SELFIE NEL MINORILE DI AIROLA, L’INTERROGAZIONE PARLAMENTARE DI SGAMBATO

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LA PARLAMENTARE DEL PD E’ LA PRIMA FIRMATARIA DI UNA INTERROGAZIONE PRESENTATA QUEST’OGGI AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA: “POTENZIARE SUBITO   PROGETTI DI RECUPERO SOCIALE DEI GIOVANI COINVOLTI NELLA DEVIANZA”  

E’ una bufera politica quella scatenata dallo scatto di alcuni selfie all’interno dell’Istituto Penale Minorile.

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Andrea Orlando, ministro della Giustizia

Il provvedimento di Andrea Orlandoministro della Giustizia di affidare la direzione, ad interim, a Gianluca Guida già direttore dell’Istituto di Nisida non sembra placare gli animi.

Si rivolgono direttamente al Ministro della Giustizia Andrea Orlando i deputati Camilla Sgambato, prima firmataria, Manfredi, Schiró, Carloni, Rocchi che, in data odierna, hanno presentato una interrogazione a risposta scritta sul caso dei detenuti minori del carcere di Airola che, seppure accusati di aver compiuto gravi reati, hanno utilizzato per un lungo periodo telefoni cellulari all’interno dell’istituto, collegandosi anche ad internet attraverso schede telefoniche anonime, non intestate a nessuno ma attive.
Tra l’altro, non più tardi della scorsa settimana, durante l’ora di socialità, si è verificato un pestaggio ai danni di un ragazzo che è stato costretto a ricorrere alle cure ospedaliere.
A ciò si aggiunga il fatto che, da molti mesi, gli agenti della polizia penitenziaria denunciano la situazione drammatica e rischiosa che si sta vivendo nell’istituto beneventano di pena minorile che, già a settembre 2016, è stato teatro di una rivolta.

“Pur in presenza di controlli della polizia penitenziaria, è innegabile

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on. Camilla Sgambato

che non si riesce ad impedire del tutto che ragazzi con alle spalle esperienze delinquenziali di non rilevante entità, finiscano per essere perfettamente assorbiti ed integrati nel circuito della devianza attraverso la commistione con ragazzi più volte entrati ed usciti dal carcere e con crimini molto seri alle spalle; analogamente, andrebbe impedita la trasformazione dell’esperienza detentiva in una sorta di palestra del crimine, invece che in un momento di riflessione e  crescita dal punto di vista umano e conseguentemente sociale”, dichiara l’On. Camilla Sgambato (Pd).

“È assolutamente necessario potenziare le iniziative per il recupero dei ragazzi che deve iniziare proprio dall’esperienza detentiva e che dovrebbe concludersi con il reinserimento sociale, a partire dal carcere di Airola.
In tale ottica, vanno da subito potenziati i progetti che consentano il recupero sociale dei giovani coinvolti nella devianza, in questo istituto come nelle altre case circondariali per minuto”, conclude la deputata Democratica, componente della VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera.
Ecco di seguito il tessuto integrale della interrogazione a risposta scritta:
“da notizie apparse sugli organi di stampa, si apprende che nel carcere minorile di Airola alcuni detenuti -colpevoli di gravi reati- hanno utilizzato per un lungo periodo telefoni cellulari all’interno dell’istituto collegandosi anche ad internet attraverso schede telefoniche anonime, non intestate a nessuno ma attive;
la scorsa settimana, durante l’ora di socialità, si è verificato un pestaggio ai danni di un ragazzo che è stato costretto a ricorrere alle cure ospedaliere;
da molti mesi gli agenti della polizia penitenziaria denunciano la situazione drammatica e rischiosa che si sta vivendo nell’istituto di pena minorile che, già a settembre, è stato teatro di una rivolta;
purtroppo, nonostante i controlli della polizia penitenziaria, in una struttura dove i ragazzi reclusi dovrebbero avere la possibilità di poter riflettere sui propri errori e recuperare per reinserirsi nella società una volta scontata la pena, vige tra le celle e i corridoi la stessa legge che regola la loro vita all’esterno delle mura dell’istituto;
ogni anno migliaia di ragazzi tra i 15 e i 25 anni transitano negli istituti penitenziari minorili, tale consistenza deve indurre ad un’attenta riflessione per comprendere quali strategie attuare al fine di contrastare il fenomeno e quali risposte potrebbero essere attivate per intercettare i ragazzi e orientarli verso percorsi alternativi di vita;
sarebbe opportuno impedire, per esempio, che ragazzi giovani, con alle spalle esperienze delinquenziali di non rilevante entità finiscano per essere perfettamente assorbiti ed integrati nel circuito della devianza attraverso la commistione con ragazzi più volte entrati ed usciti dal carcere e con crimini molto seri alle spalle. 
inoltre, si dovrebbe impedire che di trasformare l’esperienza detentiva in una sorta di palestra del crimine invece che in un momento di riflessione e  crescita dal punto di vista umano e conseguentemente sociale; 
in tal senso, appare necessario potenziare le iniziative per il recupero dei ragazzi che deve iniziare  proprio dall’esperienza detentiva e che dovrebbe concludersi con il reinserimento sociale;
quali misure intenda mettere in campo per impedire che nel carcere minorile di Airola si verifichino altri episodi come quelli indicati in premessa,
quali iniziative intenda realizzare per potenziare i progetti che consentano il recupero sociale dei giovani coinvolti nella devianza”. 
Sgambato, Manfredi, Schiró, Carloni, Rocchi”.