Riceviamo e pubblichiamo la replica del gruppo Intergroup relativa al sequestro di Interport di Sessa Aurunca.
“Nei giorni scorsi sono apparse su alcune testate, in particolare online, notizie circa alcuni controlli ed un provvedimento di sequestro preventivo, effettuati da Guardia di Finanza ed ARPAC nei confronti della nostra società, in particolare riguardanti presunte irregolarità nello scarico delle acque reflue presso il sito di Sessa Aurunca destinato Deposito Intermedio Doganale e Deposito Strategico Nazionale adibito allo stoccaggio di carbone e petcoke con autorizzazione del Ministero dello Sviluppo Economico rilasciata in esito di tavolo tecnico con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Mare e la Regione Campania.
Desideriamo precisare che il deposito in questione, che per conto di terzi immagazzina e riconsegna alle società proprietarie il combustibile necessario al funzionamento di impianti produttivi di importanti gruppi industriali italiani ed internazionali, ubicati in tutto il Centro-Sud Italia, è regolarmente munito di AUA (Autorizzazione Unica Ambientale) e di regolare autorizzazione allo scarico idrico nel canale ricettore.
Gli accertamenti, nell’ambito di un’attività di ampio respiro effettuati dagli Enti competenti in varie aree regionali, volti ad appurare la qualità e la conformità degli scarichi, hanno nel caso in questione preso il via da controlli effettuati al di fuori del sito, ed in particolare in reticoli di canali la cui gestione e manutenzione sono garantiti da soggetti terzi ed enti pubblici
La nostra società sta pienamente collaborando con gli Enti ispettivi che con accurate ricerche tecnico\scientifiche\di laboratorio stanno accertando lo stato dei fatti.
Il nostro sito è dotato, contrariamente a quanto incautamente riportato da alcune testate – nei confronti delle quali la nostra società si riserva di intraprendere in sede giudiziaria ogni azione a tutela – di un sofisticato impianto di depurazione delle acque tecnologicamente avanzato, pienamente efficiente e dotato di telecontrollo. Le acque trattate e chiarificate tra l’altro vengono in gran parte riutilizzate in un virtuoso ciclo chiuso.
Successivi controlli ispettivi – che hanno minuziosamente mappato la struttura ed il funzionamento del suddetto impianto – hanno già permesso tra l’altro di accertare che non esiste, relativamente a tale impianto, alcun by-pass finalizzato a scaricare acque non depurate direttamente nel corpo ricettore.
E’ quindi tassativamente non corretta l’affermazione secondo cui le acque provenienti dal nostro sito “..senza depurazione o filtraggio scaricavano in un canale di bonifica”, che peraltro non trova riscontro in alcun verbale o provvedimento, stante la presenza di sofisticati impianti di depurazione e l’acclarata assenza di alcun by-pass volto ad eluderli.
Gli esami regolarmente effettuati dalla società in autocontrollo hanno sempre evidenziato la
conformità delle acque depurate in uscita dal sito alle tabelle prescritte dalle autorizzazioni in nostro possesso.
Siamo fiduciosi che l’azione della Guardia di Finanza, dell’ARPAC e della Magistratura permetteranno di stabilire rapidamente la correttezza del comportamento della nostra società, che ha investito e continua ad investire significativamente nel miglioramento continuo dell’efficienza e della compatibilità ambientale”.