Di Federico Grimaldi
Domenica 8 ottobre 2017, torna l’apertura straordinaria di Biblioteche e degli Archivi statali, promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per valorizzare non solo i musei e le aree archeologiche, ma anche i monumenti di carta, patrimonio altrettanto imponente e ricco, conservato e valorizzato in splendidi luoghi della cultura. Una giornata di festa per la cultura e per la bellezza italiana, ma non per Caserta, dove si conclama l’ennesimo atto dello scempio infinito dell’Archivio di Stato. Se date uno sguardo al sito del MIBACT, vedrete alla sezione eventi per la città di Caserta due distinti incontri: il primo è dedicato al pittore poeta Domenico Mondo, ed è realizzato a cura dell’Archivio di Stato, più in basso c’è l’evento realizzato dalla Reggia che mette in mostra le carte dell’Archivio storico della Reggia, di esclusiva competenza istituzionale dell’Archivio di Stato come hanno precisato i vertici del MIBACT a Felicori attraverso una nota scritta.
Lo aveva messo nero su bianco la Direttrice dell’Archivio dottoressa Luigia Grillo attraverso un comunicato ufficiale dello scorso luglio, ma evidentemente in Reggia hanno letto neanche questo. Del resto è già chiaramente esplicitato nella legge Piano Soragni che la Direzione della Reggia dovrebbe ben conoscere, ma che evidentemente non ama, visto che la disattende o forse non l’ha letto? Infatti al punto 4.3 del Piano commissariale c ‘è scritto “Considerato che l’Archivio storico della Real Casa, sul quale l’Archivio di Stato esercita le proprie competenze, è indissolubilmente connesso, al pari della Biblioteca Palatina, al Museo storico della Reggia ed è attualmente allocato al primo piano ammezzato del palazzo, si ritiene opportuno soddisfare le esigenze correlate alla consultazione di tali fondi archivistici (nonché di quelli storicamente correlati al predetto Archivio storico) assegnando all’Archivio di Stato di Caserta alcuni locali (attualmente in consegna all’Aeronautica militare) ubicati nell’angolo sud orientale del piano terreno e del soprastante piano ammezzato, destinando a deposito la parte del piano interrato sottostante (tavole 35, 36 e 37)”.
In Reggia le leggi dello Stato italiano sospendono la loro efficacia e vigono le interpretazioni dei vari dirigenti di turno: l’architetta Belardelli ed il suo pool di progettisti trasformano la sede dell’Archivio assegnata dallo Stato negli spazi ex aeronautica in sede provvisoria, i tecnici impediscono all’Archivio di utilizzare la rete wi-fi e la connessione, costringendo il personale dell’Archivio ad usare i cellulari personali e il Direttore si trasforma in un archivista fai da te. E siccome il capolavoro va completato, per accedere a documenti non propri si chiede ai visitatori un biglietto d’ingresso di 12,00 euro in una giornata di apertura straordinaria gratuita ed in ogni caso la consultazione dei documenti di rilevanza culturale non è mai a pagamento!
Del resto aveva già attivato illegittimamente, vari progetti, alcuni finanziati generosamente dalla Regione Campania con Fondi POR FERS 2007 2013 quale la convenzione con la Jean Monnet, per digitalizzare e promuovere i documenti archivistici. Sconcerta che il Professore Giuseppe Cirillo responsabile scientifico del progetto e il Professor Piccinelli direttore del Dipartimento abbiano sottoscritto un accordo illegittimo e di inconsistente valore scientifico, visto che le preziose carte vanno inventariare, dotate di segnatura archivistica di riferimento, ecc. Cosa divulgate se ancora non c ‘è una inventariazione completa del materiale?
A tal proposito invochiamo a gran voce l’intervento del Rettore della Luigi Vanvitelli a porre termine a questa ambigua situazione e a concludere i protocolli con il soggetto istituzionale preposto e cioè l’Archivio di Stato. Invochiamo a gran voce l’intervento del Ministro Franceschini che distratto, decisamente troppo, non può più rimandare il suo intervento su questo scandalo di proporzioni infinite che si allarga ogni giorno di più e che assume contorni sempre più foschi. Invochiamo a gran voce che il Sindaco della città di Caserta si erga a paladino difensore della dignità di una terra umiliata e calpestata.
E’ l’ora del riscatto: ora o mai più.