di Francesca Nardi
Anni ed anni di mestiere…un mestiere improbo e solitario che non è stato mai oggetto di compravendita e la cui integrità, oggi subisce un tentativo di aggressione in nome e per conto della direzione dell’Aorn, da un prestigioso esperto in truffe alla pubblica amministrazione. Siamo stati diffidati perché avremmo pubblicato notizie false e lesive dell’immagine dell’Aorn, che avrebbero ingenerato allarmismi e a far data da ieri ci concedono ben sette giorni per riflettere sull’opportunità del pentimento in vista di un premio nell’al di là, visto che nell’al di qua non abbiamo accettato lusinghe…Dovremmo rettificare e spiegare alla popolazione attonita che quando abbiamo scritto che la Rianimazione era un terreno di coltura per batteri, eravamo in vena di scherzi?, dovremmo spiegare che quando abbiamo scritto che l’apparecchio laparoscopico era rotto da 22 giorni abbiamo ecceduto secondo loro, di una settimana?, e per quanto riguarda le prestazioni ospedaliere di cui una dirigente avrebbe usufruito gratuitamente, cosa dovremmo rettificare?, che la stessa è andata a saldare il conto lo stesso giorno in cui è stato pubblicato l’articolo incriminato e dopo avere ovviamente usufruito della prestazione? Il legale incaricato di sanzionarci sottolinea che con la nuova gestione, l’Azienda ha attuato un’azione di recupero dell’immagine per divenire un polo di riferimento per l’utenza…noi invece ci chiediamo se siamo su scherzi a parte e sottolineiamo che quel “formaggino” cui si fa riferimento nella diffida, non era una formula dispregiativa in danno dell’immagine…ma il pasto serale e reale dei pazienti. Allora…. vogliamo ribadire con chiarezza…a noi interessa il malato…interessava ieri ed interessa ancora di più oggi, perché mai come oggi riteniamo sia male affidato…e poiché avevamo già intenzione di dedicarci allo studio ed all’analisi di certi meccanismi, che a nostro avviso, stanno distruggendo l’Aorn di Caserta, cominciamo subito. Talvolta ci interroghiamo sul grado di consapevolezza che la direzione strategica dell’Aorn di Caserta, possiede riguardo alla polveriera che sta gestendo e cosa abbia in mente di produrre nel day after, quando avrà prosciugato le riserve di chiacchierologia e sintassi applicata, con cui tenta di ammortizzare il debito che ha contratto con la verità. La storia pluridecennale di questo Ospedale, nasce e si alimenta nelle sale da pranzo compiacenti ed ospitali, intorno alle cui tavole imbandite, si sono smantellati reparti e costruiti primari, allungate le mani, prestato il fianco e promesso il deretano…Non c’è stato mai alcun “ospedale della camorra” da scoprire, con la bocca a posteriore di gallina, in cui i meccanismi siano stati differenti dagli attuali…Il sistema camorristico non è soltanto quello riferito al tornaconto personale, agli appalti, ai favori…per quel che ci riguarda quello è un sistema criminale, assolutamente criminale e nell’Ospedale di Caserta, qualcuno ci ha sguazzato….qualcuno ha pagato…qualcuno forse sta pagando senza colpa. Punto. Il sistema camorristico è tale, soprattutto quando si riassume nell’atteggiamento, nel modo di fare, quando non si sporca le mani intascando tangenti, ma insinua, crea il caso, il disordine, il deserto per ottenere obbedienza…il sistema camorristico è l’insediamento di un processo privato in cui si minaccia e si condanna…in cui si consegna virtualmente l’ostrakon, in cui si decide che tu non entrerai più in una sala operatoria e che tu non troverai le chiavi del reparto e che tu dovrai lasciare almeno quattro posti letto a mia disposizione…il sistema camorristico è anche e soprattutto il potere per il potere….ottenere la riconoscenza da tradurre in voti per il politico di riferimento…una riconoscenza allargata che si ottiene gestendo ed asservendo alla propria volontà altri che a loro volta governano e gestiscono gruppi, reparti, servizi. La “camurria” che mette in ginocchio ed asservisce la volontà, che dilania le coscienze, che ricatta, che rileva le debolezze, le manipola e le indirizza secondo i desiderata di un gruppuscolo esiguo ma potente, è quella che non verrà giudicata, non verrà condannata, non verrà evidenziata, perché a quel tavolo in molti si saranno accomodati. Hasta la verguenza!
L’immagine aziendale ? Non si crea con le chiacchiere, l’oppressione, il terrore, è la gestione del personale come detenuti in libertà vigilata. Non siamo stati noi e non siamo noi i criminali.
Aggiungerei: servi dei principi e non dei principì.
Prima di procedere alla diffida, che nulla c’entra, fatevi consigliare da persone preparate.
Ricordiamo ai colleghi che l’articolo 8 delle “Disposizioni sulla stampa”, legge n.47 dell’8 febbraio 1948, stabilisce che “il direttore, o comunque, il responsabile è tenuto a fare inserire gratuitamente nel quotidiano o nel periodico o nell’agenzia di stampa le dichiarazioni o le rettifiche dei soggetti di cui siano state pubblicate immagini o ai quali siano stati attribuiti atti o pensieri o affermazioni da essi ritenuti lesivi della loro dignità o contrari a verità”.
La stessa normativa prevede la tempestività e l’appropriato rilievo della pubblicazione della rettifica. Per i quotidiani “le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, non oltre due giorni da quello in cui è avvenuta la richiesta, in testa di pagina e collocate nella stessa pagina del giornale che ha riportato la notizia cui si riferiscono”. Per i periodici “le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, non oltre il secondo numero successivo alla settimana in cui è pervenuta la richiesta, nella stessa pagina che ha riportato la notizia cui si riferisce”.
Il diritto inviolabile del cittadino alla rettifica, da parte del giornalista, delle notizie inesatte o ritenute ingiustamente lesive, è ribadito inoltre dalla Carta dei doveri del giornalista (8 luglio 1993). Il giornalista, precisa la Carta “rettifica con tempestività e appropriato rilievo, anche in assenza di specifica richiesta, le informazioni che dopo la loro diffusione si siano rivelate inesatte o errate”.
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