GUAI IN VISTA PER LA INESISTENTE GESTIONE DEGLI SCARICHI DEI REFLUI FOGNARI
– di Salvatore Zinno –
Come sempre, per le inchieste e le anticipazioni giornalistiche che ci contraddistinguono, anche la notizia riportata il 24 ottobre scorso, riguardante il blitz dei Carabinieri del Nucleo Provinciale per la Tutela Ambientale presso il Municipio di Sessa Aurunca è veritiera (LEGGI).
Siamo stati anche in grado di raccogliere alcune conferme a quanto raccontato qualche giorno fa; conferme che non fanno altro che entusiasmarci, per il semplice motivo per il quale la Procura sammaritana si sta interessando di un problema molto sentito dalla cittadinanza, in special modo dai fruitori della costa domiziana.
Il fascicolo a mod. 44, aperto presso la Procura di S. Maria C.V. è per il reato di 452 bis, ovvero “Inquinamento ambientale”, circostanza di cui noi siamo assolutamente convinti, avendone scritto già tanto nei mesi passati. Il nucleo della faccenda, gravita proprio intorno al fatto che il comune di Sessa Aurunca, come ci è stato spiegato da informati tecnici locali, non ha mai avuto un sistema di raccolta e trattamento dei reflui fognari, se non fosse per delle vasche di decantazione – addirittura in disuso – conferendo tutti i liquami domestici e non nei rivoli naturali che sfociano in mare attraverso il Garigliano o tramite altri due fiumiciattoli minori.
Ora, se non è inquinamento ambientale questo, nell’anno di grazia 2019, cosa mai potrebbe essere?
L’estate scorsa, ricordiamolo, la stessa Procura sammaritana, sequestrò uno degli impianti di trattamento dei reflui, di proprietà del comune di Castel Volturno affidato ad una società multi-utility con l’iscrizione nel registro degli indagati dell’ex sindaco Russo e di altri soggetti legati alla gestione del ciclo delle acque. In quel caso, si lesse nelle ordinanze, furono verificate: “gravi carenze strutturali e manutentive tanto dell’impianto di depurazione quanto della rete fognaria di Castel Volturno tant’è che, già da un primo impatto visivo, l’impianto appariva in una condizione più che disastrata con la maggior parte delle sezioni ed apparecchiature fuori uso ed in un apparente stato di degrado cui si aggiunge l’ulteriore criticità degli sversamenti abusivi dei reflui in ingresso sui quali il depuratore non esplica alcun effetto depurativo, scaricandoli tal quali dapprima nel Fiume, e, successivamente, in mare”.
Tutto questo è successo in un comune che aveva delle criticità nella gestione dei propri impianti; Sessa Aurunca, questi impianti non li possiede ne li ha mai posseduti, per cui la posizione del comune aurunco sembra molto più grave e compromessa, con buona pace di qualche amministratore in carica o ex che hanno sempre sostenuto il partito del negazionismo ad oltranza. Spesso litigando anche con i residenti di Baia Domizia i quali chiedevano controlli e verità.
Le indagini pare siano già ad un punto avanzato, in quanto la Procura ha anche nominato un esperto per valutare la documentazione acquisita dai Carabinieri, sulla gestione del servizio idrico integrato comunale, limitatamente ai servii di fognatura e depurazione. Ma non essendo mai stati costruiti questi impianti, sembra difficile poterli valutare.
Diciamo che fino ad oggi, la politica locale, specialmente l’amministrazione Sasso, si è sempre nascosta dietro la realizzazione di questo benedetto progetto regionale denominato “Bandiera Blu”, del quale per onor di cronaca si parla dal lontano 2003-2004; cosa è stato fatto in questi ultimi quindici anni, per evitare che i reflui fognari finissero in mare e si infiltrassero nelle falde?
Poco, se non addirittura nulla…ed è bene ricordare che la responsabilità dell’amministrazione locale a Sessa, l’ha sempre avuta il centro sinistra, tranne per il quinquennio 2011/2016, dove a guidare l’amministrazione c’era il sindaco Tommasino, al quale furono tolte dalla Regione tutte le competenze sul progetto bandiera blu affidandole alla soc. partecipata regionale Arcadis.
Il centrosinistra a Sessa, e di questo non è mistero per nessuno, è stato sempre guidato da Gennaro Oliviero, da quindici anni seduto sugli scranni del Consiglio Regionale, e da quasi cinque presidente proprio della commissione permanente Ambiente.
Cosa ne è derivato da questa importante carica istituzionale per il territorio aurunco è tutto da verificare, intanto staremo a vedere come evolverà l’indagine della Procura e come intendono perseguirne i responsabili la dott.sa Troncone ed i suoi collaboratori affidatari del fascicolo.
Intanto, questa mattina, presso il Liceo Classico A. Nifo, c’è stata la visita del colonnello Sergio De Caprio (il famoso capitano Ultimo) che ha tenuto una lezione proprio sull’inquinamento agli studenti, con la presenza di tutte le autorità civili e religiose cittadine; era presente anche l’imbarazzato Sindaco Sasso che si trova a dover fornire spiegazioni proprio ai carabinieri sul reato di inquinamento ambientale….gli strani scherzi del destino!