OSPEDALE, IL MEMORIALE DELLA DOMENICA 26

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(f.n.) – Articolo 9…riprendiamo la nostra analisi approfondita, attraverso le pieghe nascoste della vicenda relativa all’errata interpretazione dell’articolo 9 del CCNL e successive vicissitudini che hanno rappresentato le tappe obbligatorie di un percorso accidentato, intimamente legato ad imbrogliucci, calcoli errati, malafede, ricorsi e vittorie di Pirro ma… soprattutto alla malafede e ad una millanteria di pessima qualità. La decisione del Direttore generale dell’Aorn, di costituire un gruppo di lavoro, con l’obiettivo di far luce su un argomento “volutamente” controverso e che ancora oggi tarda a trovare soluzione, soltanto perché l’interesse ad “ammacchiare” la verità ed i suoi particolari scabrosi è particolarmente evidente…merita “sostegno cartaceo” e non chiacchiere…Abbiamo ritenuto quindi, addirittura doveroso ripercorrere a ritroso la faccenda ed approfondirne alcuni aspetti davvero interessanti… sui  quali sarebbe  opportuno che il gruppo di lavoro si soffermasse…Iniziamo da un episodio assai significativo che offre lettura chiara ed inequivocabile di un sistema che nella fase iniziale ha registrato, senza possibilità di errore, il formidabile accordo tra  “presunta vittima e presunto carnefice” …Ricordiamo insieme la sentenza 6715 del 2015…Nel giugno del 2012 l’Aorn di Caserta, “scetandosi” apparentemente, da un sonno strategico, aveva impugnato la sentenza 664 del gennaio precedente con cui il giudice del lavoro aveva condannato la stessa al pagamento delle somme richieste dai dipendenti, guidati ed indottrinati dal sindacato ispiratore, a titolo di maggiorazione per il lavoro straordinario espletato nei giorni festivi infrasettimanali. All’udienza del 20 settembre 2015, non soltanto non era comparsa l’appellante cioè l’Aorn che si era solo apparentemente “scetata dal suonno” ma neanche gli appellati, cioè i dipendenti che avevano usufruito del rimborso, i quali paradossalmente non risultavano neppure costituiti. La Corte decideva quindi che l’appello era improcedibile…ed è il caso di rimarcare che, come si sostiene nella sentenza di cui sopra, le cause di improcedibilità dell’appello si collegano sempre a comportamenti colpevoli dell’appellante cioè a condotte a lui imputabili sotto il profilo dell’inerzia o dell’imprudenza…”La mancata comparizione delle parti, inoltre, sia alla prima udienza che a quella successiva, costituisce una tipica manifestazione di disinteresse alla prosecuzione del processo”. Ma…è appena il caso di sottolineare che la filosofia a monte del suddetto episodio ha guidato ed ispirato la strategia comportamentale del sindacato e del suo riferimento legale che, sostenuto, come abbiamo visto dalla sonnolenza compiacente dell’Azienda,   con la tecnica del “cucu” che appare e scompare…attraverso il gioco dei rinvii ha tenuto banco fino a quando, persino il più ingenuo dei dipendenti, non ha sentito squillare un campanello nella sua testa ed è caduto dal letto…Risulta inoltre illuminante la lettura attenta dell’atteggiamento professionale del legale del sindacato ispiratore, cui erano affidati i destini di centinaia di dipendenti, soprattutto nel periodo in cui iniziava a profilarsi all’orizzonte la possibilità di perdere la causa in appello, perché il mega bluff stava diventando evidente e l’eventualità che si dovessero restituire le somme all’Azienda e che qualcuno, preso dai turchi per la fregatura,   facesse, finalmente, i conti in tasca all’avvocato, era diventata più che reale…Infatti, leggendo le carte, si nota che l’avvocato in questione intorno agli anni 2013-2014 ed inizio 2015, aveva chiesto un numero incredibile di rinvii…fino ad “ottenere” una estinzione di ufficio della causa…nel frattempo ci chiediamo se il premuroso sindacato ispiratore informasse puntualmente gli iscritti-assistiti del modus operandi del loro legale il quale al di là dei rinvii  e delle estinzioni, continuava a percepire lauti compensi a destra  e a manca, compreso il 12 per cento “in nero” dai dipendenti sul lordo della somma percepita…o no?, ma…l’abbiamo detto…tutto ciò che mancherà al gruppo di lavoro e non abbiamo alcun dubbio sul fatto che… mancherà qualcosa… lo abbiamo conservato noi. Ora …è appena il caso di ricordare alla tipa che gracchia dall’ultima fila, commentando in “sgrammatica italiana” e sovente “avvacante”, mentre parla di ciò che non conosce, eseguendo gli ordini e cioè dell’articolo 29, che forse sarebbe il caso di vergognarsi di continuare a prendere in giro i colleghi…o no? Hasta el domingo!

6 Commenti

  1. Anche mia nipote è stata presa in giro da questa ciarlatana…è mai possibile che la procura non indaghi su questi imbrogli e soldi in nero intascati dal legale….non è per caso evasione fiscale e truffa?

  2. Io lavoro in ospedale, sono andato personalmente in cancelleria a Santa Maria , perché non mi fidavo più.e anche io ho scoperto che la mia causa non era stato assolutamente protocollata, non era stato fatto niente. Mi sono iscritto e sono ancora iscritto solo per avere quei soldi, che i soldi servono sempre.chi se ne fregava di quel sindacato, a me servono solo i soldi, e secondo me li posso dimenticare.

  3. Lasciamo perdere a me diceva da 3.4 anni che la mia causa stava andando bene, poi un mio cugino mi ha fatto sapere che la mia causa non esisteva proprio, non era stata proprio presentata.
    La mia ex sindacalista oltre a mentirmi prima, ha mentito spudoratamente anche quando glielo ho fatto notare.
    Poi ho saputo che non ero l’unico in questa situazione.
    Almeno non ho preso soldi e non devo restituire e mi è andata bene

  4. La.sig.ra del sindacato sta girando per ospedale accusando fantomatici colpevoli dipendenti ospedalieri.
    Come se le sentenze le scrivessero i dipendenti o come dice lei, sindacalisti che non la possono vedere.
    Le sentenze le hanno SCRITTE i giudici.
    Sta tutto nelle carte, carte che la signora non ha mai fatto vedere ai diretti interessati.
    Gli avvocati, molto spesso non si sono nemmeno presentati.
    Ai dipendenti sono sempre state date false informazioni, nei corridoi o nelle medicherie.
    Le parcelle di 500 euro a botta, a nero, sono state date alla parente della signora del sindacato.
    Ma secondo questa signora la colpa è di qualcuno che non la può vedere.
    Si vergognasse. Si prendesse tutte le sue colpe. Le carte parlano chiarissimo, l’avvocato del sindacato in questione, a un certo punto non si presentava nemmeno alle udienze perché stava perdendo…ma di che parliamo!!!!!!

    • ……….. Sei ormai una carta conosciuta. Pure io sono un dipendente e credo e crederò sempre nell’art. 9, e nel nuovo contratto. I nostri interessi sono quelli di chi ha lavorato a Natale, a S. Stefano e Capodanno e non chi mette i Pic a domicilio senza autorizzazione. Che infermiere è questo?.

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