di Calpurnia
La Notte racconta
Il Buio ascolta
La Luce purifica
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Dalia accese la lampada sul tavolo d’angolo e spense la luce centrale del soggiorno e si avviò verso la poltrona. Vittorio la seguiva con lo sguardo…la guardava muoversi…continuò a guardarla fino a che non si sedette di fronte a lui…Guardò la sua mani sottile, curata…che si portava i capelli dietro l’orecchio, lisciandoli piano con quel gesto abituale che aveva visto milioni di volte…Sentiva che qualcosa di pericoloso che era già nostalgia, gli saliva da dentro…e lo avrebbe sommerso… sapeva che quel male lo avrebbe trascinato lontano dalla verità…Si aggrappò ai braccioli della poltrona e distolse lo sguardo del cuore dal suo mondo e da lei…Graffiandosi dentro diventò informale…
“Che strana persona, non è vero?, distinta però…molto. Chissà da dove viene…non glielo abbiamo neppure chiesto…”
Dalia sorrise appena…
“Sì…distinto…un uomo triste, provato…”
Dalia e Vittorio consumavano le briciole della pausa concessa loro, da uno strano destino o dal caso…ormai non restavano che pochi secondi per rimettersi in corsa verso il buio…Sapevano entrambi che il tempo era scaduto…
Vittorio si aggrappò disperatamente, ancora una volta alla visita dello sconosciuto… alle sue parole…vi entrò e se ne impossessò…e si accorse di avere un’altra possibilità di fuga…gli piacque essere una vittima…lo faceva stare bene…lo faceva sentire al caldo, protetto…Dalia era avvolta dalla sua storia clandestina e lui dal suo rancoroso dolore…e sorrise schernendo se stesso ed affondando ancora di più nel vittimismo…
“Guarda…quell’uomo sembra me…anche lui come me… piantato in asso da sua moglie…anche lui come me, ignaro di tutto…abbindolato dall’illusione di essere felice…anche lui come me, convinto di continuare a portare avanti un discorso che invece si era già estinto…ma pensa …anche lui come me…due perfetti cretini io e lui…lui e me…”
La sua risata forzata e roca raschiò l’aria…sembrò un’unghiata sui vetri… e sottolineò il rovesciarsi del mondo…
“… Poco fa hai visto come sarò io tra molti anni… con una eccezione…io non verrò a fare il giretto romantico amarcord, nei luoghi “dove vissero felici e contenti” …ah no… mia cara…questo te lo puoi scordare!…”
Dalia lo guardò preoccupata…si accorgeva che non sarebbe stato facile parlare con Vittorio…anzi …sarebbe stato molto più difficile, di quanto avesse immaginato…
“ Vittorio…cerca di calmarti e lasciami spiegare…per favore…”
“E cosa c’è da spiegare eh?”
Vittorio si era alzato e si muoveva per il salone in preda all’agitazione …forse la visita inaspettata di quell’uomo aveva peggiorato la situazione…in un primo momento sembrava fosse stata utile a rasserenare l’atmosfera…a distendere gli animi…invece… essersi raffigurato improvvisamente nel ruolo di un uomo tradito ed invecchiato …a pensarci adesso… lo faceva andare in bestia…
“Parla…avanti…non facciamo discussioni inutili…cosa vuoi fare?,…te ne vuoi andare?…eh?..vuoi andare via ora?…eh?, …e allora su…dai alzati…cosa aspetti?, prendi le tue cose e vattene….vai…c’è il tuo compare che ti sta aspettando…magari è lì fuori con il cellulare in mano che aspetta la tua chiamata…”
Dalia era ammutolita….assorbiva lo sfogo di Vittorio ed incassava i suoi toni aspri e cattivi come una raffica di schiaffi brucianti…ma qualcosa dal fondo della sua anima sembrava inviarle messaggi sul nastro di un telex…Vittorio aveva bisogno di arrabbiarsi e di ascoltare la sua stessa voce…aveva bisogno di avvertire i toni ruvidi della sua rabbia …solo così avrebbe attinto da dentro di sé, la giusta energia per ascoltare e proseguire fino al momento in cui, avrebbe dovuto accettare un discorso razionale…ma lei aveva ugualmente paura…non era abituata a vederlo così…anche nei momenti difficili…non aveva mai alzato la voce…
“Per favore siediti Vittorio…così è tutto molto più difficile…per favore…ti prego…”
Vittorio non rispose nulla…era fermo… impietrito davanti alla vetrata…era nello stesso posto da cui aveva visto lo sconosciuto al di là del cancello…aveva le mani affondate nelle tasche…ad un tratto abbassò la testa, si girò…tolse le mani dalle tasche…sembrò rilassarsi e lentamente tornò alla sua poltrona…vi si accomodò e guardò verso Dalia…Vittorio adesso sembrava aspettare che fosse lei a parlare…la guardava freddo ed improvvisamente lontano…
I moti del cuore sono affluenti morbidi e sinuosi o gelide odissee di ritorno dalla notte più buia…i moti del cuore non hanno approdo e sono destinati a naufragare lungo l’eterna deriva del sentimento…Non hanno oratori che sappiano arpeggiare i loro sussurri e l’unico pentagramma che attraversano per sostare, è sospeso nel vuoto e rinnova l’ansia dell’attesa…delle inutili speranze…del silenzio di dentro…
Dalia tossì…una… due volte…
“Io…vorrei separarmi…sì…vorrei separarmi, ma vorrei che ci separassimo da persone civili…senza farci troppo male…vorrei che pensassimo ai ragazzi prima di tutto, che trovassimo insieme, tu ed io… la maniera giusta per metterli al corrente della…della cosa…sicuramente non sarà facile…non possiamo pretendere che sia facile…”
E Vittorio sbagliò ancora…
“Come sarebbe…”non possiamo pretendere che sia facile…i ragazzi devono capire…per loro non sarà così…facile”….scusa ma… il problema è tuo mia cara…non sono io che ho piazzato la bomba, quindi…trovala tu la soluzione giusta affinché i ragazzi non ne risentano troppo…hai preso le tue decisioni da sola… però a riparare i danni dobbiamo essere in due, non è vero?… credo che sia davvero troppo comodo…non ti pare?”
Vittorio aveva parlato con calma…in maniera odiosa…e ne fu immediatamente consapevole ma… il fiele che aveva dentro, saliva inesorabilmente ad inquinare ogni parola ed ogni intenzione…i pensieri si aggregavano e si slegavano …rotolavano, rimbalzavano e si sfilavano come gomitoli lungo una via in discesa …inarrestabili e confusi…
“Così…non ne usciamo Vittorio…così…tu fai male a me e fai male a te stesso…Io non volevo che accadesse…non avrei mai pensato che potesse accadere ma…è accaduto…secondo te potremmo vivere ancora insieme dopo quello che ci siamo detti e soprattutto dopo quello che io ti ho detto?, adesso che sai che niente è più come prima…che qualcosa… non so bene quando e non so bene cosa…improvvisamente si è rotto?,…io non voglio colpevolizzare nessuno ma….qualcosa si è rotto Vittorio…e non c’è niente da fare…niente tornerà mai più come prima…”
Vittorio taceva…appariva afflosciato di colpo…senza energia…era come incassato nello schienale della poltrona…aveva le mani incrociate in grembo…
“ E lui?, …lui non ha nessuno?, non ha una fidanzata…una moglie…dei figli?”
“Come ti ho detto prima…mi ha raccontato di avere avuto, molto tempo fa…una grande delusione…che lo ha segnato…poi… ha frequentato altre ragazze, ma nulla di serio…anche ultimamente, pare avesse una relazione con una donna giovane, ma mi ha confidato che la cosa stava finendo da sola…così…per esaurimento ed ultimamente non si vedevano più…No…non ha figli…”
Vittorio si alzò in piedi…ad un tratto sembrava calmissimo… come se avesse preso una decisione improvvisa…molto tempo dopo avrebbe pensato e si sarebbe stupito di come avesse cambiato umore repentinamente…di come le emozioni si fossero stranamente sedate…asciugate…
“Dalia…ascolta…non voglio fare discussioni…e soprattutto non voglio fare storie davanti ai ragazzi… comprendi bene che non possiamo stabilire e definire le nostre vite stasera…né andare dai ragazzi domattina a comunicare queste belle novità…io ti chiedo dunque, di attendere qualche tempo, prima di parlare con i ragazzi…ti chiedo di aiutarmi a farli arrivare, senza eccessivi scossoni, a prendere coscienza del fatto che la loro famiglia sta disgregandosi, che la loro vita è destinata a cambiare….a subire dei mutamenti inevitabili e che …insomma Dalia…ti chiedo di avere pazienza per un po’…Nel rispetto reciproco… tu farai la tua vita ed io la mia…per un periodo faremo come si vede nei film…i separati in casa… ed intanto cercheremo di preparare i ragazzi…faremo passare un po’ di tempo… almeno questo puoi farlo per me…o no?, puoi farlo per i tuoi figli…o hai già deciso diversamente?”
Adesso Vittorio era in piedi con le mani in tasca davanti a lei che lo guardava… seduta immobile nella poltrona…lo sguardo fisso e il volto proteso…cosa era successo al loro matrimonio?, cosa era successo alla loro vita…ai loro progetti…a tutto quello che avevano pensato di costruire…E cosa era successo a Vittorio…così frenetico cinque minuti prima e adesso così calmo…così ragionevole…così lucido…Non era successo niente… o forse era soltanto terminato definitivamente, il loro momento magico… irrazionale…un momento lungo e fluido che non pone interrogativi ma che aggiunge parole e silenzi, come petali odorosi e leggeri, nel pulviscolo dorato dello spiraglio di luce che separa lui da lei per ricongiungerli quando viene il tramonto…e separarli all’alba del giorno dopo….al freddo chiarore di una ragione sconosciuta.
Si adagiò titubante in quella serenità improvvisa…che non comprendeva ma che si offriva come un balsamo apparente…e lei non aveva energia sufficiente per continuare ad interrogarsi…no…non in quel momento…
“Va bene Vittorio…va bene…faremo come dici tu…hai ragione…è la soluzione migliore…i ragazzi non devono risentirne…sì…faremo così…adesso preparo qualcosa per cenare…”
“No…adesso non desidero nulla…grazie…forse più tardi…”
Vittorio usci piano dal salone …si diresse verso il suo studio, entrò…chiuse la porta dietro di sé e si sedette alla scrivania…al buio…
Quella notte, dormirono sul bordo del letto matrimoniale, ciascuno dal proprio lato, quasi in bilico, per non correre il rischio di sfiorarsi…ed il giorno dopo… entrambi si alzarono prestissimo…ognuno aveva pensato di alzarsi prima dell’altro…alle cinque e mezza erano entrambi in cucina…stralunati con una tazza di caffè in mano…
Poi…tutto si svolse come sempre…le loro vite esterne presero il sopravvento e mentre Dalia usciva per raggiungere i ragazzi a casa di sua madre e salutarli prima che andassero a scuola, Vittorio salì in auto e si diresse a sua volta verso l’Istituto dove insegnavano entrambi…
Era quasi giunto dinanzi al cancello d’ingresso, quando la vibrazione del telefono appoggiato sul sedile del navigatore attirò la sua attenzione…
Era un messaggio
Vittorio entrò nel piazzale dell’Istituto e parcheggiò l’auto…quindi prese il telefonoe lesse il messaggio
“Buongiorno …allora possiamo parlare?, io sarei libero nello spacco tra le 11.30 e le 12.30…Ci vediamo al bar Santelmo?, all’angolo con Piazza Verdi?”
Quella mattina Vittorio aveva soltanto tre ore ed alle 11 e 20 avrebbe potuto essere libero…decise di ascoltare cosa avesse da dirgli quell’uomo…Sandro Deledda…la cosa lo infastidiva ma voleva togliersi il pensiero…e poi in fondo in fondo era anche curioso…
Prese il telefono e confermò appuntamento e orario con un laconico
“Va bene…”