PRONTO SOCCORSO ALLO SBANDO: IL NURSIND SCRIVE A FERRANTE

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ferrante 150x150 PRONTO SOCCORSO ALLO SBANDO: IL NURSIND SCRIVE A FERRANTECASERTA – La segreteria territoriale del NurSind di Caserta, presieduta dal segretario Antonio Eliseo, rilevando numerose discrasie organizzative nel Pronto Soccorso dell’ìospedale Sant’Anna e San Sebastiano, ha inviato, a tutela del personale infermieristico e O.S.S., una lettera al direttore generale dell’AORN Mario Nicola Vittorio Ferrante.

nursind 150x150 PRONTO SOCCORSO ALLO SBANDO: IL NURSIND SCRIVE A FERRANTE“Egregio Direttore Generale,

questa Organizzazione Sindacale , esprime tutta la sua solidarietà al personale infermieristico e Oss afferente all’interno del Servizio di Accettazione Medica Chirurgica e Pronto Soccorso del Sant’Anna e San Sebastiano. Oggi ho visto i miei colleghi infermiere, che pur in evidente carenza di risorse umane con grande spirito di appartenenza alla professione infermieristica, (che meriterebbe altra considerazione da parte di questa Direzione Strategica), ha garantito assistenza ed accoglienza ai cittadini presenti nell’area attesa del pronto soccorso. Va espressa a questi lavoratori tutta la nostra gratitudine, perché lavorare in quelle condizioni con tutti i rischi medico legali che quel lavoro comporta non è così facile . Ho visto una unica postazione di Triage dove era presente una sola Unità infermieristica, dove ai pazienti si sono assegnati codici di priorità senza che vi fosse da parte dell’infermiere addetto al Triage la minima possibilità di una rilevazione dei parametri vitali, senza aver la possibilità di effettuare un ECG, senza che vi fosse una minima comunicazione (se non il rilascio dei dati anagrafici) pur necessaria ed inerente per formulare un esame obbiettivo rispetto ad un anamnesi dello stato di salute del paziente per meglio valutare ed individuare le priorità cliniche del paziente per l’assegnazione di un codice perché questo infermiere non solo non  aveva uno spazio dove poter effettuare tale rilevazioni, ma aveva davanti a se una coda di utenti da triaggiare, questi lavoratori evidentemente pur nella consapevolezza che un errata attribuzione di un codice li mette nelle condizioni di contenziosi giurisprudenziali hanno continuato ad esercitare il loro lavoro consapevoli che il sistema non può essere bloccato che quel loro andare “oltre” serve a dare una risposta assistenziale all’utenza. Quel gabbiotto con una unica postazione di Triage mi ha fatto capire che molto c’è da fare per dare alla professione quella giusta valenza che merita , che vanno dato le fasce, che vanno riconosciuti gli infermieri “esperto” è quello “specialista” figure che il CCNL prevede, va ringraziato l’operosità di quel collega , anzi vanno ringraziati tutti ma anche valorizzati .

Un Pronto Soccorso posto in un DEA di II livello che per le sue specialità vanta oltre 250 accessi al giorno, non può essere sostenuto da quattro infermieri più un infermiere dedicato al Triage ( più che altro potrei dire anagrafica del paziente) più coordinatore coadiuvati da quattro OSS .

Va ribadito che il ruolo della professione che non solo è assistenziale, organizzativa oggi sta anche assumendo una funzione clinica.

Rimane certamente centrale il ruolo clinico che volto all’assegnazione del Codice di priorità ed è stato sancito dalle Linee Guida del Triage Intraospedaliero del 7 dicembre 2001 G.U. 285 che recitano: “i codici di priorità sono assegnati dal personale infermieristico adeguatamente formato secondo procedure e protocolli stabiliti sulla base della letteratura scientifica ed in accordo con il Direttore di Struttura” L’attribuzione del Codice colore di priorità è già di per se un processo clinico complesso che deriva si dalla azioni più strettamente cliniche della valutazione soggettiva ed oggettiva e rilevazioni di parametri vitali. Con le nuove linee guida Ministeriali si sancisce che al termine della valutazione l’infermiere, assegnato il codice di di triage, può attivare il PDTA più appropriato ottimizzando vidi i tempi di presa in carico. Per l’attivazione dei flussi di trattamento basati sui diversi livelli di intensità, viene raccomandato lo sviluppo di percorsi dedicati per Fast Track, See  and Treat; patologie tempo dipendenti (rete SCA, rete Stroke e rete Trauma grave); e condizioni particolari (fragilità , vulnerabilità) .

L’organico del pronto soccorso deve avere una dotazione organica di personale infermieristico compatibile con i il numero di accessi alla Struttura, con la complessità delle patologie da trattare, tenendo conto anche della variabilità dei flussi giornalieri. Nei pronto Soccorso con più di 25000 accessi l’anno, la funzione di triage dovrà quindi essere assicurata da infermieri dedicati a questa funzione in maniera esclusiva.

Esimio Direttore Generale va rivisitata l’organizzazione del lavoro in quel servizio perché così come è attuata crea condizioni per i lavoratori da stress da lavoro correlato, provi ad incentivare con condizioni migliori il lavoro che ripeto con grande sacrificio il suo personale oggi svolge e cerchi nei limiti consentiti di attivare progetti incentivanti, che premiano, quel personale che sulla propria pelle rischia ogni giorno assumendosi la responsabilità di trovarsi difronte a contenziosi legali per un errata assegnazione di un codice.

Il Segretario Territoriale Antonio Eliseo”

1 commento

  1. Più che incentivazioni dovreste parlare di ripristino del turnover. Forza lavoro giovane e stabile. Fuori il lavoro somministrato e via libera alla mobilità ed ai concorsi. Il personale non deve essere ricattabile

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