AMORI & MISERIE – SESTA PUNTATA

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 di Calpurnia

melograno AMORI & MISERIE – SESTA PUNTATALa Notte racconta

Il Buio ascolta

La Luce purifica

Erano le 11.20…Al suono della campanella… il solito frastuono investì l’atmosfera e rese impossibile, anche soltanto far sentire la propria voce…Ogni giorno all’ora x che faceva scattare i venti minuti di intervallo, succedeva il finimondo come se quell’insieme vibrante, colorato e vociante, fosse stato compresso ed imprigionato per mesi all’interno di uno sgabuzzino…

Vittorio si alzò dalla sedia, dietro alla cattedra e proruppe in un obbligatorio: Ragazzi!, più per abitudine che per convinzione… Si diresse verso la porta e poi si avviò lungo il corridoio…passò dall’aula dei professori, salutò una collega che stava scrivendo qualcosa nel suo registro di classe e se ne andò…Da qualche giorno, ogni volta che incontrava i colleghi, dopo avere scambiato quattro chiacchiere con loro, ne riportava sempre una strana impressione… sgradevole… si era convinto che lo guardassero con intenzione…ed anche quel giorno ebbe la stessa impressione…e ne fu infastidito più delle altre volte. Uscì nel piazzale e salì in auto…Chissà cosa voleva dirgli quel tipo…quel tipo strano…e mentre ingranava la marcia, ricordò la prima volta che lo aveva visto al bar, mentre rideva con una giovane collega…tutto azzimato…uno che posava…e a pensarci ora…a distanza di tempo, Vittorio decise che gli era antipatico… Arrivò dopo cinque minuti nella stradina laterale alla piazza, in cui c’era il Caffè Santelmo e parcheggiò…Il locale era uno dei più vecchi della città…un Caffè storico, fondato più di cento anni prima, da Giovanni Santelmo che, alla fine della Grande Guerra,  tornato dal fronte malconcio e con una gamba rigida, invece di continuare gli studi interrotti e diventare un medico,  come avrebbero desiderato in famiglia, decise di impiantare quell’esercizio commerciale nel palazzotto che gli avevano lasciato in eredità i suoi nonni…Fu la sua fortuna e dopo cento anni, il Caffè Santelmo era ancora lì ad attirare clienti e aficionados…gestito sempre ed unicamente dalla famiglia Santelmo.

“Ha fatto presto ad ambientarsi il tipo e a scoprire i punti di ritrovo più famosi della città”

Vittorio pensava al collega che avrebbe incontrato di lì a poco… con una punta di irragionevole stizza…E se fosse lui l’uomo di cui si è innamorata Dalia?, no…no…vi erano almeno sei colleghi nuovi quell’anno…figuriamoci…Fin dal primo momento in cui Dalia gli aveva parlato di un nuovo collega, dell’uomo di cui si era innamorata, aveva ostinatamente rifiutato quella naturale associazione di idee…

E lo vide arrivare mentre si stava sedendo ad un tavolo all’interno del gazebo che quell’anno, con una primavera particolarmente calda, i proprietari del Caffè avevano allestito con largo anticipo…

Arrivava frettolosamente guardandosi intorno…i capelli appena smossi ad arte sulla fronte, una giacca leggera color tabacco su una camicia di lino candida…Vittorio lo guardò e registrò l’accuratezza dell’abbigliamento…i mocassini morbidi scamosciati, i pantaloni a quadretti piccolissimi quasi impercettibili e prima ancora che lo vedesse e gli tendesse la mano per salutarlo…ne aveva già percepito il profumo…Azzaro…

“Lezioso”- pensò truce… e non si chiese per quale motivo sentiva montare dentro di sé un disagio rabbioso…era lui?, no…non avrebbe chiesto di parlarmi…no…e se fosse lui?…possibile che abbia voluto gestire la situazione da gentiluomo di altri tempi?…no…no…ma cosa sto pensando?…

“Salve, come sta?,…possiamo darci del tu… no?, siamo colleghi”…

Aveva uno strano accento …Sandro Deledda non sembrava uno del Nord…Vittorio pensò che infatti Deledda era un cognome sardo…come aveva fatto a non pensarci prima?

“Certo…siamo colleghi…certo…”

Vittorio gli strinse la mano e si adagiò meglio nella poltroncina di vimini del Caffè Santelmo…sul cuscino a fiori liberty…e cercò di impostare il discorso su toni leggeri…

“Allora?, cosa c’è di così importante e segreto?…mi hai incuriosito…”

L’altro diventò serio…tossicchiò due o tre volte e poi si protese con il corpo verso Vittorio al di là del tavolino…

In quel momento arrivò il cameriere che chiese loro cosa desiderassero…

Entrambi ad una voce …come se fossero infastiditi dalla domanda e dalla presenza risposero… “Un caffè…grazie…”

Sandro guardò l’uomo che aveva di fronte e cominciò a parlare con voce piatta…uniforme…

“ Quello che devo dirti non ti piacerà…me ne scuso fin d’ora…ma non posso fare a meno di dirtelo… di parlarti con chiarezza…perché …perché la mia situazione personale sta diventando insostenibile…”

Vittorio ammutolì…cosa stava dicendo quell’uomo…il discorso stava prendendo una strana piega….un ragazzino in quel momento strillò… era caduto dal triciclo proprio a pochi metri dal gazebo, sul marciapiede e cominciò piangere…sua madre lo prese in braccio per consolarlo… “su su…è niente su… vedi che non ti sei fatto niente?…”

Vittorio aveva quasi paura di chiedere a cosa si stesse riferendo quell’uomo

…cosa c’entrava lui con la sua vita…non si conoscevano neppure… ma non disse nulla…si passò soltanto la mano sui capelli…e Sandro continuò…

“ Si tratta di tua moglie…tua moglie Dalia…”

Vittorio non parlò….non chiese nulla…aspettò che l’altro continuasse…poi sperò che se ne andasse…che la smettesse di parlare…poi pensò che quella piazza era bellissima e lui non se n’era mai accorto… poi ostinatamente rifiutò quel pensiero insistente…è lui…è lui…

Il tempo passa, scorre inascoltato …come un lamento nella notte e noi non sappiamo dove sia il dolore che l’ha generato…andiamo avanti e ci mescoliamo alle albe ed ai tramonti senza vivere neppure un minuto di ciò che crediamo sia la vita…

“Cosa c’entra mia moglie?, come fai a conoscere mia moglie?…”

Che domanda stupida…si disse prima ancora di risentirne l’eco dentro di sé…

“Tua moglie ed io ci conosciamo…siamo colleghi…siamo insegnanti nello stesso istituto… dove lavori anche tu…te ne sei dimenticato?, certo che la conosco…purtroppo…”

Vittorio si irrigidì…Era lui…

“Continua…continua…Dimmi quello che hai da dirmi…ti ascolto…cosa è successo con mia moglie?”

“E’ successo che tua moglie mi tormenta…non mi dà tregua…non mi lascia in pace…capisci?…ed io non ce la faccio più!”

Sandro Deledda aveva alzato la voce…era agitato…aveva cominciato a sudare…

“Ma come sarebbe…mia moglie… ti tormenta?, ed in quale modo ti tormenta?…scusa ma quali sono i rapporti tra voi due?…”

Vittorio guardava quell’uomo ed improvvisamente sentiva che una strana calma stava impossessandosi di lui…in quell’uomo c’era qualcosa che non tornava…

“Nessun rapporto,,,figurati….un caffè… quattro chiacchiere….niente di più…ma lei…lei… non so cosa si sia messa in testa e ad un certo punto ha cominciato a tempestarmi di messaggi…notte e giorno… notte e giorno…è diventata un incubo…”

 Sandro Deledda aveva perduto tutto l’aplomb…la sua giacca elegante e casual, color tabacco, si stava stropicciando… come la sua persona…i capelli si stavano inumidendo e gli si appiccicavano sulla fronte bagnata…

“Mi stai dicendo che non hai avuto alcun rapporto con mia moglie… ma che lei ti tormenta…e ti manda messaggi in continuazione…e… cosa ti scrive nei messaggi…scusa?…

“Tua moglie mi chiede con insistenza di incontrarmi con lei…a qualsiasi ora…persino nell’orario di scuola…mentre sono in classe…insomma mi tormenta…”

“Voglio sapere cosa c’è tra te e mia moglie…voglio sapere la verità…e la voglio sapere subito…”

“Senti…io volevo soltanto dirti che tua moglie mi tormenta…e che a scuola sono già in molti a conoscere la vicenda…e che se non la smette… io mi rivolgerò al preside…adesso io devo andare…ho un appuntamento…non posso trattenermi…”

Vittorio sentiva una rabbia sorda salirgli dalle viscere…quell’uomo stava parlando di sua moglie come di una stalker…quell’uomo stava dicendo che a scuola sapevano tutto e che avrebbe raccontato tutto al preside…quell’uomo bagnato di sudore…che si agitava sulla poltroncina e che gli aveva chiesto un appuntamento con insistenza e che era seduto davanti a lui in quel momento…ma chi era quell’uomo?…come si permetteva di raccontargli quelle cose…e sua moglie?, sua moglie che gli aveva raccontato di un altro uomo, di quel collega che era arrivato da poco nella loro scuola, del nuovo amore che era entrato nella sua vita…di essersi innamorata…di un uomo che le riempiva l’esistenza…sua moglie che gli aveva parlato di un uomo che l’amava…sua moglie che aveva parlato di separazione…sua moglie che era innamorata di un uomo che l’adorava…e per lui avrebbe lasciato marito e figli…per lui avrebbe mandato all’aria un matrimonio che era stato felice, solido…fino quando il tempo non si era fermato…Ed ora cosa veniva a raccontare quel Sandro Deledda…di chi parlava?… sua moglie una stalker?…Quell’uomo non poteva essere l’uomo di cui era innamorata sua moglie…Cosa stava succedendo nella sua vita?…Vittorio si raddrizzò…guardò l’uomo che aveva di fronte…e gli si rivolse con molta calma…

“Va bene…vai pure se hai un appuntamento…ma sappi che io non credo una sola parola di quello che mi hai raccontato…credo tu abbia sbagliato persona…mia moglie non è una stalker…”

Vittorio si alzò, prese lo scontrino dal vassoio e lasciò il denaro con la mancia…

Sandro si alzò a sua volta e gli si avvicinò…

“Non mi credi?, ti ho detto la verità e te lo dimostrerò…adesso devo andare…mi aspettano, ma ti telefono perché voglio darti le prove di quanto sostengo”…

Vittorio era nauseato…se ne andò senza voltarsi…arrivò alla sua auto senza neanche guardare dove metteva i piedi…salì e partì velocemente…

Dopo dieci minuti era davanti alla sua casa…

Vide l’auto di Dalia parcheggiata nel giardino…era presto…i ragazzi sarebbero arrivati più tardi e quel giorno sua moglie non sarebbe andata a scuola…Cosa era successo a Dalia?…

 Entrò in casa e chiamò sua moglie ad alta voce…Dalia uscì dalla cucina…aveva la faccia stanca…tirata…

“Cosa c’è?…”

Vittorio era fermo al centro del salone…provava una pena immensa per lei…desiderò scoprire che fosse improvvisamente impazzita…lui l’avrebbe portata dai migliori specialisti e lei col tempo sarebbe guarita…desiderò credere che la follia avesse attraversato la loro vita e che nessuno di loro fosse colpevole…desiderò avere la possibilità di curare le ferite di una malattia…lenire le sofferenze con l’ultimo inganno… desiderò essere lontano dalla verità degli altri…

“Ho incontrato Sandro Deledda…”

Fine della sesta puntata

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