarda solo loro ma molte cooperative, coinvolte da poco in questa battaglia.

Nel caso dei beni confiscati amministrati da Agrorinasce vi sono almeno 8 cooperative coinvolte con circa 200 addetti … anche se il caso posto dalla cooperativa EVA con il rispetto del contratto collettivo nazionale della cooperazione esiste, almeno per quelle associate a legacoop (NCO è associata a Confcooperative).

Aggiungo in premessa che non mi appartengono e non ci appartengono anche i linguaggi emersi nella discussione, …. Soprattutto sui social …. Come molti di voi immagineranno. Come al solito mi impegno solo per far comprendere ai diversi rappresentanti istituzionali che mi contattano cosa sta accadendo e il possibile impatto sociale ed economico, anche nella gestione dei beni confiscati.

Tuttavia mi sento di dire che ormai la questione non attiene solo il settore sociale, ma il ruolo dei ‘Comuni’ e del pubblico in generale (penso anche alle Provincie) su diversi temi e dalla loro incapacità di operare per l’ordinario e in tutti i settori. Esiste ormai una carenza cronica di risorse umane e finanziarie, con un livello di evasione dei tributi locali impressionante. Non conosco Comuni che non sono stati già in dissesto o lo sono in dissesto o che sono in pre dissesto e vivono alla giornata, sperando in un intervento dello Stato.

Bisognerebbe affermare con forza che la burocrazia istituzionale non è fatta solo di leggi e procedure, ma soprattutto di risorse umane competenti e risorse finanziarie necessarie allo svolgimento dei compiti pubblici a loro assegnati.

Nel caso dei Comuni mancano sia le risorse umane competenti sia quelle finanziarie. Per questo motivo i Comuni non sanno spendere i fondi comunitari, non sanno progettare e realizzare iniziative complesse come il recupero e la valorizzazione dei beni confiscati, non sanno recuperare l’evasione fiscale, non hanno assistenti sociali e non pagano le quote degli ambiti e nemmeno le spese sociali che non rientrano nella competenza degli ambiti (non pagano nemmeno per intero Agrorinasce per quello che costa per le finalità pubbliche che attua) ecc…

A me non sorprende nemmeno quindi che il Comune di Napoli lo scorso 10 dicembre 2019 alla conferenza dei servizi non ha accettato l’assegnazione di 93 su 96 beni confiscati alle mafie (cosa che sta accadendo anche in Comuni del Centro nord), anche se la cosa mi fa arrabbiare molto. Cosa dovrebbero dire i Comuni piccoli della Provincia di Napoli e di Caserta maggiormente esposti alla criminalità organizzata?? 

Nel caso di specie poi il PTRI riguarda soprattutto la Provincia di Caserta che contrasta con una visione di intervento sociale che privilegia in altre aree i Centri di riabilitazione … e anche qui il ruolo di programmazione e controllo sul lavoro di entrambi i soggetti da parte del pubblico? Chi lo fa e con quali risultati? Lella Palladino, Coop EVA