OSPEDALE, IL MEMORIALE DELLA DOMENICA 62

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(f.n.) – In tanti anni di mestiere non abbiamo mai compreso a fondo il significato di “malasanità”, cosa si intenda con questa definizione…incapacità, assenza di umanità, inefficienza del sistema o quella orribile miscela inclusiva di ogni nefanda disattenzione…Non avremmo mai voluto ascoltare la storia di Gianluigi Cicchella, perché le storie come la sua,ti attraversano come una lama acuminata e nessuno di noi nel tempo del dopo, potrà tornare ad essere la stessa persona di prima… Gianluigi è nato alle 23.30 del 31 marzo del 2003 all’Ospedale di Caserta…Oggi ha 16 anni…l’età migliore…la splendida età di mezzo…Fiumi di parole hanno cavalcato l’onda dell’età del malessere…il momento del distacco e del passaggio talvolta difficile ma sempre affascinante, verso il mondo degli altri…Il 31 marzo scorso, Gianluigi ha compiuto 16 anni, ma a differenza dei suoi coetanei, non è andato in discoteca a festeggiare…non ha potuto…perché, dopo la sua nascita qualcosa si è inceppato…e quel qualcosa non ha ancora un nome. La diagnosi del dopo, parla di “leucomalacia periventricolare cistica”, la diagnosi del prima…non esiste…ed i suoi  suoi genitori, ancora oggi, dopo sedici anni, non sanno cosa sia successo e quando sia successo… se ad impedire al loro bambino di vivere come gli altri,  senza dover sottostare a cure implacabili e continue, sia stata la fata cattiva delle favole o l’incapacità del mondo reale. Dal momento in cui il piccolo Gianluigi all’età di diciotto giorni, è stato dimesso dal reparto di Neonatologia dell’Ospedale di Caserta, è iniziato il tormentato percorso della speranza, da Siena a Milano da Milano a Roma…e poi ancora a Milano…una lunga teoria di diagnosi e cure che avrebbero dovuto rendere meno faticosa l’esistenza del piccolo e quella della sua famiglia. Ma la mamma ed il papà di Gianluigi, Bianca e Ciro, dopo avere affrontato il dolore, sono stati costretti a subire il peso enorme ed insostenibile del dubbio costante…degli interrogativi senza risposta, che continuano a penzolare nel vuoto, nonostante dal marzo 2011, data in cui hanno chiamato in giudizio l’Aorn di Caserta,  siano state effettuate le perizie del caso e si siano tenute udienze al Tribunale di Santa Maria C.V. Da due anni però…un silenzio soffocante ed inspiegabile, sembra essere calato, come una coltre spessa ed inquietante, sul caso di Gianluigi. E torniamo al momento in cui “qualcuno” ha deciso che Gianluigi dovesse nascere…Alle 21 del 31 marzo 2013, Bianca è stata ricoverata all’Ospedale Sant’Anna e San Sebastiano per rottura prematura delle membrane. E’ alla 34esima settimana di gravidanza. Non ha problemi particolari nè risultano dalle cartelle cliniche, ma alle 23.10 viene sottoposta a taglio cesareo. La decisione  di sottoporre Bianca al taglio cesareo, diverrà l’argomento principale della denuncia dei genitori di Gianluigi e delle perizie, che rileveranno l’insussistenza di motivazioni mediche a giustificazione dell’effettuazione del taglio cesareo alla 34esima settimana e non solo, dal momento che non risulta agli atti alcuna  prova documentale dell’effettuazione di un tracciato cardiotocografico all’atto del ricovero di Bianca e comunque prima dell’intervento. In assenza dell’accertamento diagnostico strumentale, non vi erano elementi per una diagnosi accurata che giustificasse la decisione interventista nè che fornissero informazioni sulle condizioni cliniche del feto. L’estrema semplicità dei fatti accaduti per quanto drammatici, sembra spiegarsi automaticamente attraverso una logica ferrea…perché non è stato effettuato il tracciato di cui sopra?, ma l’Aorn  nella persona del suo rappresentante legale replica che il tracciato esiste ma è un “pò sbiadito” …ma non lo esibisce….Noi riteniamo che la giustizia debba fare il suo corso fino in fondo…evidenziando le responsabilità di ognuno dal momento incui Bianca è stata ricoverata al momento in cui Gianluigi è stato dimesso. Noi ci limitiamo a rilevare soltanto una cosa… dati, anzi cartelle alla mano…Dall’Epicrisi di Gianluigi Cicchella, compilata e rilasciata dalla Divisione di Neonatologia e Tin, nel paragrafo dell’anamnesi  personale,  si apprende che il parto è stato spontaneo ed il neonato è giunto in reparto in discrete condizioni cliniche. Se la credibilità della difesa d’ufficio dell’Aorn è simile a quella delle cartelle cliniche…allora sì che possiamo sperare nella giustizia…divina però…Hasta el Domingo!

1 commento

  1. É la nostra storia! Abbiamo intrapreso una causa per sapere, per conoscere il perché nostro figlio è in questa situazione. I dubbi, avvalorati dalle carte ospedaliere sono tanti….ci ritroviamo ad oggi con più dubbi di prima. Spero che la giustizia ci possa far avere, anche “sbiadito “, quel tracciato che chiediamo dall, inizio della causa! I poteri forti hanno sempre sopraffatto i popolani!

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