MONDRAGONE – In data 05.11.2018, il Gip del Tribunale di S Maria Capua Vetere, ha disposto la misura cautelare personale degli arresti domiciliari nei confronti di R.A.F., (classe 1983, nazionalità rumena) e dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti di G.A. (classe 1984, nazionalità ucraina); L.O. (classe 1965, nazionalità ucraina) in quanto gravemente indiziati del delitto di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (c.d. “caporalato”).
I provvedimenti fanno seguito al fermo di indiziato di delitto già disposto da questa Procura della Repubblica, nei confronti di tutti e tre gli indagati ed eseguito in data 2 novembre dai finanzieri della Compagnia di Mondragone.
Le misure restrittive della libertà personale rappresentano un ulteriore esito della prolungata indagine – diretta dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere – che lo scorso 9 ottobre ha già portato ad analogo provvedimento di fermo, per i medesimi reati, nei confronti di un cittadino tunisino M.M (classe 1969) e della sua compagna di nazionalità ucraina S.N. (classe 1969).
In particolare la misura degli arresti domiciliari nei confronti R.F.A., è stata ora disposta all’esito delle indagini che hanno consentito di individuarne il ruolo di “caporale” operante sul territorio di Mondragone, quale intermediario e reclutatore di manodopera destinata al lavoro presso terzi, per una media di oltre 20 lavoratori per giornata lavorativa, mentre l’obbligo di presentazione alla P.G. è stato disposto nei confronti degli altri due indagati in quanto accusati di aver coadiuvato il primo espletando, per suo conto, attività di reclutamento, trasporto dei lavoratori e vigilanza sui campi.
Le attività d’indagine hanno dimostrato infatti come gli indagati reclutavano forza lavoro in maniera organizzata e continuativa, per la maggior parte braccianti agricoli di sesso femminile che mettevano a disposizione di aziende agricole con le quali avevano instaurato un vero e proprio rapporto di durevole e fidelizzata collaborazione.
Dagli esiti delle attività di intercettazioni e dalle fonti dichiarative emergeva, in particolare, la sussistenza di numerosi indici rilevatori sia dello sfruttamento che dello stato di bisogno delle vittime, in particolare:
– l’impiego dei lavoratori senza la stipula di alcun contratto di lavoro;
– retribuzioni ben al di sotto degli standard dei contratti collettivi di riferimento;
– l’impiego dei lavoratori secondo turai massacranti, che si protraevano dalle prime luci dell’alba fino al tardo pomeriggio;