Anni Sessanta. Impazzito, in preda a un delirante anticomunismo, il comandante di una base aerea americana manda ai suoi aerei l’ordine cifrato di attacco atomico contro l’Unione Sovietica. Il Presidente degli Stati Uniti tenta in tutti i modi di fermarlo per scongiurare il pericolo di un conflitto mondiale.
In “Lolita” il grottesco che toccava tutti i personaggi veniva però assorbito nella mediazione generale del melodramma, istituito dal gioco dei desideri; ne “Il dottor Stranamore” la principale mediazione è quella operata dalla farsa, che è insieme satira. L’umorismo di Kubrick non è rivolto tanto alla fragilità delle procedure e dei sistemi di sicurezza relativi alla gestione e all’utilizzo delle testate nucleari, quanto piuttosto agli uomini che la governano, dipinti come persone inadatte all’amministrazione di tale entità o, ancora peggio, come esseri paranoici e folli che sfogano le loro frustrazioni in un desiderio bellicoso ottuso e pericoloso. Kubrick dissemina il film di continui riferimenti sessuali: il sottotitolo della pellicola “Il dottor Stranamore – Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba” è la prima indicazione della presenza della metafora sessuale. Il senso di tutto questo è evidente: la voglia di fare la guerra e la sete di violenza sono a tutti gli effetti dei surrogati della sessualità, che alcuni uomini utilizzano per canalizzare i propri istinti animaleschi, compiendo però azioni dannose, destinate persino a trascinare l’intera umanità verso l’autodistruzione.
Uno spettacolo arguto, un’opera che “non ha peli sulla lingua”, in cui l’uso della parodia è misurato e studiato. Inoltre, “Il dottor Stranamore” è un prodotto terribilmente attuale. Infatti, pur non prendendo di mira personalmente i protagonisti della politica internazionale di oggi, si rivolge alle idee che essi incarnano, ai pregiudizi e ai luoghi comuni che esprimono e a quei comportamenti che celano azioni deplorevoli (il più delle volte, queste stesse azioni, vengono volontariamente ignorate o si usa accettarle giustificandole con le scuse più assurde). Nella mente allucinata di uno psicopatico la guerra costituisce un’occasione di rinnovamento e non di distruzione, purché si provveda a salvare dal disastro una parte della popolazione selezionata secondo accurati criteri: anche in questo caso Kubrick suggerisce allo spettatore una riflessione, ancora più significativa se riferita precisamente al nostro periodo storico. “Il dottor Stranamore”, grazie ai suoi dialoghi pungenti e alla caratterizzazione dei personaggi (tutti le personalità del film, sia quelle principali che quelle secondarie, sono rappresentate volutamente come delle macchiette per sottolinearne la mediocrità) e alle loro magistrali interpretazioni (nel cast ci sono Peter Sellers, George C. Scott, Slim Pickens, Sterling Hayden), è una delle più importanti satire di sempre. E il vero realismo del film risiede nel fatto di essere attuale come non mai. “Il dottor Stranamore” è un’opera in cui si respira odio e violenza, e che permette allo spettatore di soffermarsi sull’idea di quanto sia disarmante la pochezza del genere umano e quanto sia precario l’equilibrio in cui viviamo.
Mariantonietta Losanno