di Giovanna Longobardi
CASERTA – Nell’ambito delle giornate di approfondimento culturale inserite nel circuito di promozione e diffusione denominato “Le Piazze del Sapere”, si è tenuta nel pomeriggio di ieri, giovedì 10 maggio, all’interno degli spazi della libreria La Feltrinelli di Caserta, la presentazione dell’ulti
ma opera bibliografica di Adolfo Villani, “L’ufficiale e il comunista” edito da Ediesse, che tratta della vicenda di Francesco e Peppino Capobianco.
Un incontro con l’autore a cui si sono aggiunti gli interventi del professore Gianni Cerchia, dell’Università del Molise, e della professoressa Maria Luisa Chirico, Direttrice Dilbec Unicampania, coordinati da Pasquale Iorio. Sullo sfondo di una Nazione, l’Italia, che sta vivendo il passaggio tra due tempi storici importanti e complessi, quali il Fascismo e la nascita della Repubblica, si distende la vicenda di vita di un padre, Francesco alta carica del Regio esercito, e di suo figlio Giuseppe, giovane ed eccellente studente, che poi sarà annoverato tra le grandi menti politiche di riferimento dell’emergente sinistra casertana ed italiana. Abbiamo incontrato lo scrittore Adolfo Villani per definire lo spessore di questa opera e, giocoforza, il valore di due figure ideologicamente opposte ma legate, oltre che dalla relazione padre/figlio, dagli stessi tratti di fermezza e consapevolezza di una rigorosa etica politica e sociale. “La vicenda di Francesco e Peppino Capobianco – come spiega Adolfo Villani – appare in modo inequivocabile figlia del suo tempo; due generazioni che nel confronto sui destini di quell’Italia liberata scelgono di rimanere stretti alle loro convinzioni con tutte le conseguenze che ne derivarono sotto il profilo intimo e personale”.
Era la primavera del 1931 quando la provincia di Terra di Lavoro non esisteva più. Una soppressione ordinata dal duce Benito Mussolini nel dicembre del 1926 e resa pubblica, attraverso gli organi di stampa, nel gennaio del 1927. Nella cornice di Gaeta, ex territorio di Terra di Lavoro, il capitano Francesco Capobianco, filomonarchico, intraprese un lungo e difficile periodo di sopravvivenza dopo la firma dell’Armistizio di quell’8 settembre 1943, a cui seguì la cacciata da Gaeta. Una storia ispirata a fatti realmente accaduti, che si inserisce a tutto campo nel quadro generale della ricostruzione storica della ferocia subita dalla popolazione civile durante la “Resistenza casertana”, fase finale del secondo conflitto mondiale, in cui a seguito della resa l’occupazione tedesca si tramuta in uccisioni, ritorsioni, saccheggi di ogni bene e rastrellamenti sulle montagne. “L’ufficiale e il comunista” è un libro avvincente, emblema del valore della memoria, in cui si la storia di una famiglia si riscopre come la rappresentazione dell’Italia liberata.