PER RICORDARE ELVIRO DI MEO

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ARRIVEDERCI ELVIRO

DI MEO 1 PER RICORDARE ELVIRO DI MEO

Il tuo tempo è finito in fretta…troppo. E’ stato solo ieri o forse un secolo fa, l’ultima volta che sei entrato in quella redazione che ci ha visto “umani”, perfetto ed elegante come sempre, lontano anni luce dalla volgarità corrente, dall’usuale, dal banale…quel sorriso malinconico che non andava mai oltre….e che non diventerà mai una risata…Voglio ricordarti tra uscio e porta come se stessi entrando per restare…con quella inseparabile cartellina stretta al petto…chissà quali segreti hai portato con te…con il buongiorno che restava sospeso nell’aria e scivolava gentile verso il professore Scialla …  Ma tu non sei mai andato via…neppure durante i silenzi prolungati che incupiscono i tramonti e rendono famelica la ricerca delle memorie…tu sei rimasto in quella lama di luce, nello spiraglio che si apre all’improvviso e ti rassicura… sarai sempre  nel pulviscolo dorato che segna e sincopa i percorsi della luce che piove dalla finestra e si trasforma in ciò che la tua anima desidera…dove nascono figure e foglie, gigantesche sequoie e piccoli arbusti secchi che il vento trascina lontano… Tu oggi hai lasciato l’inverno dietro di te per inseguire il vento e confonderti con la stagione sconosciuta che vaga alla ricerca dell’infinito. Il tuo viaggio deve essere lieve come lieve è stato il tuo passaggio tra noi, ragazzo caro, noi che ti portiamo nel cuore…ed ogni volta che un uscio si aprirà piano, senza rumore, penseremo a te che sei tornato per restare…Arrivederci Elviro

Francesca Nardi