ACCADE CHE UN GIORNO QUALCUNO DECIDA DI ANDAR VIA DA QUESTA TERRA…

0

di Francesca Nardi

antonietta montano 1 ACCADE CHE UN GIORNO QUALCUNO DECIDA DI ANDAR VIA DA QUESTA TERRA...Dialogo immaginario, immaginato, accaduto, probabile e possibile tra “sé e sé”…un sé nella parte del sé e l’altro nella parte della coscienza obiettiva del sé …forse manca un altro sé ma non è previsto per adesso…un dialogo immaginario nel cuore di chi decide di andar via…

“Certo potresti anche stare qui…in fondo non va così male, non è vero?…hai voluto fare l’avvocato, bene… nessuno ti ha impedito di farlo e l’hai fatto e ti è andata non c’è male no?, qualche causa ce l’hai, non è così?, potresti pensare intanto, a farti una famiglia…avere dei figli…non è detto che tu non possa continuare a fare l’avvocato…e chi te lo impedisce?, come hai detto scusa?, la carriera??? ah, già la carriera…la mission…la passione…Ragazza cara… del resto… bisogna pure accontentarsi…qui non siamo a Milano…qui si procede per ius primae noctis, rendite di posizione, diritti ereditari e svenevolezze varie, che non stiamo ad elencare…ma poi..pensandoci bene chi ti dice che a Milano non sia la stessa cosa?, continuare con la questione meridionale, spezzettata come il pane e distribuita secondo le esigenze, per trovare una scusa per la fifa blu che ti stringe la gola o per quella sorta di indolenza che per quelle in gamba come te è praticamente un vezzo…fa venire la muffa alle zanzare…Poi…guarda…non farmi pensare che fra tutte le gatte da pelare che avresti potuto scegliere, sei andata a cercare quella più selvatica…non potevi fare la matrimonialista, no?, saresti stata perfetta…poi …la materia mi sembra molto adatta per una donna avvocato…tra l’altro avresti potuto cavalcare la tigre…i diritti delle donne!…Ma tu?, NO!, Cosa vai a scegliere???, quasi non ci credo…i diritti degli uomini…dai…ma quando mai s’è vista una cosa del genere da queste parti?,…e pretendi pure di avere la strada spianata?,…e ci credi così tanto?, sì…ci credi…hai scelto ma dai…su..non voglio dire che i maschi non abbiano diritti, ma…leggi le statistiche dai…”

E lei se ne va..lascia la strada che percorre tutti i giorni, il gatto dietro al cancello del giardino e due splendidi genitori, orgogliosamente stracciati dentro… le voci del silenzio sono insopportabili ma lei deve andare…Lei va in Toscana, uno studio accorsato in una città bellissima…lei è una tosta e completamente folle, come tutti i “genietti”…la vita si sgomitola in fretta quando il lavoro è una mission e la sua è una battaglia quotidiana…Ma lei ha un dono speciale…lei ha una fede incrollabile e vive con incredibile attenzione, il suo passaggio assieme agli altri, su questa terra…nulla avviene per caso ed il momento sacro della rinuncia, lei sa che può diventare l’alba luminosa di un nuovo giorno…Lei non vive disgiunta dal pensiero degli altri, lei assorbe le sfumature nascoste e le elabora ed inizia ogni volta il faticoso entusiasmante cammino della conoscenza di sé, attraverso il resto del mondo. Ognuno di noi è e diventa testimonianza di sé e dell’universo…Ma la sua terra con le sue ombre e le sue contraddizioni preme alla soglia della sua anima…la memoria dei suoi profumi e delle sue malie cancella piano ogni riverbero negativo e lei comprende che la sua vita di dentro, ha bisogno di un pezzo di casa…ha bisogno di non dimenticare le angosce ed i problemi della sua gente e della sua terra. Ed allora decide di non abbandonare chi si era affidato a lei con tanta fiducia, e ritualmente torna a lavorare nel suo studio in provincia di Caserta, confortata dalla presenza delle cose di sempre. Lei si chiama Antonietta Montano e la sua potrebbe essere una storia qualunque, una tra le tante storie che scorrono nelle fibre pulsanti del nostro povero Paese…Giovane, intelligente, preparata, volitiva e bellam se ne va oltre i confini di quella prateria sempreverde che talvolta sembra ignorarti, tradirti, seguendo itinerari scritti nel destino dei giovani del Sud…se ne va seguendo un sogno difficile, inusuale… Antonietta ce la fa…Antonietta è una giovane donna speciale, ma la sua storia sarebbe una storia come tante, se il suo essere “speciale” non l’avesse tradotta all’improvviso in una storia da raccontare… Lei non si è accorta dell’esplosione di emozioni che ha generato, raccontando riservatamente, un episodio della sua vita lavorativa…ma noi si…noi abbiamo raccolto la grandezza del mistero e dell’incomprensibile e nonostante le sue resistenze, raccontiamo, riportando ciò che lei stessa ha raccontato…ed allora…è  lei che oggi scrive un passo esistenziale importante per tutti,  attraverso il riassunto delle emozioni di un giorno speciale, speciale perché qualunque…

“Ieri in tribunale…

Ero pronta al massacro verbale davanti ai giudici, del collega della controparte…nei mesi appena trascorsi, lui non mi aveva mai risparmiato i suoi toni aggressivi, chiusure totali nei confronti del mio cliente, peraltro in gravi condizioni economiche, impedendo quasi ogni possibilità di trovare un accordo con l’ex compagna, per la regolamentazione delle modalità di affido dei figli.  Ovviamente, ero pronta alla guerra in aula… All’improvviso succede qualcosa…qualcosa che non ti aspetti…che non avresti mai potuto mettere in conto… Non so neppure io come sia successo ma, prima dell’udienza, parlando, il collega mi rivela di essere stato molto malato. Di colpo la mia furia si spegne…sento defluire la rabbia che mi portavo dentro da tempo e che era pronta ad esplodere. E procedo come si procede lungo la riva del mare, dopo una tempesta, assorbendo la quiete ed il ricordo del vento impetuoso, ormai placato… In udienza, quasi in automatico, non riferisco alcun comportamento deontologicamente scorretto dell’avvocato di controparte…Mi accorgo di essere serena…e penso che chi ha voluto che accadesse, mi condurrà per mano…Ed io mi affido… Semplicemente mi affido alla Sua volontà. La prima mezz’ora d’udienza è stata dura per noi, molto dura, tanto è vero che ad un certo punto, avevo pensato di procedere successivamente al reclamo della sentenza in corte d’appello. All’improvviso, uno dei tre giudici, mi lascia la parola per la seconda volta… E succede l’impensabile…Dopo poco il collegio dei giudici verbalizza la mia proposta di accordo tra le parti, cambiando completamente orientamento. L’ avvocato di controparte non si arrende ed insiste a gettare benzina sul fuoco, negando ogni forma di conciliazione. Io sono calma…serena, ed evidenzio in maniera altrettanto serena, l’atteggiamento poco pacifico di un avvocato, che dovrebbe anche essere un missionario… Da lì, si sovverte il tutto e il mio cliente vince! La vittoria fino a qualche mese fa avrebbe significato per me motivo di esaltazione… La vittoria di oggi ha un altro significato…la vittoria di oggi mi appartiene di riflesso. La vittoria di oggi è un segno che indica la via… Grazie a Lui. Uscendo dal tribunale ho detto al mio cliente quasi commosso: “Non mi ringraziare, non ho meriti …perché chi ha guidato i miei passi, le mie parole e mi ha dato serenità è Colui che hai bestemmiato…è Lui che devi ringraziare, Lui che attraverso sentieri misteriosi attua il disegno della Pace.” Il cliente, ovviamente imbarazzato, ha taciuto e ha guardato davanti a sé…qualcosa stava tornando nel suo cuore lentamente…e stava cambiando la sua vita.   Ritornai indietro con la mente anch’io…a quella prima volta …al suo doloroso furore…alla sua rabbia, alla sua disperata impotenza a cambiare le cose…e udii di nuovo la sua bestemmia e l’eco della mia reazione… davanti allo sguardo della mente, i fogli volarono un’altra volta dalla scrivania…E ricordai che a placare la tempesta di voci e di fogli fu il volo improvviso di una piccola immagine, che era sulla mia scrivania. Era l’immagine di Gesù che volteggiava dinanzi a i miei occhi e venne a depositarsi nel mio cuore e nel suo”.

La fede nasce con noi e talvolta si affievolisce o se ne va lungo i sentieri del dubbio e  del rifiuto, che sincopano la nostra adolescenza e incattiviscono sovente i nostri primi anni della maturità, confondendosi con il quotidiano vinto dai dolori e dalle delusioni, ma se torna prepotente, si erge come un muro invalicabile per qualsiasi attentato…Antonietta ha intrapreso la costruzione del muro, forse aiutata dal caso che le ha fatto incontrare persone speciali che l’hanno riconosciuta e da lei sono state riconosciute…Padre Luigi Pellegrini, parroco di Viareggio, una forza della natura guidata da Dio e le sue amiche suore, angeli dalle ali leggere e protettive che l’accompagnano, l’ascoltano e la consolano.