Insomma, ad oggi il Governo giallo-verde ha deciso di trascurare una questione fondamentale per la vita dei cittadini, non solo i più poveri, ma la gran parte dei lavoratori dipendenti e i giovani che non trovano opportunità per avere una casa a canoni sostenibili.
Non è la Legge di Bilancio lo strumento per dare risposte più efficaci e strutturali sul tema.
Serve una riforma dell’edilizia sociale che metta ingenti risorse, almeno l’1% del totale delle spese contenute nel bilancio annuale dello Stato, e consenta di mettere in campo piani per realizzare sia alloggi di edilizia residenziale pubblica, sia, in sinergia con la cooperazione, il privato sociale e anche il privato puro, alloggi di edilizia sociale (il famoso housing sociale).
Serve anche una riforma che incentivi e faciliti la messa a disposizione di terreni e costruzioni di proprietà dello Stato e dei Comuni per rendere sostenibile la realizzazione di alloggi sociali.
Su questo argomento, presenteremo un’articolata proposta di legge ma, intanto, è necessario che nella Legge di Bilancio vengano introdotti tre provvedimenti per andar incontro a una domanda crescente di case a canoni sostenibili e per aiutare chi si trova in difficoltà, come già abbiamo fatto nella scorsa legislatura.
Innanzitutto deve essere rifinanziato il fondo sostegno affitti, quello a cui i Comuni possono attingere per aiutare le famiglie che rischiano di perdere la casa non potendo più temporaneamente far fronte ai costi o che hanno, per le stesse ragioni, subito uno sfratto e hanno bisogno di opportunità abitative a costi più contenuti.
In secondo luogo è necessario non solo prorogare ma rendere definitiva la cedolare secca al 10% per chi affitta a canoni concordati. Significa rinnovare la possibilità per chi dà in affitto un appartamento a canoni sostenibili di pagare meno tasse. Se questa norma diventasse definitiva darebbe più certezze alle proprietà anche per il futuro e, quindi, si otterrebbe una maggiore disponibilità ad affittare, e una disponibilità più ampia di alloggi a costi sostenibili.
Infine, ancora per rendere meno onerosi i costi degli affitti, sarebbe necessario riprendere ed estendere le detrazioni fiscali, che avevamo previsto solo per l’edilizia sociale, a tutti i contratti di locazione e a chi risiede in alloggi a proprietà indivisa. Detrazioni fino a 900 euro per gli alloggi sociali e fino a 600 per gli altri, calcolate sulla base del reddito familiare complessivo per chi ha meno di 31mila euro, sono un altro incentivo per l’affitto ma, soprattutto, un sostegno per tante famiglie.
Su questi punti abbiamo presentato emendamenti alla Legge di Bilancio e speriamo di avere ascolto dal Governo che, lo ripeto, fino ad ora, ha ignorato questo tema centrale per i cittadini.