di Giovanna Longobardi
CASERTA – Era il 27 maggio 1797, quando fu emanato il “Real Dispaccio” che sottrasse Alberobello al dominio dei conti Acquaviva, rendendola libera da “qualunque soggezione feudale” e dichiarandola città regia. La ristretta e colta élite alberobellese, che si riuniva segretamente in abitazioni private, mediante un’intensa attività di cospirazioni, si oppose con straordinaria veemenza e scaltrezza alle insistenti limitazioni poste dal conte Giulio Antonio IV e dai suoi predecessori. L’occasione propizia per abbattere ogni ostacolo e per far valere le proprie ragioni si presentò durante il viaggio di Ferdinando IV in Puglia nella primavera del 1797, con l’arrivo a Manfredonia dell’arciduchessina Maria Clementina d’Austria giunta per unirsi in matrimonio con il principe ereditario Francesco, duca di Calabria, e suggellare quell’accordo preso 7 anni prima dalla regina Maria Carolina e da suo fratello Leopoldo II Imperatore d’Austria. Il viaggio iniziò il 14 aprile e si concluse il 27 giugno 1797 con il rientro dei reali e di tutta la corte a Caserta dove, dopo il matrimonio religioso di Foggia, s
i sarebbe celebrato il rito civile. Un arco di tempo stringente che risultò essere una chance d’oro per gli alberobellesi che, dopo anni di obbedienza e stenti, ritornarono grazie a Ferdinando IV di Borbone al governo del loro paese.
A memoria di questo straordinario evento, quale il riscatto feudale, nella giornata di oggi, domenica 27 maggio, si rinnova il patto d’amicizia tra Caserta e Alberobello che dura da oltre 200 anni. Una celebrazione organizzata per l’XI edizione dall’Arteca e che ha richiamato in loco l’Associazione Corteo storico della Real Colonia di San Leucio, presieduta da Donato Scialla, che sfilerà insieme al Corteo storico di Arboris Belli.
Decine e decine di figuranti con abiti d’epoca animeranno così le strade del caratteristico Rione Aia Piccola trasformato in un borgo di fine Settecento pronto ad ospitare un torneo a squadre di giochi popolari e per dar vita ad uno spettacolo decisamente affascinante!
Quadri scenici, infatti, sono stati allestiti per ricostruire la vita quotidiana degli antenati, come l’ambiente domestico, il lavoro contadino, le botteghe artigiane e il mercato, animati da attori, comparse, artigiani e artisti di strada che raccontano le storie di donne e di uomini del popolo accompagnate da musiche e danze tradizionali. Una rievocazione storica in grande stile, dunque, per non perdere le tracce di una memoria, quella borbonica, che ha lasciato un segno importante e che ancora riecheggia nei territori del Regno.