TROPPE SARDINE, C’È IL RISCHIO DI FARNE INDIGESTIONE

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LE SARDINE SONO UNA BELLA IDEA, MA NON DEVE ESSERE STRUMENTALIZZATA

  –    di Federico Grimaldi     –

Non vorrei essere il solito guastafeste, ma non è che ‘sta storia delle sardine vi ha un poco preso la mano? Indubbiamente, va evidenziata la genialata di questi ragazzi di Bologna che, vuoi perché ancora innamorati del pensiero di quella sinistra vera, ruspante, idealista e sincera come un buon bicchiere di Lambrusco, hanno pensato bene di organizzare, rischiando, una specie di flash mob, anzi un vero e proprio flash mob, per contrastare in maniera simpatica la campagna elettorale del centrodestra, anzi diciamocela tutta, quella della Lega e di Salvini. “Vediamo quante persone riusciamo a infilare in Piazza Maggiore”, da questa sfida è nata l’idea di Mattia, Andrea, Giulia e Roberto, quattro trentenni che dicono di non essere impegnati in politica, ma che con un paio di slogan come “L’Emilia Romagna non abbocca” e “Bologna non si Lega”, hanno lanciato questa chiamata in piazza, una sorta di endorsement alle liste del Centrosinistra a forza di sardine di cartone. Ebbene, questo esperimento social ha funzionato, e pure alla grande, dei seimila partecipanti previsti, tale è la capienza della piazza, se ne sono presentati più del doppio. Un bel segnale alla politica istituzionale. Già, perché non c’era nessun palco, nessun leader politico e nessuna bandiera di partito. Solo sardine di cartone. La volontà degli organizzatori era quella di dimostrare che i numeri contano, che l’elettorato vota con la testa e che vengono prima le persone e poi gli account social, un modo simpatico per confutare l’attendibilità dei like nei social, forma di gradimento virtuale tanto gradita ai due Matteo. Dopo Bologna, anche Modena ha riempito la piazza di sardine, e così è partito l’effetto domino, anche altre piazze si stanno organizzando più o meno autonomamente per sardinizzarsi. Questo è il punto, non è che le sardine stanno facendo la fine delle sardine. La sardina (Sardina pilchardus), ottimo pesce azzurro ricco di acidi grassi essenziali omega 3, viene pescata con le reti da circuizione, è attirata nella trappola da grosse fonti luminose, è tipico il suo modo di adunarsi, stringendosi l’una all’altra, formando un gruppo serrato che nuota all’unisono, in genere formano una enorme palla di pesci, questo atteggiamento serve in natura a disorientare il predatore, ma non sempre la manovra riesce nell’intento, perché proprio i predatori, come i tonni, , i pesci spada, i barracuda, le spigole e i “capitoni”, con le loro incursioni riescono a banchettare trafiggendo il branco, anche se per ingordigia non è raro che anche questi si ritrovino pescati nelle maglie del cianciolo. Questa digressione naturalistica non è così peregrina, ha una certa assonanza con quello che potrebbe accadere ad una bella idea, che rischia di essere banalizzata. Sì, magari si riempiranno altre 5, 10, 100 piazze … e poi? Ne abbiamo le scatole piene di girotondini, del popolo viola, del vaffa e di tante altre trovate che seppur partite con i migliori intenti, sono state fagocitate da quel modo politica che queste si professavano di contestare. Adesso, anche con le sardine ci sarà la corsa ad intestarsi politicamente l’idea, la manifestazione, il sentimento; sminuendo così la genuinità della stessa. Questa sarà utilizzata fino a che farà comodo e poi, esaurita la capacità mediatica, sarà accantonata come qualcosa di vecchio. In questi giorni Facebook è un imperversare di pesciolini, di sardine, di ogni forma e dimensione … ma fra qualche giorno, passata la competizione elettorale, che ne sarà delle sardine? Queste abbagliate dalle luci, per la maggior parte ritornerà alla propria vita fatta di qualunquismo e antipolitica, ma avrà perso un’occasione, quella di cambiare dall’interno la politica, facendo della partecipazione il grimaldello per scardinare le ormai cementificate posizioni all’interno dei partiti, altre, invece, credendo di essere più scaltre rischieranno di finire tra le fauci dei predatori, e i predatori sono dovunque e possono avere la forma del tonno rosso o del capitone nero, ma predatori restano. Perciò mi auspico che le sardine agiscano sull’onda della leggerezza, e non diventino un cliché, la politica ha bisogno di leggerezza, consapevolezza e partecipazione.