(f.n.) – Le difese d’ufficio lasciano sovente il tempo che trovano, ma talvolta irritano e creano le condizioni affinché gli argomenti trattati, siano opportunamente approfonditi…e poiché i nostri articoli sono aperti ai commenti, prima di imbastire brillanti arringhe a “favore di”…sarebbe opportuno mettere in conto che qualcuno potrebbe confermare quanto abbiamo segnalato, per averlo provato sulla propria pelle, o no? Ma al di là delle difese e sbattute in petto, che ognuno è padronissimo di mettere in campo, ci auguriamo che quanto scritto dal signor Pietro, suoni come un campanello d’allarme all’attenzione del direttore generale…e riesca ad indirizzare la sua attenzione verso le cose serie…verso il disservizio, verso l’indifferenza, verso i malati che tornano in questo Ospedale per essere assistiti, dopo avere subito un intervento importante… verso i trapiantati, di cui il signor Pietro fa parte… Ci auguriamo che le parole del signor Pietro, offrano chiare indicazioni, su ciò che si intende per rispetto, la cui applicazione fino ad oggi, è stata circoscritta ad una dichiarazione di principio… “Un trapiantato con mascherina, defedato, sotto forti terapie immunosoppressive, lasciato in un corridoio ad aspettare che venga chiamato, da chi???in estate con il ventaglio, in inverno con il cappotto. A tirare le gambe per ogni barella, ogni carrello, ogni persona e ogni scatolo trasportato, eh no!!!non dovrebbe funzionare così, almeno una sedia una virgola più comoda, un etto di rispetto e privacy in più, volontari lo siete voi e fate quel che potete, ma io involontariamente devo subire questo schifo a ogni controllo. Grazie, ma io sono umiliato dopo anni di tasse…” E noi ci immedesimiamo…ci vediamo al posto di Pietro o immaginiamo nostra madre o nostro padre, appollaiati malamente su una sedia sbilenca contro al muro… e ci chiediamo da quale immaginaria dimensione di benessere, si attinga lo spirito di difesa ad oltranza, inutile e peregrina dell’indifendibile, che qualcuno inalbera, facendo anche dello spirito fuori posto…Consideriamo il volontariato un’attività tra le più nobili, quindi attendiamo che al padiglione D, ci si adoperi, affinché venga allestita una sala d’attesa per i pazienti che soffrono disagi particolari…anzi ci interroghiamo sui motivi per i quali i volontari dell’Aitf, non abbiano ancora ottenuto un simile risultato… poiché diamo per scontato che abbiano lottato per conquistarlo, o no?, strano…abbiamo motivo di ritenere che, per la loro opera encomiabile, siano tenuti nella giusta considerazione dalla direzione strategica, visto che usufruiscono di due stanze all’interno del padiglione D con bagno privato, o no? Hasta la vista!