INDAGINI SULLA GESTIONE DELLA REGGIA…E TUTTI FANNO OOOH

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   –  di Costantino Beltrami

La procura di Santa Maria Capua Vetere sta indagando sulla gestione della Reggia nel periodo recente, quello dell’era Felicori per intenderci, quando chiunque osava criticare, quella gestione, quel sistema di potere sfacciato e volgare e poneva qualche domanda, veniva aggredito, minacciato, offeso e iscritto nel registro dei “brutti e cattivi”.  È il caso di ricordare che noi le critiche le abbiamo sempre mosse nel merito delle questioni, senza mai scadere in volgari offese personali, pratica molto diffusa tra gli accoliti di corte, alcuni dei quali, oggi indagati dalla magistratura. Era evidente che tutta la gestione “renziana” del Museo della Reggia di Caserta, era un buon affare per chi godeva delle grazie del Pd e di quanti facevano parte “del giro” di chi contava. Abbiamo sempre criticato l’assenza di ogni politica culturale, la violenta guerra sferrata dai vertici della Reggia contro il trasloco dell’Archivio di Stato in Reggia: dall’aprile 2017 quando gli uffici dell’Archivio furono portati in Reggia, da parte dei responsabili della sicurezza si impedì per mesi ai dipendenti dell’Archivio di usufruire della connessione wi-fi, come ad oggi pur di tenere isolato l’Archivio dal Palazzo, si continua a mettere a repentaglio la sicurezza della Reggia. Il cancello d’ingresso degli spazi dell’Archivio non è vigilato, è lasciato aperto tutto il giorno senza controllo. Si doveva tener chiuso l’accesso e far entrare gli utenti dall’ingresso principale della Reggia, ma così è. Vogliamo parlare dell’Archivio della Reggia? Dei lavori trentennali dell’Emiciclo? Di quelli in corso negli spazi dell’aereonautica? Tecnici, funzionari, dirigenti che si intrecciano, si coprono, tra di loro e con i tecnici della DGA sperperando denaro senza mai dare conto dell’operato.  Chiediamo alla dottoressa Troncone, capo della Procura di Santa Maria Capua Vetere di indagare a fondo e trovare chi si nasconde dietro lo scandalo dell’Archivio di Stato che è tutto connesso con il sistema di potere che in Reggia faceva il bello e cattivo tempo. Resta l’amarezza e la frustrazione di dover constatare il fallimento della politica, delle istituzioni, l’assenza del Sindaco e dell’amministrazione comunale, il conformismo dell’Università, il cinico disinteresse della società, dei professionisti. Il Museo della Reggia di Caserta, era e resta l’unica grande risorsa per far ripartire la città. Ricordiamo le voci indignate, della Picierno e dei big del centro sinistra quando a comandare c’era Nicola Cosentino che ostentando il suo potere andava a fare footing a suo piacimento nei giardini della Reggia. Abbiamo assistito solo a scodinzolìì e sviolinate, quando a ostentare il potere politico volgare e pacchiano erano gli esponenti del PD. Oggi tacciono tutti, maggioranza e opposizione, finanche M5S da cui ci si aspettava qualche parola di chiarezza. Noi speriamo che la magistratura vada fino in fondo e che il prossimo Direttore uomo o donna che sia persona di cultura, di sapere, che riapra il Museo dell’Opera, che ponga fine al business dell’Archivio della Reggia, che faccia di questa magnifica opera un centro culturale. Speriamo che i casertani si sveglino e comincino a rivendicare quello che gli tocca, di vivere in una città normale. Per concludere, vi ricordiamo, che siamo stati gli unici a pubblicare la legge nota come piano Soragni, tenuta ben chiusa e nascosta da chi avrebbe dovuto attuarla. Mai come ora l’occasione per tirarla furi “dai cassetti” è ghiotta: Caserta svegliati!

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